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Trapianto autologo di cellule staminali

Trapianto di cellule staminali prelevate dal paziente stesso (autologo). Le cellule staminali sono cellule immature che hanno la capacità di specializzarsi nelle cellule che compongono i vari tessuti dell'organismo, servono per il differenziamento e la riparazione dei tessuti.

In genere il trapianto viene eseguito in pazienti in buone condizioni generali e che non abbiano patologie concomitanti e che siano ritenuti idonei a tollerare un trattamento chemioterapico ad alte dosi.

La prima fase è la terapia di induzione, che ha l’obiettivo di ridurre quanto più possibile la malattia prima del trapianto. Attualmente lo schema più utilizzato in Europa è la combinazione di tre farmaci: bortezomib, talidomide e cortisone.

Il passo successivo è la raccolta delle cellule staminali che vengono poi reinfuse in una vena periferica del paziente dopo la somministrazione di una chemioterapia ad alte dosi. La somministrazione di tali dosaggi, pur avendo la capacità di eradicare la malattia, presenta tossicità soprattutto a carico del midollo osseo ematopoietico, con distruzione dei precursori delle cellule del sangue.

La reinfusione delle cellule è in grado di determinare una rigenerazione del midollo osseo.