A differenza dei vaccini con patogeni intatti, i vaccini a subunità utilizzano, per istruire il nostro sistema immunitario, solo alcune componenti (antigeni) dell’agente patogeno verso il quale ci si vuole proteggere.1 Questo tipo di approccio prevede inoltre l’utilizzo, in combinazione con gli antigeni patogeni, di sostanze chiamate adiuvanti, che servono a potenziare la risposta del sistema immunitario.
I vaccini a subunità sono largamente utilizzati in clinica per via della loro relativa semplicità di preparazione e per il loro profilo di sicurezza. Questo tipo di vaccini infatti presenta un numero ridotto di effetti avversi rispetto all’utilizzo di patogeni intatti.
Appartengono a questa categoria sei classi di vaccini.
Vaccini a polisaccaridi: questo tipo di vaccini utilizza gli zuccheri (i polisaccaridi) che formano il rivestimento esterno di acuni tipi di batteri per stimolare il sistema immunitario. L’efficacia di questa classe di vaccini è limitata in quanto non sono in grado di indurre una forte risposta immunitaria.
Vaccini coniugati: simili ai vaccini a polisaccardi, i vaccini coniugati utilizzando gli zuccheri che formano il rivestimento esterno di acuni tipi di batteri, fusi però (cioè coniugati), con altri antigeni proteici dello stesso agente patogeno. Questa formulazione risulta molto più efficace del semplice vaccino a polisaccaridi ed è in grado di indurre una forte risposta immunitaria.
Attualmente questo tipo di formulazione è utilizzato in clinica per i vaccini contro il batterio Haemophilus influenzae di tipo B (Hib) e le infezioni da pneumococco e meningococco.
Vaccini a proteine ricombinanti: questo tipo di vaccini utilizza le proteine dell’agente patogeno (antigeni) per stimolare il sistema immunitario. Gli antigeni dell’agente patogeno vengono prodotti in laboratorio, attraverso tecniche di ingegneria genetica, in seguito vengono purificati ed inoculati nei soggetti da vaccinare.
Vaccini toxoidi: questo tipo di vaccini non utilizza agenti patogeni o parti di essi per stimolare il sistema immunitario, bensì utilizza le tossine che questi organismi producono. Le tossine vengono chimicamente inattivate in laboratorio (i toxoidi sono le tossine inattivate), per poi essere inoculate nell’organismo. Appartengono a questa categoria i vaccini contro la difterite ed il tetano.
Vaccini a particelle virali sintetiche: come anticipato dal nome, questo tipo di vaccini è utilizzato soltanto per i virus. I vaccini a particelle virali sintetiche utilizzano particelle definite “virus-like” (VLP) che sono composte dalle proteine esterne del virus verso il quale si vuole immunizzare, assemblate per formare dei “gusci” del tutto simili al virus originale, ma mancanti del materiale genetico al loro interno, quindi incapaci di replicarsi e dare luogo ad infezione. Questo tipo di vaccini è in grado di dare luogo ad una potente risposta immunitaria, del tutto simile a quella ottenuta utilizzando i vaccini ad agenti patogeni intatti ma con un profilo di sicurezza ancora migliore.
Vaccini a nanoparticelle: le nanoparticelle sono microscopici frammenti di metallo (o anche di sostanze inorganiche, lipidi o polimeri sintetici), che vengono utilizzati in questo tipo di vaccini come trasportatori degli antigeni del patogeno verso il quale ci si vuole immunizzare.
Il legame degli antigeni del patogeno alle nanoparticelle permette di conferigli tutta una serie di caratteristiche utili a migliorare la risposta immunitaria e quindi l’efficacia della vaccinazione, tra queste caratteristiche possiamo trovare una migliore resistenza alla degradazione, la possibilità di rilasciare l’antigene in maniera controllata (un poco alla volta) o di indirizzarlo in specifici siti dell’organismo.
Riferimenti sitografici