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Prevenire e trattare la malaria: farmaci tradizionali e nuovi ma anche vaccini

10 giugno 2021

Prevenire e trattare la malaria: farmaci tradizionali e nuovi ma anche vaccini
La malaria è una malattia infettiva ad esito potenzialmente fatale ed estremamente diffusa in diverse aree del globo. La malaria può essere trattata e prevenuta con l’aiuto dei farmaci antimalarici. Finora la difficoltà di generare un vaccino antimalarico ha reso i farmaci molto preziosi ma all’orizzonte si affacciano alcune novità per il futuro.

Che cos’è la malaria? Perché è così temibile?

La malaria è una malattia infettiva trasmessa attraverso la puntura delle zanzare femmine appartenenti alla specie Anopheles. Le zanzare Anopheles sono in grado di trasmettere dei protozoi parassiti all’uomo, attraverso la saliva. I protozoi responsabili della malaria appartengono al genere Plasmodium.

La malaria è diffusa nella maggior parte delle regioni tropicali del mondo, in particolare la specie Plasmodium falciparum è la causa dei casi più gravi della malattia.

Le manifestazioni cliniche della malaria variano a seconda della specie di parassita e delle condizioni fisiologiche e cliniche del paziente, come età e stato immunologico. La sintomatologia della malattia non complicata include manifestazioni non specifiche come aumento della frequenza cardiaca, di quella respiratoria, brividi, malessere, aumento della sudorazione, mal di testa, nausea, vomito, diarrea, dolore alle articolazioni e ai muscoli.

L’anemia e l’ingrossamento della milza possono essere delle manifestazioni associate. Le forme severe di malaria possono includere perdita di coscienza, ipoglicemia, anemia severa, insufficienza renale, danni neurologici ed altre manifestazioni importanti. La febbre ha un andamento tipico, differente a seconda della specie di parassita.

Ogni anno più di 400.000 persone muoiono a causa della malaria.

Attraverso la puntura della zanzara il protozoo Plasmodium raggiunge l’organismo umano e provoca la malaria

Pungendo l’uomo, la zanzara inietta le spore del protozoo nell’organismo. Attraverso il sangue le spore raggiungono il fegato dove inizia il ciclo che porta alla riproduzione dei protozoi. Una volta lasciato il fegato i protozoi raggiungono i globuli rossi causandone la rottura e generando la febbre, il segno clinico della malattia.

Come si tratta la malaria? Quali terapie possono essere d’aiuto?

Per curare la malaria si utilizza un gruppo di farmaci antimicrobici chiamati antimalarici. Esistono diversi antimalarici e vengono utilizzati a seconda dell’azione che hanno sui differenti momenti del ciclo riproduttivo del parassita nell’organismo umano. Inoltre, un elemento fondamentale per la scelta dell’antimalarico è il profilo di resistenza del parassita, cioè la capacità di non rispondere al farmaco.

Il farmaco più utilizzato per il trattamento della malaria è la clorochina. Questo farmaco, recentemente proposto anche per trattare l’infezione da SARS-CoV2 in una prima fase della pandemia, è in grado di penetrare nel parassita e impedire la sua sopravvivenza all’interno dei globuli rossi. Si utilizza per tutti i casi di parassiti sensibili al farmaco.

Nei casi di malaria resistente alla clorochina, possono essere utilizzati l’artemisinina e i suoi derivati. Questi farmaci, grazie alla particolare conformazione della molecola, sono in grado di produrre radicali liberi che agiscono sul parassita uccidendolo.

Ai derivati dell’artemisinina si può associare la meflochina. L’associazione di più farmaci riduce il rischio di insorgenza di selezione di microorganismi resistenti preservando l’efficacia delle terapie farmacologiche. Il meccanismo con cui la meflochina agisce non è del tutto noto, ma sembra essere simile a quello della clorochina.

Altri farmaci possono essere utilizzati in caso di resistenza, ad esempio gli alcaloidi della cincona come il chinino e la chinidina. Anche alcuni antibiotici possono essere utilizzati nel trattamento della malaria, come ad esempio la doxiciclina ed i sulfamidici.

In alcuni casi la malaria può assumere forme severe. Il trattamento deve essere iniziato tempestivamente ed il trattamento viene effettuato per via parenterale. Tra i farmaci che si utilizzano possiamo ricordare i derivati dell’artemisinina e gli inbitori del metabolismo dell’acido folico (proguanile e pirimetamina). Questi farmaci interferiscono con il DNA del Plasmodio, sempre alterando il metabolismo dell’acido folico e dei folati.

Attenzione però agli effetti avversi dei farmaci antimalarici.

Alcuni farmaci antimalarici interferiscono con la normale conduzione elettrica del cuore, causando effetti avversi che possono portare all’arresto cardiaco (in particolare clorochina e chinina).

Inoltre, l’interazione con alcuni farmaci di utilizzo comune potrebbe potenziare questi effetti avversi. Ad esempio, l’utilizzo concomitante con alcuni antidepressivi (triciclici) o con alcuni antibiotici come l’azitromicina o la levofloxacina può aumentare il rischio di questo particolare e rischioso effetto collaterale che prende il nome di “allungamento del Qt”, che consiste proprio in un’alterazione elettrica che può causare aritmie anche fatali.

Si può prevenire la malaria e in quali casi si devono assumere i farmaci?

Quando si viaggia in zone dove la malaria è diffusa (zone endemiche), si possono assumere dei farmaci in via preventiva, per ridurre il rischio di infezione. Il rischio di trasmissione della malaria dipende dalla destinazione del viaggio, dal tipo di viaggio o di alloggio.

Anche nel caso della prevenzione della malaria, il tipo di trattamento viene scelto in base alla sensibilità dei parassiti alla clorochina. Nel caso in cui un viaggiatore scelga come destinazione un paese endemico in cui i microorganismi sono sensibili alla clorochina, si può somministrare questo farmaco in via preventiva. Altre opzioni sono l’associazione di atovaquone e proguanile, la meflochina o la doxiciclina.

Per un trattamento efficace, è molto importante rispettare lo schema terapeutico suggerito dal medico curante. Una errata assunzione del farmaco (dimenticanza, dosaggio inadeguato, interruzione anticipata etc.) può causare un fallimento nella prevenzione della malaria. Il trattamento preventivo con clorochina può essere utilizzato anche nelle donne in gravidanza, qualora queste non possano evitare un viaggio in una zona endemica.

Esiste un vaccino antimalarico efficace?

La malaria costituisce un’importante causa di mortalità, soprattutto infantile, nei paesi endemici. Molti sono inoltre i bambini nati sottopeso e in pericolo di sopravvivenza. Per questo il WHO si è prefissato l’obiettivo di ridurre la mortalità attribuibile alla malaria.

Ad oggi esiste un vaccino, approvato per la malaria, che agisce nelle prime fasi della malattia. Questo vaccino, tuttavia, non ha dimostrato l’efficacia sperata, dato che viene rapidamente inattivato dall’organismo.

Una nuova speranza però si sta affacciando all’orizzonte. Recentemente sono stati pubblicati i risultati del nuovo studio clinico di fase II del vaccino R21/Matrix-M condotto su 450 bambini in Burkina Faso. In uno dei gruppi in cui è stato testato il nuovo vaccino, l’efficacia è stata del 77%. Il vaccino R21/Matrix-M contiene basse dosi di una proteina prodotta dal parassita della malaria; questa determinerebbe l’attivazione del sistema immunitario e la produzione di anticorpi anti-Plasmodium1 .
I risultati dello studio pubblicato su Lancet promettono nuovi scenari nella lotta alla malaria.

 

Riferimenti bibliografici:

1 Lancet. 2021 May 15;397(10287):1782-1783. doi: 10.1016/S0140-6736(21)01065-5

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