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Quanto vale la cannabis terapeutica nella terapia del dolore?

28 gennaio 2022

Quanto vale la cannabis terapeutica nella terapia del dolore?
La Cannabis è nota da millenni, non solo per le sue proprietà psicotrope che rendono i suoi derivati le sostanze d’abuso illegali più diffuse, ma anche per le proprietà terapeutiche. In modo simile all’oppio, la cannabis è stata utilizzata per un gran numero di malattie. Oggi il suo utilizzo terapeutico è regolato dalla legge e la terapia del dolore è quella condizione per la quale viene più spesso prescritta. Si tratta di un tema molto controverso, non solo in ambito scientifico e clinico, ma anche politico.

Con la collaborazione di due esperti, il prof. Gioacchino Calapai dell’Università di Messina e il prof. Angelo Izzo dell’Università di Napoli “Federico II”, proviamo a rispondere ad alcune domande sulla Cannabis nella terapia del dolore e sulle sue potenziali interazioni con gli oppiodi, i farmaci analgesici come la morfina, ritenuti più potenti ed efficaci, ma non privi di reazioni avverse importanti, tra cui la loro capacità di dare dipendenza e tolleranza.

Perché i derivati della Cannabis possono essere efficaci nella terapia del dolore?

Le sostanze che derivano dalla Cannabis producono una riduzione del dolore agendo sulla conduzione nervosa dei segnali del dolore, mitigando la sensibilizzazione di questi neuroni e attenuando l'infiammazione attraverso l'attivazione di un apposito recettore chiamato CB1. La stimolazione di questi recettori modula il rilascio di neurotrasmettitori implicati nella percezione e nell’elaborazione dei segnali dolorifici, nel cervello e nel midollo spinale.

I cannabinoidi possono essere associati agli oppioidi nella terapia del dolore?

I recettori degli oppioidi e dei cannabinoidi sono ampiamente distribuiti e presenti contemporaneamente nel sistema nervoso centrale (l’insieme di neuroni presenti nella scatola cranica) e periferico (i neuroni che coordinano le funzioni dei vari organi e tessuti). Numerose evidenze sperimentali suggeriscono l’esistenza di interazioni tra questi due sistemi. In particolare, numerosi studi sugli animali hanno dimostrato che gli agonisti dei cannabinoidi (cioè i farmaci che attivano i recettori CB1, quali il delta-9-tetraidrocannabinolo [Δ9-THC]) potenziano gli effetti analgesici, cioè antidolorifici, degli oppioidi.

Per quali tipi di dolore un medico può prescrivere Cannabis terapeutica in associazione o meno agli oppioidi?

In generale, gli oppioidi sono utilizzati efficacemente per il trattamento del dolore sia acuto che cronico, soprattutto quelli causati dai tumori. Al contrario, i cannabinoidi dimostrano di possedere effetti analgesici particolarmente nella gestione del dolore cronico, come il dolore neuropatico, cioè quello causato da infiammazioni dei nervi sia del cervello che periferici (nevralgie). In alcuni casi, l'aggiunta di farmaci cannabinoidi alla terapia analgesica con oppioidi in corso può fungere da efficace trattamento aggiuntivo e aiutare a ridurre il dolore in alcuni pazienti.

Cosa ci dicono gli studi clinici sull’associazione Cannabis e oppioidi?

Purtroppo, i dati clinici generalmente non sono conformi ai risultati sperimentali preclinici e sono, in genere, contraddittori. Ciononostante, il numero crescente di prove precliniche che suggeriscono il beneficio terapeutico della combinazione di oppioidi e cannabinoidi nel trattamento del dolore, ma anche della sindrome da astinenza da oppioidi, sta sollevando un forte movimento nell’opinione pubblica a favore della sostituzione dell'uso terapeutico di oppioidi con farmaci cannabinoidi. Sono in corso numerosi studi che cercano di chiarire questa contraddizione.

Vi sono delle controindicazioni e delle reazioni avverse importanti?

La Cannabis per uso medico è in genere ben tollerata. Gli effetti avversi segnalati più frequentemente sono confusione mentale, tempi di reazione ridotti e, talvolta, accentuazione dell'ansia. Solo nel caso di forte intossicazione sono stati segnalati gravi disturbi psicologici. In ogni caso, la Cannabis è controindicata nei soggetti con meno di 18 anni o che hanno manifestato reazioni di ipersensibilità a qualsiasi cannabinoide e nei soggetti con gravi malattie cardiorespiratorie.

 

Di questo e di molto altro si parlerà estesamente in occasione del congresso internazionale 1st Joint meeting on Natural Products Pharmacology SIF - SIPHAR – IMGNPP che si terrà a Napoli dal 24 al 26 febbraio 2022 e che vede riuniti tutti gli esperti del settore dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, dalla Francia, Spagna, Italia e Grecia ai Paesi del Nord-Africa, dei Balcani e del Medio Oriente.

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