Con il termine CAR–T, Chimeric Antigen Receptor (cellule T con recettore chimerico dell'antigene), si definisce un tipo di trattamento in cui i linfociti T prelevati da un paziente vengono reinfusi nel suo organismo dopo essere stati modificati geneticamente in laboratorio per potenziarne l'azione contro il tumore (Leggi anche "Leucemie e linfomi: le nuove terapie rivoluzionano la definizione di farmaco").
Ambra Grolla
<p>Ricercatrice di tipo B presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università del Piemonte Orientale (UPO) di Novara e Professore di Farmacologia all’UPO, Facoltà di Biologia e Facoltà di Medicina e Chirurgia (sede Alessandria) e Facoltà di Biotecnologie (sede di Novara). Socio Ordinario di SIF ed Capo redattore di SIF Magazine. Si occupa di ricerca di base in Farmacologia oncologica, in particolare di carcinoma alla mammella, nell’ambito di metabolismo e microambiente tumorale.</p>
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Giuseppe Nocentini
<p>Professore Associato di Farmacologia all’Università degli Studi di Perugia. Si occupa dello studio della immunofarmacologia, cioè dei farmaci e delle molecole sperimentali che modulano il sistema immunitario e vengono utilizzati nella cura e prevenzione delle malattie infettive, tumori e autoimmunità. È autore di oltre 150 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali.</p>
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Gloria Ravegnini
<p>Ricerctrice a tempo determinato presso il Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie, Università di Bologna. I suo temi di interesse scientifico sono la Farmacogenetica e la Farmacogenomica in oncologia.</p>
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Gianni Sava
<p>Professore ordinario di Farmacologia. E’ stato presidente delle strutture scientifiche, direttore del dipartimento di Scienze Biomediche e vicedirettore del dipartimento di Scienze della Vita all’Università di Trieste. Interessi scientifici e culturali nello sviluppo di farmaci antitumorali innovativi anche basati su proprietà immunomodulanti. Autore di 14 brevetti e di oltre 280 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali.</p>
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