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Linfociti T

All’interno dei globuli bianchi presenti del sangue si trovano anche i linfociti T, che hanno un ruolo importante nell’immunità cellulo-mediata. Sono suddivisi in linfociti T helper (cioè coadiuvanti, caratterizzati dall’espressione del CD4 e, quindi chiamati anche linfociti CD4+) e linfociti T citotossici (detti anche linfociti killer o CTL, caratterizzati dall’espressione del CD8 e, quindi chiamati anche linfociti CD8+).

I linfociti T riconoscono elementi estranei all’organismo (batteri, virus e i tessuti estranei nel caso di un trapianto). Ogni linfocita T è specializzato nel riconoscere una particolarità di un elemento estraneo (detta epitopo) e, in sua presenza, si attiva e prolifera in modo tale da rappresentare un attore importante nell’attacco all’elemento estraneo. Il processo di proliferazione/espansione richiede diversi giorni (1-2 settimane)

In particolare, i linfociti T helper stimolano i linfociti B a produrre anticorpi e producono citochine (interleuchine e interferoni) inducendo l’attivazione di altri linfociti T. I linfociti T citotossici sono programmati per attaccare direttamente e uccidere batteri, le cellule che ospitano i virus e i tessuti estranei all’organismo attraverso proteine che fanno dei buchi nella parete cellulare della celula attaccata.

Quando l’elemento estraneo all’organismo viene eliminato, il linfociti T tornano ad uno stato di riposo, ma non muoiono. Infatti si trasformano in linfociti T della memoria e si mettono nei linfonodi da dove sono pronti a reagire prontamente (ore/pochi giorni) contro lo stesso epitopo (ad esempio batterio se questo tornasse ad infettare l’organismo). La reazione in alcuni casi evita al soggetto di ammalarsi, in altri casi diminuisce la gravità delle malattia e, dunque, la comparsa di complicanze gravi.