Professore ordinario di Farmacologia all’Università di Cagliari, direttore della Scuola di Specializzazione in Farmacologia. La sua attività di ricerca è incentrata sulla neuropsicofarmacologia, con particolare riguardo verso la neurobiologia delle dipendenze e delle patologie neurologiche e psichiatriche. Autore di circa 100 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali.
La Cannabis terapeutica è approvata per la terapia del dolore, per la spasticità nella sclerosi multipla, nell’anoressia da chemioterapia o AIDS e per ridurre i movimenti involontari del corpo e del viso nella sindrome di Tourette. Il rovescio della medaglia è che la Cannabis è la sostanza d’abuso illegale più diffusa e, utilizzata in modo errato, può avere diversi effetti negativi soprattutto sul sistema nervoso centrale di soggetti vulnerabili. Ne parliamo con gli esperti della Società Italiana di Farmacologia.
La pandemia scatenata dal virus SARS-CoV-2 ha messo in evidenza quanto siamo ancora deboli di fronte a una emergenza sanitaria che pone gravi problemi sulla salute di tutti i cittadini. All’improvviso ci siamo accorti che non siamo preparati per affrontare una malattia sconosciuta come la CoViD-19.
La Cannabis è nota da millenni, non solo per le sue proprietà psicotrope che rendono i suoi derivati le sostanze d’abuso illegali più diffuse, ma anche per le proprietà terapeutiche. In modo simile all’oppio, la cannabis è stata utilizzata per un gran numero di malattie. Oggi il suo utilizzo terapeutico è regolato dalla legge e la terapia del dolore è quella condizione per la quale viene più spesso prescritta. Si tratta di un tema molto controverso, non solo in ambito scientifico e clinico, ma anche politico.
La pandemia in corso, oltre ad aver messo a dura prova i sistemi sanitari e le economie mondiali, ha aggravato le problematiche psichiatriche e minato la salute mentale di molte persone. E’ cosa nota che gli eventi epidemici, e in particolare i periodi di lockdown, elevano il rischio di sviluppare disturbi d’ansia, depressione e comportamenti aggressivi. I soggetti che fanno uso di droghe sono particolarmente vulnerabili, non solo perché lo stress è una delle cause di ricaduta e di aumento del consumo, ma anche perché le patologie psichiatriche, sovrapposte o latenti al consumo di sostanze d’abuso, possono incrementare l’uso di queste ultime o anche essere peggiorate da queste.
Ansia, insonnia, depressione, sono molto frequenti nell’anziano e spesso richiedono un trattamento farmacologico. In situazioni più gravi, come le demenze, è richiesto sovente un trattamento, a domicilio o nelle residenze assistite, che comprende un cocktail di numerosi farmaci specifici. Inoltre, la popolazione anziana consuma una quantità notevole di farmaci da prescrizione e da banco. Questi fattori, combinati con le variazioni dei parametri farmacocinetici e farmacodinamici legate all'età, rendono la popolazione anziana più suscettibile alle interazioni farmacologiche e alle reazioni avverse da farmaco e, per alcuni psicofarmaci, ad un aumento del rischio di dipendenza.
Il farmaco disulfiram, noto anche con il nome di Antabuse, usato tradizionalmente per la dissuefazione dalla dipendenza da alcol, potrebbe diventare uno strumento utile per combattere l’infezione da SARS-CoV-2.
Gli uomini sono più suscettibili delle donne alle complicazioni gravi nella COVID-19. Oltre alle patologie concomitanti che peggiorano il decorso della COVID-19 e che colpiscono più gli uomini delle donne, si è posta attenzione anche all’abitudine del fumo di sigaretta, anch’essa più prevalente nel sesso maschile.