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La SIF ricorda

Paolo Preziosi

La scomparsa del Professore Paolo Preziosi ha determinato nella comunità scientifica nazionale ed internazionale ed in particolar modo farmacologica un sentimento unanime di rimpianto, di profonda tristezza e di riconoscenza. Le motivazioni di questo sentimento percepito da tutti risiede nella capacità del Professore Preziosi di aver dedicato tutte le Sue energie umane, scientifiche ed accademiche alla crescita della Farmacologia a livello nazionale ed internazionale.

Nato ad Avellino nel 1931, a poco meno di 15 anni conseguì la maturità classica, a poco più di 20 anni, nel 1952, la laurea in Medicina e Chirurgia nella Università di Napoli sotto la guida del Suo Maestro Leonardo Donatelli con il massimo dei voti e la lode. Nel 1958 e nel 1960 trascorse un fruttuoso periodo di ricerche presso l’Istituto diretto dal Premio Nobel C. F. Heymans della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università di Gand, Belgio. Nel 1965, a soli 34 anni, fu chiamato a ricoprire la Cattedra di Professore Ordinario di Farmacologia nell’allora unica Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Napoli. Nel 1972 fu uno degli artefici della fondazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II nella sede di Cappella Cangiani, divenendo titolare della cattedra di Farmacologia. Qui fondò una Scuola entusiasta di ricercatori e docenti ed una divisione di Farmacologia impegnata nella ricerca, nella didattica e nell’assistenza clinica. Gli allievi di questa Scuola, fondata dal Professor Preziosi, difatti a loro volta proseguirono questo compito, da Lui appreso, in altre numerose sedi universitarie italiane. Nel 1979, fu chiamato all’unanimità a ricoprire la cattedra di Farmacologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e dell’annesso Policlinico Gemelli, ove nuovamente e con fervore e tenacia creò un gruppo di entusiasti e validi ricercatori e docenti che oggi occupano prestigiosi ruoli accademici in diversi Atenei nazionali. A testimonianza di questa innata capacità di formazione di ricercatori e docenti universitari e quindi “di fare Scuola” il Professor Preziosi annovera tra i suoi allievi diretti e di seconda generazione, la presenza, in qualità di professori ordinari, in 16 Atenei nazionali. Questo impegno non gli impedì di sostenere ed incoraggiare docenti italiani di altre sedi e Scuole nazionali nel prosieguo delle loro attività scientifiche e di carriera. Nel 2008, l’Università Cattolica del Sacro Cuore a riconoscimento della Sua meritevole attività gli conferì l’onorificenza di Professore Emerito.

L’interesse scientifico del Professore Preziosi  si è coerentemente rivolto negli anni, sempre in collaborazione con i suoi allievi, al settore della Neuroendocrinofarmacologia  con particolare riguardo al controllo ipotalamico  dell’asse ipofisi-surrene e quindi della Neurofarmacologia, Tossicologia e delle Neuroscienze, contribuendo al chiarimento dei meccanismi di liberazione delle catecolamine da parte dei farmaci nel sistema nervoso periferico e centrale. I risultati di tale costante impegno scientifico hanno trovato accoglienza su circa 500 pubblicazioni su prestigiose riviste internazionali.

L’impegno scientifico ed accademico del Professore non gli ha impedito di rivestire incarichi prestigiosi in rilevanti società scientifiche. Egli, infatti, è stato Presidente della Società Mondiale di Tossicologia, Vicepresidente della Società Internazionale di Farmacologia Clinica, Presidente della Società Italiana di Farmacologia, Presidente della Società di Scienze Farmaceutiche, e Presidente della Società Italiana di Tossicologia.

A testimonianza della sua attenzione per i problemi di Bioetica della ricerca va ricordato la Sua presenza nel Comitato Nazionale di Bioetica dal 1995 al 1999 e la carica di Presidente del Comitato Etico della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Con grande spirito di servizio mise la Sua competenza al servizio dell’Agenzia Governativa Regolatoria del Farmaco, come componente dapprima della CUF e poi dell’AIFA, in cui profuse le Sue qualità etiche e di rigore scientifico in momenti critici per la Sanità italiana.

Non meno rilevante fu la sua antesignana intuizione alla fine degli anni 70’ della importanza della trasferibilità dei risultati ottenuti nella ricerca preclinica e clinica nel mondo della industria farmaceutica, oggi molto sentita nel mondo scientifico, allorquando assunse la presidenza della Società di Ricerca Tecnofarmaci, uno dei primi esempi di collaborazione tra i laboratori di ricerca pubblici con le imprese.

Infine, ci appare doveroso sottolineare alcuni aspetti del profilo umano del Professore Preziosi. A chi non lo conosceva profondamente poteva apparire riservato, egli invece nascondeva tratti  di timidezza e di discrezione. Dietro questa aspetto emergeva invece una notevole generosità, una grande sensibilità umana ed un elevato rigore etico e scientifico specialmente verso quei giovani che volevano intraprendere la carriera della ricerca e verso cui Lui metteva a completa disposizione la Sua esperienza di docente universitario. Non possiamo dimenticare i principi fondamentali che come Maestro ci ha voluto insegnare quali la libertà e l’originalità della ricerca, la dignità ed il rispetto della persona umana, nonché la solidarietà verso le persone più deboli e più umili.

Nel 2019, solo un anno prima della Sua scomparsa  gli è stato conferito per i suoi alti meriti scientifici e per la Sua brillante carriera il “Pericles International Prize”, che negli anni precedenti era stato attribuito ai Premi Nobel Renato Dulbecco, Rita Levi Montalcini, Sir John Eccles e Sir John Vane.

Egli ha continuato a profondere le Sue energie sino alla fine della Sua vita avendo accettato di fungere da alto consulente, insieme ai due Premi  Nobel Thomas Sudhof della Stanford University e Aaron Ciechanover di Tel Aviv, nel progetto di realizzazione in Calabria del “Renato Dulbecco Institute”, una piattaforma per la produzione di anticorpi monoclonali verso le pronectine sotto la guida dello scienziato Roberto Crea di San Francisco.

 

Gli allievi sono orgogliosi di tratteggiarne la Sua figura di Maestro nella convinzione che possa essere un modello di riferimento per le nuove generazioni di farmacologi.

 

 Lucio Annunziato                                          e                                            Giuseppe Nisticò

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