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Alzheimer: cosa cambia con l’approvazione di lecanemab e donanemab da parte di EMA

5 agosto 2025

Alzheimer: cosa cambia con l’approvazione di lecanemab e donanemab da parte di EMA
È di pochi giorni fa la notizia che l’Agenzia europea per i medicinali ha approvato anche il farmaco donanemab per il trattamento della malattia di Alzheimer. Vediamo insieme cosa è successo su questi farmaci per capire quali alternative abbiamo a disposizione e cosa aspettarci per il futuro.

Aggiornamento luglio 2025

Quali farmaci sono oggi disponibili per l’Alzheimer in Europa?

Mentre i farmaci storici, disponibili da diversi decenni (donepezil, rivastigmina, galantamina, memantina), agiscono sui sintomi cognitivi, i nuovi trattamenti, basati su anticorpi monoclonali, puntano invece a modificare l’andamento della malattia, ma affrontano ancora molte incertezze cliniche e regolatorie.

 

Lecanemab: il nuovo che avanza?

Fino a poco tempo fa, risultava approvato in Europa solo lecanemab, anticorpo monoclonale contro la proteina beta amiloide. L’Agenzia europea per i medicinali (EMA), infatti, dopo una prima bocciatura del luglio 2024, ha deciso di approvare questo farmaco a seguito di una rivalutazione dei dati inviati dall’Azienda. In precedenza, EMA aveva respinto altri anticorpi attivi contro la proteina beta amiloide, aducanumab nel 2021 e donanemab nel marzo del 2025. Quest’ultimo adesso entra a far parte dei trattamenti utilizzabili nei pazienti con Alzheimer precoce.

 

Perché lecanemab, aducanumab e donanemab possono rallentare il declino cognitivo?

Si ipotizza che gli anticorpi contro la proteina beta amiloide, legandola, favoriscono l’allontanamento della beta amiloide dal cervello.

 

Su quali dati si basa l’approvazione di lecanemab?

L’EMA, sulla base dei dati degli studi clinici, ha stabilito che i benefici di lecanemab nel rallentare il declino cognitivo superano i rischi di comparsa di effetti avversi, ma solo in alcuni pazienti. In particolare, l’uso del farmaco è condizionato alla presenza del gene ApoE4 e sarà necessario eseguire un test genetico prima dell’inizio del trattamento

 

Quindi lecanemab è stato approvato con alcune limitazioni?

Si. Potrà essere usato solo nei soggetti in cui il gene ApoE4 non è presente o in quelli che hanno una sola copia, mentre i portatori di 2 copie sono esclusi a causa del rischio più alto di insorgenza di danni cerebrali, come edema ed emorragie. Inoltre, sarà necessario effettuare una risonanza magnetica nucleare (RMN) prima dell’inizio del trattamento e successivamente, a cadenza periodica o quando sarà necessario nel caso di comparsa di sintomi neurologici.

 

Perché EMA aveva respinto donanemab?

Anche in questo caso aveva pesato sulla decisione il rischio di insorgenza di gravi effetti avversi. Sono state le cosiddette anomalie ARIA, già riscontrate con l’uso degli altri anticorpi, verificate molto più frequentemente nei pazienti trattati con donanemab (36,8%), rispetto a coloro che sono stati trattati con placebo (14,9%). Come per gli altri farmaci, anche per donanemab nella maggior parte dei casi la comparsa di ARIA non era accompagnata da sintomi, ma nell’1,6% dei pazienti ha comportato conseguenze gravi, che hanno portato al decesso in 3 casi. Inoltre, i benefici sono stati ritenuti non sufficienti per giustificare i rischi del trattamento, neppure nei pazienti privi del gene ApoE4.

 

Cosa ha fatto cambiare la decisione di EMA?

Come già accaduto con lecanemab, l’Azienda farmaceutica che produce donanemab ha richiesto una rivalutazione della decisione.

L’EMA ha quindi effettuato una revisione della decisione iniziale, tenendo conto che il rischio di eventi avversi neurologici è risultato minore nei pazienti non portatori o eterozigoti per il gene ApoE4 e della proposta dell’Azienda di utilizzare un dosaggio ridotto.

Per questo l’Agenzia ha deciso di autorizzare donanemab per il trattamento dei pazienti affetti da Alzheimer precoce non portatori o eterozigoti del gene ApoE4.

 

Cosa ne pensa la comunità scientifica?

Molti esperti ritengono che questi farmaci, pur rappresentando un'innovazione, non offrano ancora una svolta significativa nel trattamento dell'Alzheimer. I benefici cognitivi sono limitati e accompagnati da rischi neurologici rilevanti, rendendo necessarie ulteriori valutazioni cliniche e studi a lungo termine.

 

 

Bibliografia:

  1. EMA. Refusal of the marketing authorisation for Leqembi (lecanemab). 26/07/2024. https://www.ema.europa.eu/en/documents/smop-initial/questions-answers-refusal-marketing-authorisation-leqembi-lecanemab_en.pdf
  2. EMA. Leqembi recommended for treatment of early Alzheimer’s disease. 14/11/2024. https://www.ema.europa.eu/en/news/leqembi-recommended-treatment-early-alzheimers-disease
  3. EMA. Refusal of the marketing authorisation for Aduhelm (aducanumab). 17/12/2021. https://www.ema.europa.eu/en/medicines/human/EPAR/aduhelm
  4. EMA. Refusal of the marketing authorisation for Kisunla (donanemab). 25/03/2025. https://www.ema.europa.eu/en/medicines/human/EPAR/kisunla
  5. EMA. Summary of opinion (initial authorisation). https://www.ema.europa.eu/en/medicines/human/EPAR/kisunla
  6. Bakchine S et al. Concerns about the approval of lecanemab for Alzheimer's disease. BMJ. 2025
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