Medico specialista in Farmacologia clinica e Ricercatore a tempo determinato di tipolobia B (RTD-B) presso l'Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco. Si occupa di neurofarmacologia e degli aspetti neuro infiammatori che si associano alle patologie neurodegenerative.
La vitamina D è utile per il benessere delle ossa e di altri apparati, ma sulla sua assunzione come integratore alimentare ci sono ancora opinioni discordi. Ma perché ci sono così tante incertezze? Come e quando si dovrebbero usare? Ecco cosa ci dicono le nuove linee guida.
Il fuoco di Sant’Antonio è una patologia dovuta al virus herpes zoster. Colpisce soprattutto i soggetti anziani e debilitati causando prurito e forte dolore che può persistere a lungo. Che può fare la farmacologia?
L’osteoporosi, patologia che colpisce prevalentemente le donne e in misura inferiore gli uomini, può portare a fratture ossee anche in assenza di traumi. Tra i trattamenti farmacologici emergenti, l’anticorpo monoclonale romosozumab contrasta l’osteoporosi con un nuovo meccanismo d’azione.
Il termine “nootropo” identifica una serie di sostanze a cui viene attribuito il ruolo di migliorare concentrazione, memoria, ragionamento, motivazione e umore. Quali sono queste sostanze? Aiutano davvero a rendere il cervello più performante e, soprattutto, sono sicure per la nostra salute?
Vitamine e minerali sono sostanze essenziali per il funzionamento del nostro organismo, ma la loro assunzione fai-da-te attraverso pillole e capsule, soprattutto a dosi molto elevate, non è esente da possibili rischi. Ciò è vero anche per la vitamina D. Vediamo insieme quali possono essere benefici e rischi della sua integrazione.
I soggetti affetti dal disturbo bipolare alternano momenti di eccessivo benessere a fasi di profonda depressione. Le oscillazioni dell’umore possono interferire con le attività quotidiane e sono potenzialmente pericolose. Esiste un trattamento farmacologico che possa controllare questi eventi?
In Europa l’insonnia è una condizione che interessa il 6-12% della popolazione. Chi ne soffre, oltre ai disturbi del sonno notturno ha spesso ripercussioni sulla qualità di vita giornaliera e i sonniferi attualmente in uso presentano diversi svantaggi. Negli scorsi mesi è stato approvato un nuovo farmaco che, grazie a caratteristiche farmacologiche innovative, permette di superare diversi problemi legati ai farmaci per l’insonnia.
Chi di noi non ha mai detto di esser triste e depresso? Circa il 10% della popolazione italiana soffre di depressione clinica. In questi casi si cerca l’aiuto della terapia farmacologica, che però a volte risulta inadeguata o necessita di lunghi tempi prima di portare agli effetti sperati. Recentemente è però stato approvato un nuovo farmaco che potrebbe aiutare chi soffre di depressione. Vediamo di cosa si tratta.
Il dolore fisico è la sensazione spiacevole che può presentarsi a seguito di uno stimolo esterno, di un trauma, di un intervento chirurgico o di una patologia. I primi tentativi dell’eliminazione del dolore sono riconducibili a reperti ossei preistorici, come prova di azioni antidolorifiche da parte dei “guaritori”. Sono serviti millenni per arrivare a farmaci efficaci e sicuri. Ma la ricerca farmacologica lavora ancora incessantemente, vediamo perché. “Il dolore non è parte della vita, può diventare la vita stessa”. F. Kahlo
La vitamina C, un composto organico che fa parte delle sostanze essenziali per lo svolgimento di diverse funzioni vitali delle nostre cellule è, come tutte le vitamine, una sostanza che l’uomo non è in grado di produrre autonomamente e per questo viene assunta con gli alimenti nei quali è spesso presente. La sua presenza nell’uomo è perfettamente bilanciata in funzione delle necessità e solo in determinate circostanze è richiesta una aggiunta supplementare oltre la normale dieta. È una sostanza le cui proprietà chimiche ci sono di aiuto, per esempio, per sostenere il sistema immunitario quando deve affrontare delle infezioni o c’è necessità di risolvere delle infiammazioni.