Perché i farmaci possono fare la differenza?
Nel trattamento delle dipendenze, i farmaci modulano i sistemi neurobiologici alterati dall'uso cronico delle sostanze d’abuso, riducendone il desiderio compulsivo (il cosiddetto craving), mitigandone gli effetti gratificanti e favorendo la gestione dei sintomi dell’astinenza. Possono essere strumenti preziosi in ogni fase del percorso di cura della dipendenza, dalla disintossicazione iniziale al mantenimento dell’astinenza nel lungo termine.
Quali farmaci vengono impiegati?
La scelta dei farmaci dipende dalla sostanza d’abuso. Le principali dipendenze che possono essere trattate farmacologicamente sono quelle da oppioidi, alcol e nicotina. Vediamo più in dettaglio le opzioni disponibili.
Quali farmaci vengono impiegati nella disintossicazione da oppioidi?
Per chi è dipendente da oppioidi, come analgesici oppiodi o eroina, vengono spesso usati il metadone o la buprenorfina. Si tratta di farmaci che agiscono sui recettori presenti nel cervello a cui si legano gli stessi oppioidi, ma in modo controllato e più sicuro. Aiutano a ridurre i sintomi dell’astinenza e il craving.
Quali farmaci si utilizzano per prevenire la ricaduta nella disintossicazione da oppioidi?
Oltre alla terapia di mantenimento con metadone o buprenorfina, può essere usato anche il naltrexone, disponibile anche in formulazioni a lunga durata. Questo farmaco, usato anche come antidoto nelle intossicazioni acute, blocca i recettori a cui si legano gli oppioidi e di conseguenza i loro effetti. In pratica, se la persona assume nuovamente la sostanza, l’effetto gratificante viene annullato, riducendo così il rischio di ricadute.
Quali farmaci possono essere usati nella disintossicazione da alcol?
Nel caso dell’alcol, la disintossicazione con o senza l’aiuto di farmaci può essere complicata da sintomi gravi come convulsioni, allucinazioni psicomotorie o, nei casi più gravi, delirium tremens. Per questo, oltre al naltrexone, si utilizzano benzodiazepine come diazepam o lorazepam. Queste ultime potenziano l’azione del GABA, un neurotrasmettitore che “rallenta” l’attività elettrica del cervello, e di conseguenza aiutano a prevenire le complicanze sopra descritte.
E come si previene la ricaduta da alcol?
La prevenzione delle ricadute è una fase critica del trattamento. L'acamprosato aiuta a mantenere l’astinenza modulando il sistema del glutammato, uno dei principali messaggeri eccitatori del cervello, per ridurre i sintomi da astinenza post-acuta, come l’ansia e il desiderio di bere. Un’altra opzione è Il disulfiram, che provoca forti sintomi sgradevoli in caso di assunzione di alcol, creando un effetto deterrente che scoraggia dal ricominciare a bere.
E per le altre dipendenze?
Per la dipendenza da nicotina, esistono trattamenti efficaci come la citisina, che riduce il desiderio, o il bupropione, un farmaco che agisce su due neurotrasmettitori, dopamina e noradrenalina, aiutando a ridurre il bisogno di fumare e a interrompere l’associazione tra sigaretta e sensazione di piacere. Per altre sostanze, al momento non esistono linee guida farmacologiche specifiche, anche se la ricerca è in continuo sviluppo.
L'importanza dell'approccio multidisciplinare
I farmaci da soli, sebbene essenziali, non bastano. Il trattamento delle dipendenze è più efficace quando il soggetto è inserito in un percorso completo che includa supporto psicologico, terapie comportamentali e interventi personalizzati. Nei centri antifumo e nei Servizi per le Dipendenze Patologiche (SerDP), l’approccio integrato offre ai pazienti le migliori possibilità di recupero.