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La SIF ricorda

Adriano Marino

Enrico Genazzani

COMMEMORAZIONE DEL PROF. ADRIANO MARINO AD UNA RIUNIONE DEI FARMACOLOGI NAPOLETANI

Ringrazio gli amici di aver benevolmente pensato a me per commemorare Adriano Marino. 
Non desidero parlare molto. Solo pochi minuti. 
Da quando mi hanno comunicato la notizia della sua morte, i ricordi emozionali di Adriano mi scorrono in continuazione attraverso la vista, l'udito, i pensieri; mi si affollano dentro facendomi sorridere con melanconia o rattristare di rimpianti. 
Perciò mi scuso se non sarà una commemorazione formale, usuale, convenzionale, da congresso, ma sarà una commemorazione di un amico tra amici. Non sarà una lista di date, di pubblicazioni e di traguardi raggiunti dal Prof. Adriano Marino ma saranno dei brevissimi flash di Adriano e specialmente di Adriano dei tempi di Sant'Andrea delle Dame e del vecchio Istituto di Farmacologia di Leonardo Donatelli. 
Adriano Marino è un testimone della mia vita che se ne è andato, un personaggio a sé stante, che spicca originalità, che può suscitare simpatia e ad alcuni forse antipatia, ma senza dubbio è un personaggio che raramente si dimentica, con un carisma che a pochi è concesso. 
Le contraddizioni e i dubbi dell'uomo intelligente: un attanagliarsi di sicurezze ed insicurezze, di narcisismo e di generosità. 
Gli spunti geniali: i rapporti tra farmacologia e psicosomatica. 
Le sue battute lapidarie che sapevano "pittare"… 
Era impregnato di Sant'Andrea delle Dame, di Donatelli, di Genazzani, di Preziosi, di Lo Scalzo, di Marmo, di Sorrentino, di Di Rosa e di tutti gli altri personaggi di allora. Ne era così impregnato che non è mai riuscito a liberarsi di Sant'Andrea delle Dame (come tutti noi del resto) e la sua vita ne era influenzata, anche quando era lontano, a Bari ed anche a Napoli, all'allora 2a Facoltà come se veramente volesse rivivere le sue immagini di quei tempi. 
Da qui molte amarezze, silenzi, allontanamenti. 
Gli ero molto amico. 
Ci comprendevamo anche senza parlare, per accenni, per allusioni. 
Donatelli lo stimava molto, anche se non gli somigliava, ma ne apprezzava l'intelligenza e forse lo riteneva dotato di qualcosa di più di noi. 
Un giorno Donatelli arrivò a chiedermi quando ero già incaricato di Tossicologia in Medicina e di Farmacologia Veterinaria, di dimettermi dal posto di Assistente per cederlo ad Adriano! Tanto io ero già maturo per la cattedra…! 
Era un Farmacologo anomalo, ed in questo differiva da Donatelli: Donatelli abilissimo sperimentatore, con una manualità impeccabile sapeva creare fin nei minimi particolari l'esperimento, e quindi trarne una lucida sintesi. 
Adriano più intuitivo, non si curava troppo dei particolari della metodologia, ma gli interessava la sintesi e la correlazione con la medicina pratica e la terapia. 
Le sue ipotesi erano originali: ne ricordo una: la tossicità selettiva in organi parzialmente compromessi da shock. 
Era un Farmacologo Umanista, un Farmacologo medico ed un medico Farmacologo. Primo Fondatore insieme a Cazzullo e Di Maio della Società di Psicofarmacologia, e Presidente onorario. Ma anche scrittore, pittore. Un Farmacologo che pensava di alleviare le sue ansie a Capri ed alla Baia Domizia, ma penso che non ci sia mai riuscito. Era un uomo che affascinava le donne e qualche volta suscitava invidia negli uomini. 
Ma difficilmente era soddisfatto, c'era in lui sempre un retroscena di tristezza inapparente che era nascosta in quel suo sorriso particolare. 
Adriano marito di Angela, della dolce Angelica. Avevo l'impressione che avesse il pudore di manifestare il profondo affetto che provava per lei, ma la ricordava spesso. Non conosco bene Angelica, ma ho la certezza che sia stata una buona moglie per lui e per questo la ringrazio e le esprimo pubblicamente le mie sentite condoglianze. 
L'ultima volta che ho visto Adriano Marino è stato a Bari in occasione di un congresso di Farmacologia. 
Abbiamo passato molte ore insieme seduti sulle poltrone dell'albergo del congresso, ed anche durante un concerto alla chiesa di San Nicola, ed anche durante la cena dalla Conte Camerino. Era il solito Adriano, forse un po' più rassegnato. Mi ha parlato anche delle persone con cui più facilmente poteva comunicare, tra questi io, e Mimmo di Maio, psichiatra a Milano. 
E come al solito chiacchieravamo silenziosamente. Ma di Adriano ricordo altre chiacchierate silenziose: ad esempio a Montecatini Terme dove eravamo con tutta la scuola di Donatelli, ma principalmente nei corridoi di Sant'Andrea delle Dame: Farmacologia peripatetica la chiamava. 
Da quando ho saputo della sua morte mi sembra di chiacchierare con lui, per accenni, per allusioni, come da sempre. 
Ciao Adriano. Non ti dimenticherò. 

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