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Cure termali per le malattie respiratorie: funzionano davvero?

29 febbraio 2024

Cure termali per le malattie respiratorie: funzionano davvero?
Considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “…una delle più antiche forme di terapia dell’Occidente…”, sono in molti oggi a ricorrere a questo tipo di “terapia” per alleviare problemi respiratori e non solo. Ma è davvero efficace? Può presentare delle controindicazioni?

Cosa si intende per Medicina termale?

Si tratta di una medicina naturale, anche nota come crenoterapia (dal greco "crené" ovvero "sorgente"), che sfrutta a scopo terapeutico, preventivo e riabilitativo le acque minerali, i fanghi e le grotte, per il loro contenuto in minerali1. Le cure termali possono avvenire sia per via interna (ad esempio, inalazioni) che esterna (ad esempio, fangobalneoterapia), a seconda della patologia da trattare.

 

Per quali disturbi può essere consigliata?

La medicina termale è impiegata per il trattamento di patologie croniche o cronico-degenerative a carico dell’apparato locomotore, digerente, genito-urinario, vascolare e cutaneo. Inoltre, è largamente impiegata per la prevenzione e cura delle malattie respiratorie1, tra cui sinusite, tonsillite, faringite, bronchite, broncopneumopatia cronica ostruttiva nonché per la sordità rinogena2. Per ogni patologia è indicata una specifica terapia termale.

 

Come viene somministrato il trattamento?

I disturbi delle vie respiratorie vengono trattati prevalentemente mediante le cure inalatorie (cioè, inalazioni, aerosol, docce nasali micronizzate) o il soggiorno in grotte naturali di sale con elevata umidità, trattamento noto come speleoterapia. Anche i bagni caldi possono essere utilizzati per diffondere l’aerosol nel sistema respiratorio, ma in misura minore rispetto alle precedenti tecniche2.

Come agiscono le cure termali?

Grazie all’elevato contenuto in minerali, le acque termali esplicano una azione antinfiammatoria, mucolitica, trofica e di lavaggio delle vie respiratorie. Inoltre, sembrano stimolare i processi riparativi dei tessuti e rafforzare il sistema immunitario. Nel caso delle affezioni del tratto respiratorio le acque salsobromoiodiche e quelle sulfuree sono quelle più indicate2.

 

Sono davvero efficaci?

Studi clinici hanno dimostrato che l’impiego delle acque termali determinano un miglioramento significativo, rapido e relativamente duraturo dei parametri clinici nei pazienti affetti da malattie croniche dell'apparato respiratorio e disturbi dell'orecchio medio3. L'acqua di ogni sorgente termale, per poter essere utilizzata in terapia, deve essere autorizzata dal Ministero della Salute.

 

Le cure termali possono sostituire i farmaci?

No! La terapia termale deve essere considerata complementare a quella farmacologica. Infatti, mentre quest’ultima è impiegata per trattare la fase acuta delle patologie respiratorie, le cure termali possono essere di aiuto per impedirne la riacutizzazione.

 

Ci sono delle controindicazioni?

Le cure termali sono controindicate nei periodi in cui la patologia è in fase acuta o in caso siano in corso episodi di infiammazione. Per tale motivo, prima di iniziare il ciclo di cure termali viene sempre effettuata una visita di ammissione da parte del medico termale.

Come si accede alle cure termali?

Per accedere ai trattamenti termali a carico del Sistema Sanitario Nazionale, è necessaria la prescrizione del proprio medico di famiglia o di uno specialista, con l’indicazione della patologia e del ciclo di cura da erogare.

 

Chi ha diritto alle cure termali?

Possono usufruire delle cure termali in assistenza sanitaria, i pazienti affetti dalle patologie riportate nell’allegato 9 del dPCM 12 gennaio 2017. Essi hanno diritto ad un ciclo di cure all’anno, ripartito su 12 accessi consecutivi. Ad esempio, nel caso del ciclo di cure inalatorie, i pazienti hanno diritto a 24 terapie, 12 di un tipo e 12 di un altro, da effettuarsi in 12 giorni.

 

Cosa possiamo concludere?

Le cure termali rappresentano un valido aiuto per la prevenzione e per il trattamento di diverse malattie grazie ai loro effetti benefici e alla buona tollerabilità. È importante, comunque, che i pazienti valutino l’opportunità di sottoporsi a queste cure con il medico e che non le intendano come sostitutive della terapia farmacologica.

 

Bibliografia

1 Ann Ig. 2010; 22(1 Suppl 1):37-51.

2 J Ethnopharmacol. 2021; 281:114505.

3 Front Public Health. 2019; 7:128.

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