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Asma: vecchi e nuovi farmaci e attenzione al CoViD-19

13 gennaio 2022

Asma: vecchi e nuovi farmaci e attenzione al CoViD-19
L’asma è una malattia cronica delle vie aeree caratterizzata da episodi ricorrenti di crisi respiratorie con effetti importanti sulle attività quotidiane e in alcuni casi anche fatali. Una corretta diagnosi e l’avvio di una terapia adeguata sono fondamentali per la gestione di questi pazienti e per la prevenzione delle complicanze gravi e irreversibili.

Quali sono le cause dell’asma e del cosiddetto “attacco di asma”?

L’asma è una malattia complessa caratterizzata da una infiammazione cronica delle vie aeree che causa un aumento della risposta dei bronchi a vari stimoli, ad esempio allergeni, aria fredda ed umida, fumo o infezioni.

A differenza del soggetto sano, le vie respiratorie dei pazienti affetti da asma rispondono a questi stimoli con eccessiva bronco-costrizione. L’asma non è una malattia unica ma è possibile distinguere diversi tipi, in particolare una forma allergica ed una non allergica.

Quali sono le differenze tra queste due forme?

L’asma allergico rappresenta il tipo più comune e insorge tipicamente nei bambini; è spesso associato ad altre patologie di natura allergica, quali eczema, rinite, allergie a farmaci o alimenti e generalmente risponde bene al trattamento con farmaci cortisonici per via inalatoria.

La forma non allergica non è, invece, associata ad altre patologie allergiche e spesso presenta una risposta ridotta ai cortisonici.

Come vengono trattati i pazienti con asma?

La terapia dell’asma prevede innanzitutto l’uso di farmaci somministrati per via inalatoria, in particolare i cortisonici (o corticosteroidi) efficaci nel ridurre l’infiammazione delle vie aeree (beclometasone dipropionato, budesonide, fluticasone, mometasone furoato).

La somministrazione per via inalatoria consente al farmaco di raggiungere direttamente i bronchi migliorando l’efficacia della terapia e riducendo i possibili effetti collaterali associati alla somministrazione per via orale o per via iniettabile.

I corticosteroidi per via inalatoria sono sufficienti?

Non tutti i pazienti purtroppo rispondono al trattamento con i corticosteroidi inalatori. In questo caso è possibile aggiungere altri medicinali, in particolare i beta2-agonisti a lunga durata d’azione (long-acting beta-agonist, LABA; salmeterolo, formoterolo) e gli antagonisti recettoriali dei leucotrieni (montelukast e zafirlukast).

Il beneficio dei beta2-agonisti è determinato dal legame con i recettori beta 2 adrenergici che rilassano la muscolatura liscia dei bronchi e inducono una broncodilatazione, migliorando la respirazione. Gli antagonisti dei leucotrieni agiscono, invece, inibendo gli effetti dei leucotrieni, che rappresentano potenti mediatori dell’infiammazione delle vie aeree.

E se il paziente sviluppa una crisi asmatica?

Per la riduzione dei sintomi nella fase acuta è possibile usare i beta2-agonisti a breve durata d’azione (short acting beta-agonist, SABA; salbutamolo, terbutalina). Tuttavia, un uso eccessivo di SABA al bisogno è indice di scarso controllo della malattia, e pertanto è necessario una modifica della terapia di fondo.

In più, l’uso eccessivo di questi farmaci può modificare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, la glicemia e la produzione di ormoni tiroidei. Per questo devono essere usati con cautela, soprattutto nelle persone che hanno problemi cardiaci e/o ormonali.

Esistono terapie specifiche per le forme allergiche?

Si, ma possono essere usate sono nel caso delle forme lievi o moderate. Si tratta dell’immunoterapia che consiste nella somministrazione di dosi molto basse dell’allergene a cui il soggetto risulta sensibile: analogamente a quanto avviene con la somministrazione di un vaccino, la somministrazione dell’allergene consente di desensibilizzare progressivamente l’organismo (cioè fare in modo che l’organismo conosca e si abitui all’allergene) per ridurre le riacutizzazioni.

Quali rischi si corrono nel caso la malattia non sia ben controllata?

I pazienti in cui non si ottiene un controllo adeguato dell’asma, nonostante una terapia ottimale, corrono il rischio di gravi riacutizzazioni e di sviluppo di ostruzione bronchiale non più completamente reversibile, a causa di un rimodellamento o modificazione del tessuto delle vie aeree determinato dall’infiammazione cronica.

In questi pazienti, le linee guida raccomandano l’uso di corticosteroidi orali, anche se è preferibile l’uso solo per brevi periodi per evitare l’insorgenza di gravi reazioni avverse, tra cui diabete e osteoporosi.

È fondamentale comunque valutare attentamente l’aderenza del paziente al trattamento e il corretto uso degli inalatori prima di giudicare una terapia inefficace. È sempre bene chiedere consiglio al medico o al farmacista.

Esistono altre terapie per i casi più difficili?

Si, ma solo per alcuni pazienti. Nel caso dell’asma allergico grave (o non allergico con eosinofilia), non controllato con le terapie standard, è possibile l’aggiunta di farmaci mirati che agiscono contro i mediatori delle reazioni allergiche.

Si tratta di anticorpi monoclonali che hanno come bersaglio le immunoglobuline E (omalizumab) o le interleuchine o i loro recettori (mepolizumab, benralizumab, dupilumab) e sono utilizzabili nell’asma allergico grave ma anche in altre patologie di natura allergica, quali orticaria e dermatite atopica.

Sono farmaci somministrati per via sottocutanea, che possono diminuire la frequenza e la severità delle riacutizzazioni, con il vantaggio di consentire di ridurre o interrompere l’uso dei cortisonici orali.

Asma e COVID-19. I pazienti asmatici sono più a rischio di ammalarsi di COVID-19?

Si.

È stato dimostrato che i pazienti con asma moderato-severo o non controllato corrono un rischio maggiore di essere ospedalizzati, quindi di avere una malattia più grave. Per questo è importante seguire tutte le raccomandazioni per evitare il contagio, utilizzare la mascherina e soprattutto sottoporsi a vaccinazione anti-COVID-19.

Esistono raccomandazioni particolari per un paziente asmatico che debba ricevere il vaccino anti-COVID-19?

Per i pazienti con asma ben controllato no. In generale i pazienti non devono sospendere l’eventuale terapia anti-asmatica in corso (ad eccezione dell’immunoterapia specifica) e rimangono in osservazione, come tutti, per i 15 minuti successivi alla somministrazione.

Anche, in caso di asma grave ma ben controllato il paziente può essere sottoposto a vaccinazione ma viene raccomandata un’osservazione di 60 minuti.

Nel caso di asma grave non controllato, invece, la somministrazione del vaccino deve essere rinviata fino a quando i sintomi non siano sotto controllo. Nel caso il controllo dei sintomi non venga raggiunto nonostante una terapia adeguata, il vaccino deve essere somministrato sotto controllo medico in ambiente ospedaliero con osservazione per 60 minuti.

È comunque importante confrontarsi sempre con il proprio medico o con lo specialista per ricevere indicazioni sulla base della propria condizione clinica.

 

Riferimenti bibliografici e sitografici:

 

Global Strategy for Asthma Management and Prevention. 2021 Update. https://ginasthma.org/wp-content/uploads/2021/05/GINA-Main-Report-2021-V2-WMS.pdf

https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/need-extra-precautions/asthma.html

https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-su-vaccini-covid-19

 

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