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SARS

La SARS sta per sindrome respiratoria acuta grave (Severe acute respiratory syndrome in inglese) ed è una forma di polmonite atipica causata dal coronavirus denominato SARS-CoV-1.

Oltre a determinare una polmonite atipica, la SARS ha diverse caratteristiche in comune con CoViD-19, la malattia determinata da SARS-CoV-2. Infatti, anche la SARS è apparsa in Cina (precisamente nella provincia del Guangdong) e, molto probabilmente, il virus responsabile della malattia (come detto denominato SARS-CoV-1) ha fatto il salto di specie a partire dai pipistrelli e/o dagli zibetti.

La malattia è stata descritta per la prima volta dal medico italiano Carlo Urbani che poi è deceduto a causa della stessa. La SARS ha causato un'epidemia durata meno di 1 anno (in particolare dal novembre 2002 al luglio 2003) che ha colpito 30 Paesi ma la grande maggioranza dei soggetti colpiti risiedeva in Cina e Hong Kong. In particolare, si sono ammalati “solo” circa 8500 pazienti, dei quali circa 800 sono morti (dunque il tasso di letalità è risultato uguale a circa il 10%, molto superiore a quello di CoViD-19). Nelle zone affette circa il 20 per cento di tutti i casi ha interessato gli operatori sanitari.

Oltre a Cina e Hong Kong, un certo numero di casi è stato osservato a Taiwan (84 casi), Canada (38 casi) e Singapore (32 casi). Per quanto riguarda l’Italia, a fine maggio 2003, risultavano segnalati dall’Italia all’OMS 9 casi probabili di SARS. Di questi casi, revisionati da un sottogruppo della Commissione Ministeriale, 4 venivano confermati come probabili.

L’epidemia è finita in tutto il mondo grazie all’isolamento dei pazienti e, da allora, non si sono più segnalati altri casi di SARS in nessuna parte del mondo. Paradossalmente, una delle cause responsabili della scomparsa di SARS-CoV-1 è l’aggressività di SARS-CoV-1, superiore a quella di SARS-CoV-2.

Alcuni malati di SARS sono stati trattati con il siero iperimmune dei pazienti guariti, avendone giovamento. Invece i vaccini preparati per la SARS sono stati sperimentati ma mai utilizzati, proprio a causa di quella che, ormai, possiamo definire l’estinzione spontanea del virus.

Fa impressione leggere quello che dice al termine dell’epidemia Gro Harlem Brundtland, allora direttore generale della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): “La SARS è un monito. Ha spinto anche i più avanzati sistemi sanitari pubblici verso un punto critico. Queste protezioni hanno tenuto, ma solo a mala pena. La prossima volta, potremmo non essere così fortunati. Abbiamo una opportunità ora, e vediamo chiaramente di cosa abbiamo bisogno: ricostruire le difese della sanità pubblica. Questo sarà necessario per affrontare la prossima epidemia globale, che sia di SARS o di qualunque altra infezione”. E ancora: “La SARS ci sta insegnando molto. Ora dobbiamo tradurre queste lezioni in azioni. Potremmo avere poco tempo, e dobbiamo usarlo nel modo più saggio”.