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Morfina: farmaco importante anche se oggetto di pregiudizi e fonte di preoccupazioni

27 luglio 2023

Morfina: farmaco importante anche se oggetto di pregiudizi e fonte di preoccupazioni
Sebbene l’uso dell’oppio sia documentato già nel 200 a.C. negli scritti del filosofo e botanico Teofrasto, discepolo di Aristotele, il primo ad isolare la morfina fu il farmacista tedesco Friedrich Serturner nel 1803 che attribuì le proprietà ipnotiche del composto alla divinità greca Morfeo, dio del sonno. Vediamo di cosa si tratta.

Carta identità della morfina

La morfina appartiene al gruppo dei farmaci analgesici oppioidi, cioè quei farmaci che attenuano la sensazione del dolore. È uno degli alcaloidi naturali estratto dall’oppio; da quest’ultimo vennero isolati poi 25 composti ma solo la morfina, la codeina e la papaverina hanno interesse pratico in clinica. Successivamente sono stati sintetizzati diversi derivati semi-sintetici, con le stesse proprietà analgesiche quali ossicodone, idromorfone e idrocodone e sintetici. Dal 1805 a oggi la morfina e i suoi derivati sono diventati il trattamento più usato contro il dolore.

 

Perché e quando si usa la morfina?

Ogni anno vengono usate 230 tonnellate di morfina a scopi medici e analgesici. Rappresenta il farmaco della classe degli oppioidi più utilizzato, soprattutto in ambito oncologico ma anche nel trattamento del dolore post- operatorio e nel campo delle cure palliative. La morfina é in grado di modificare il meccanismo con cui il cervello e, più in generale, il sistema nervoso rispondono al dolore acuto e cronico. Le formulazioni ad azione rapida sono usate per un’azione immediata sul dolore mentre quelle a rilascio prolungato sono utilizzate nel trattamento del dolore cronico.

 

Come avviene la rimozione del dolore con la morfina?

La morfina agisce su dei recettori specifici, componenti del sistema nervoso e deputati al riconoscimento del dolore, che prendono il nome dalle lettere dell’alfabeto greco μ, δ, e κ. Quando la morfina raggiunge questi recettori, l’effetto analgesico viene trasmesso attraverso una cascata di proteine specifiche ai centri di rilevamento e controllo nel cervello che provvede ad annullare la sensazione dolorifica.

 

La morfina agisce solo sul cervello?

No. Le principali azioni della morfina si esplicano a livello del sistema nervoso centrale che si traducono in rallentamento del respiro e ci sono importanti effetti anche a carico dell’apparato digerente con stipsi che possono richiedere interventi farmacologici correttivi.

 

Ci sono altri effetti della morfina?

Un effetto della morfina è l'euforia, come conseguenza dell’effetto degli oppioidi sui centri cerebrali del piacere. Questo effetto è variabile, a seconda dell’indicazione terapeutica e della via di somministrazione: la morfina somministrata per via endovenosa provoca un’improvvisa e duratura sensazione di benessere, mentre somministrata a pazienti con dolore intenso e duraturo, provoca un miglioramento del dolore e dell'umore.

 

E quali sono gli effetti indesiderati?

Sebbene i benefici dell’uso della morfina siano ben documentati è sempre bene ricordare come il suo utilizzo possa provocare dipendenza e/o reazioni da sospensione in seguito ad un utilizzo regolare per un lungo periodo di tempo o in dosi elevate. La morfina quando viene introdotta nel nostro organismo provoca diversi effetti: riduce la frequenza respiratoria e cardiaca, oltre a rallentare l’attività cerebrale. L’utilizzo di morfina può causare la comparsa di nausea, vomito, stitichezza, vertigini, stordimento, sonnolenza e sudorazione.

 

Qual è la via di somministrazione della morfina e quanto tempo ci vuole per smaltirla?

La morfina viene somministrata preferibilmente per via orale nelle malattie croniche o, quando la via orale non è praticabile, anche per via intramuscolare o endovenosa. I farmaci come la morfina sono caratterizzati da un assorbimento orale variabile: esistono comunque in commercio delle preparazioni orali a lento rilascio sotto forma di compresse o gocce. Dopo iniezione i livelli plasmatici di morfina raggiungono il picco in circa 20 minuti mentre dopo somministrazione orale si raggiunge il picco in circa 30 minuti. La morfina viene metabolizzata principalmente nel fegato e circa l'87% della dose viene escreta nelle urine entro 72 ore dalla somministrazione.

 

Quanto è potente la morfina rispetto agli altri oppiacei?

La morfina rappresenta l’oppiaceo di riferimento rispetto alla quale viene calcolata la potenza relativa degli altri farmaci oppiacei:

1)      codeina, meperidina, tramadolo: potenza pari ad un decimo di quella della morfina;

2)      metadone: leggermente più potente della morfina, ma con minor capacità di indurre dipendenza; in genere si considera un rapporto di 1:1;

3)      petidina: 10 volte più potente della morfina;

4)      fentanil: 50-100 volte più potente della morfina;

5)      sufentanil: 500-1000 volte più potente della morfina

 

Morfina e legislazione

Sebbene la morfina sia relativamente un farmaco a basso costo il suo utilizzo è caratterizzato da una disparità di accesso tra i paesi; il consumo medio stimato varia da 5 a 63 volte tra paesi ad alto reddito e paesi a basso reddito.

Nel nostro Paese la Legge 38 del 2010 tutela chi soffre in maniera cronica e sancisce il diritto all’accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative per tutti i cittadini; nonostante ciò meno del 20% degli italiani è al corrente della normativa che regola le cure palliative.

 

Cosa possiamo concludere sulla morfina?

I preconcetti sulla morfina necessitano di essere superati sebbene purtroppo manchi ancora in parte la cultura dell’utilizzo di farmaci appropriati per ogni tipologia di dolore. Solo mediante una conoscenza più approfondita da parte di tutti, esperti nel settore e non, sarà possibile utilizzarla al meglio non solo nell’ambito delle cure palliative. È importante ricordare che la morfina non ha un dosaggio massimo: in ogni fase della malattia il dolore deve sempre essere combattuto e soprattutto deve essere ricercata la dose individuale ottima per l’analgesia.

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