A cosa è dovuta l’impetigine?
È causata da batteri, in genere Staphylococcus aureus e Streptococcus pyogenes, che penetrano nella pelle, attraverso piccole ferite, graffi o lesioni preesistenti, e si moltiplicano negli strati superficiali dell’epidermide, provocando la comparsa di arrossamenti e lesioni infette e pruriginose1.
Come si manifesta?
Le lesioni si sviluppano soprattutto intorno a bocca e naso, ma talvolta possono interessare anche mani, arti e genitali. Nella forma più comune, detta impetigine non bollosa, si formano vescicole, che evolvono in pustole e croste giallastre. Nell’impetigine bollosa, invece, dovuta a ceppi di Staphylococcus aureus, le tossine batteriche causano lo sviluppo di bolle contenenti un liquido chiaro o purulento che, una volta rotte, lasciano esposta la pelle infiammata1.
L’impetigine è contagiosa?
Si, è altamente contagiosa. La trasmissione dell’infezione avviene per contatto diretto con le lesioni infette, con il liquido che contengono o con oggetti contaminati. La contagiosità dimunuisce entro 48 ore dall’inizio della terapia farmacologica1.
Quali sono i rischi per la salute?
L’impetigine è solitamente un’infezione lieve e autolimitante, ma in rari casi può causare complicazioni più serie, tra cui la glomerulonefrite post-streptococcica, un’infiammazione dei reni che può insorgere dopo un’infezione da Streptococcus pyogenes 2.
Come viene diagnosticata l’impetigine?
La diagnosi si basa sull’osservazione delle tipiche lesioni cutanee, facilmente riconoscibili dal dermatologo. Talvolta, può essere utile analizzare il pus o il liquido delle lesioni per identificare il batterio specifico responsabile e scegliere la terapia farmacologia più appropriata 2.
Come si cura l’impetigine?
Per le infezioni lievi, si utilizzano antibiotici topici, come mupirocina, acido fusidico, retapamulina e ozenoxacina, mentre per le forme più estese o gravi si ricorre agli antibiotici sistemici orali, come flucloxacillina, cefalexina e cefadroxil, o l’associazione di amoxicillina e acido clavulanico. Un aiuto può essere dato anche disinfettanti ad uso locale, come ipoclorito di sodio diluito, clorexidina e iodopovidone.
Come agiscono gli antibiotici per l’impetigine?
Gli antibiotici topici inibiscono la sintesi proteica batterica, tranne l’ozenoxacina che blocca la replicazione del DNA batterico, offrendo una maggiore protezione contro lo sviluppo di ceppi resistenti1. Gli antibiotici sistemici, invece, interferiscono con la sintesi della parete cellulare batterica, causando la morte del microrganismo1.
Quando sono utili i disinfettanti topici?
Sono utili per ridurre la carica batterica e prevenire lo sviluppo di recidive. Tuttavia, la clorexidina non è raccomandata nei soggetti di età inferiore ai 18 anni, mentre lo iodopovidone è controindicato nei neonati1.
Quali sono gli effetti collaterali di queste terapie?
I principali effetti avversi degli antibiotici topici includono irritazione, sensibilizzazione, fototossicità o fotoallergia. Anche i disinfettanti topici possono causare irritazioni o reazioni di ipersensibilità, soprattutto in soggetti sensibili1. Il trattamento orale, invece, è generalmente ben tollerato, con effetti collaterali limitati per lo più a disturbi gastrointestinali o eruzioni cutanee.
Si può prevenire l’impetigine?
Si, è possibile attraverso una buona igiene e il controllo delle lesioni. Durante il periodo contagioso, è opportuno rimanere a casa, - sia in caso di bambini che di adulti -coprire le aree colpite e lavare spesso le mani. Inoltre, bisogna evitare il contatto diretto con le lesioni infette e con oggetti contaminati2.
Cosa possiamo concludere?
L’impetigine è un’infezione cutanea frequente ma facilmente gestibile se trattata precocemente. Una terapia farmacologica appropriata e adeguate misure igieniche sono fondamentali per prevenire le complicanze della malattia e lo sviluppo di recidive.
- J Chemother. 2022 Sep;34(5):279-285.
- Am Fam Physician. 2014;90(4):229-235.