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Sostanze per migliorare concentrazione, memoria, ragionamento, motivazione e umore: sono davvero utili e sicure?

22 giugno 2023

Sostanze per migliorare concentrazione, memoria, ragionamento, motivazione e umore: sono davvero utili e sicure?
Il termine “nootropo” identifica una serie di sostanze a cui viene attribuito il ruolo di migliorare concentrazione, memoria, ragionamento, motivazione e umore. Quali sono queste sostanze? Aiutano davvero a rendere il cervello più performante e, soprattutto, sono sicure per la nostra salute?

Cosa sono i farmaci nootropi?

I farmaci nootropi, in inglese cognitive enhancers (letteralmente potenziatore cognitivo) noti anche come “smart drugs”, nascono con l’intento di trattare patologie caratterizzate da importanti deficit cognitivi (soprattutto di memoria e attenzione). Ma hanno attirato molto interesse come sostanze che potrebbero migliorare le prestazioni intellettuali e le capacità mentali anche nelle persone sane.

 

Come e dove si sono diffusi?

Alcuni nootropi non sono sostanze illegali come le droghe da abuso; ciò ha favorito il diffondersi del loro uso negli ambienti in cui sono necessarie una buona prestazione cognitiva e grande attenzione, come ad esempio nei college universitari degli Stati Uniti e, più in generale, nelle comunità di studenti e nell’ambiente militare.

 

Farmaci o altro? Cosa sono esattamente i nootropi?  

Si tratta di un gruppo eterogeneo di sostanze.  Alcune sono di origine naturale e spesso si trovano in supplementi e bevande anche di largo consumo. Per esperienza sappiamo tutti che la caffeina, la nicotina, il ginseng, l’yerba mate, l’iperico, il guaranà sono sostanze che ci aiutano a mantenere la concentrazione e aumentano la nostra produttività. Tra le sostanze nootrope possono essere inserite anche alcune vitamine (A, B, D), sostanze contenenti flavonoidi e la quercetina. Altre sono invece molecole di sintesi e per la loro assunzione sono necessarie adeguate prescrizioni mediche.  

 

Come funzionano?

I nootropi agiscono con vari meccanismi. Alcuni migliorano l’apporto di ossigeno e di zuccheri al cervello, rendendolo più reattivo nelle risposte. In alcuni casi hanno proprietà antiossidanti e antiaggreganti. In altri casi (come nel caso di triptofano, tirosina, colina) possono modulare la produzione e/o il rilascio di alcuni neurotrasmettitori, i messaggeri del cervello. Tutti questi meccanismi agirebbero rinforzando i circuiti dell’apprendimento e della memoria.

 

Quali farmaci hanno questi effetti, e perché vengono usati?

I farmaci nootropi nascono con l’intento di supportare le funzioni cognitive in pazienti in cui queste sono particolarmente compromesse. Nella malattia di Alzheimer o nella schizofrenia, ad esempio, si possono usare farmaci (ampakine o il piracetam) capaci di attivare il recettore del glutammato, un neurotrasmettitore coinvolto nei processi della memoria e dell’apprendimento. In altre patologie si usano farmaci psicostimolanti. È il caso della narcolessia in cui viene usato il farmaco stimolante modafinil, che facilita il mantenimento dello stato di veglia. Nei pazienti che hanno invece deficit dell’attenzione, come nell’ADHD, viene usato il metilfenidato che, assunto poco prima del momento del bisogno, aiuta a mantenere la concentrazione (ad esempio, nei bambini prima di iniziare a fare i compiti).

 

Questi farmaci possono avere degli effetti avversi?

Certamente. Sappiamo tutti che anche l’abuso della caffeina può accrescere la nostra ansia, aumentare la pressione arteriosa e i battiti cardiaci, farci passare una notte insonne. I farmaci stimolanti hanno effetti avversi che possono essere anche molto più importanti come, ad esempio, nel caso del metilfenidato che può causare, soprattutto dopo un uso non appropriato, disturbi della vista, disfunzione cardiaca e, non da ultimo, dipendenza.

 

Ma quali effetti hanno nei soggetti sani?

Il fatto che siano utili nei soggetti con deficit cognitivi, non comporta automaticamente che migliorino le prestazioni nelle persone sane. I circuiti coinvolti nell’apprendimento sono molto complessi, e non è accertato che questi farmaci siano davvero in grado di modularli. Alcuni degli effetti descritti sul migliorare concentrazione, memoria, ragionamento, motivazione e umore potrebbero essere spiegati dall’ effetto placebo. Inoltre, non è noto se l’assunzione prolungata di tutte queste sostanze in soggetti sani sia sicura. Ad oggi, le poche indicazioni sull’argomento indicano pochi o nessun effetto sulle capacità cognitive dei soggetti sani. Ciò comporta molti dubbi clinici, etici e di sicurezza sull’uso non necessario e senza controllo di queste sostanze1.

 

Bibliografia:

1Napoletano F, Schifano F, Corkery JM, Guirguis A, Arillotta D, Zangani C, Vento A. The Psychonauts' World of Cognitive Enhancers. Front Psychiatry. 2020 Sep 11;11:546796. doi: 10.3389/fpsyt.2020.546796.

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