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Documenti / Position papers

1 aprile 2009

Epoetine biosimilari e loro sicurezza

Documento della Società Italiana di Farmacologia

EPOETINE BIOSIMILARI E LORO SICUREZZA

La Società Italiana di Farmacologia:

tenuto conto che i farmaci biosimilari rappresentano farmaci biotecnologici che, una volta scaduto il brevetto, possono essere prodotti anche da aziende diverse dagli originatori,
a fronte di:

un proliferare di comunicazioni giornalistiche, simposi e tavole rotonde che informano/disinformano sul corretto uso dei medesimi,
alcuni articoli sulla stampa nazionale che ventilano un potenziale rischio derivante dall'uso di tali farmaci,
ha incaricato due soci, la Prof.ssa Maria Pia Abbracchio dell'Università di Milano e il Prof. Armando Genazzani dell'Università del Piemonte Orientale, esperti del settore e che hanno partecipato alla stesura di position paper di Società Scientifiche su questo argomento, di valutare i suddetti problemi.

A suo tempo, la Società Italiana di Farmacologia ha già considerato gli aspetti salienti relativi ai farmaci biosimilari attraverso un position paper, evidenziandone le opportunità, le problematiche e le prospettive. Tuttavia, la Società si è anche espressa in merito alla necessità di applicare regole specifiche per l'immissione in commercio di tali farmaci, regole che tenendo conto della complessità del processo produttivo, avessero un profilo di accuratezza e studio ancora maggiore di quelle che disciplinano l'immissione in commercio dei farmaci generici (gli equivalenti dei farmaci tradizionali a basso peso molecolare). In linea generale, il position paper evidenziava la necessità di svolgere approfonditi studi clinici e studi di farmacovigilanza attiva mirati a valutare l'efficacia e la sicurezza del farmaco biosimilare e ad acquisire dati utili per una sua completa caratterizzazione. In pratica, le linee guida per l'approvazione dei farmaci biosimilari redatte dall'Agenzia Europea per l'approvazione dei farmaci (EMEA) non si discostano significativamente dalla posizione della nostra Società.

La Società Italiana di Farmacologia ritiene pertanto che l'approvazione di un biosimilare da parte dell'EMEA dia sufficienti garanzie di efficacia e di sicurezza per la sua immissione in commercio. Alla luce dell'esame condotto dai proff. Abbracchio e Genazzani e vista la nostra fiducia nelle Agenzie Regolatorie, la SIF ritiene inutile visionare e prendere posizione su dossier registrativi di specifici farmaci biosimilari già approvati.

Tuttavia, la SIF ritiene opportuno ribadire quanto segue:

Affermazioni come quelle recentemente riportate sulla pericolosità delle epoetine sono prive di fondamento in rapporto alle nostre attuali conoscenze e, soprattutto, alla estrema attenzione che l'EMEA ha posto a riguardo.
Sono ugualmente fuorvianti articoli che tendano a sottovalutare la complessa procedura di registrazione dei farmaci biosimilari, basata su studi clinici di cross-over tesi a verificare l'efficacia della preparazione e la presenza di effetti collaterali frequenti, anche attraverso l'utilizzo di marker surrogati.
Gli esempi riportati a supporto di tali affermazioni si riferiscono spesso a circostanze lontane dal mercato europeo (ad esempio, i Paesi nei quali non venga rispettato il periodo brevettuale dei farmaci o nei quali la legislazione non preveda rigidi controlli qualitativi), e quindi non applicabili in una realtà come la nostra nella quale il processo registrativo dell'EMEA si fa garante della qualità della produzione e degli studi clinici.
E' di fondamentale importanza che la stampa nazionale e medica persegua la sua opera di corretta informazione, testimoniata dai numerosi articoli costruttivi ed equilibrati sulle potenzialità dei farmaci biosimilari.
I farmaci biosimilari, infine, rappresentano per il Sistema Sanitario Nazionale un'irrinunciabile opportunità, come già espresso nel position paper della Società.
A fronte di tali premesse, la SIF ribadisce l'obbligatorietà di una ragionevole cautela nel primo periodo di immissione in commercio di un nuovo farmaco biosimilare. Infatti, malgrado la registrazione di un prodotto biosimilare presupponga studi clinici di Fase III, le possibili differenze strutturali presenti (quali modifiche post-trasduzionali) non garantiscono un identico quadro di effetti collaterali rispetto al prodotto originatore. Tra gli effetti collaterali da considerare vi è ovviamente il potenziale immunogenico, che riguarda tutti i farmaci biotecnologici di nuova immissione in commercio e che non sarà necessariamente identico tra prodotto originatore già ampiamente conosciuto e biosimilare.

In particolar modo, la SIF ritiene opportuno che:

la scelta del farmaco biologico da utilizzare (tra originatore/i e biosimilare/i) sia esclusivamente delegata al medico;
sia garantita la tracciabilità post-marketing (e che quindi non venga autorizzata la sostituibilità automatica della prescrizione). Tale comportamento renderebbe infatti vano qualunque studio di farmacovigilanza;
per i pazienti già in trattamento con uno specifico prodotto biologico, non vi sia uno switching automatico con un prodotto biosimilare, poiché non è certo, in questa prima fase, che questo comportamento non possa aumentare il rischio di immunogenicità.
In conclusione, la SIF ritiene che i pazienti con nuova diagnosi, che siano drug-naive, non pongano particolari problemi alla rapida adozione dei biosimilari, ferma restando la cautela relativa al fatto che trattasi di farmaci NUOVI da monitorare attentamente nel primo periodo d'uso sia per quanto riguarda l'efficacia clinica che la sicurezza.

Società Italiana di Farmacologia
Milano, 1 aprile 2009 

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