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Antibiotici in pediatria: come usarli correttamente

29 settembre 2022

Antibiotici in pediatria: come usarli correttamente
Nella popolazione pediatrica gli antibiotici sono tra i farmaci più prescritti sia a livello ambulatoriale che ospedaliero anche se ad un terzo dei bambini a cui vengono prescritti non servirebbero. Cerchiamo di vedere assieme come fare un uso migliore degli antibiotici nella popolazione pediatrica.

Quando serve e quando non serve una terapia antibiotica?

Gli antibiotici sono farmaci essenziali per il trattamento delle infezioni di origine batterica. In età pediatrica, gli antibiotici sono tra i farmaci più utilizzati. Spesso vengono somministrati per infezioni comuni delle vie respiratorie come mal di gola, raffreddore, otite e bronchite. Tuttavia queste patologie sono quasi sempre causate da virus, sui quali gli antibiotici non hanno alcun effetto e, in genere, guariscono spontaneamente entro pochi giorni. L’uso degli antibiotici non cura né accorcia la durata delle malattie causate da infezioni virali. Secondo le linee guida, in assenza di sintomi che orientino per un’eziologia batterica e nei casi che lo consentono (ad esempio per le otiti), è bene aspettare 2-3 giorni (vigile attesa) prima dell’inizio di un’eventuale terapia antibiotica.

 

Quali antibiotici vengono prescritti dai pediatri?

Per molte patologie ambulatoriali, l’antibiotico di prima scelta nei bambini è l’amoxicillina, un farmaco appartenente alla classe delle penicilline, come suggerito dalle linee guida attuali1. Nonostante questo, nell’età di massima esposizione al consumo di antibiotici (2-5 anni), nel 2021 gli antibiotici più prescritti sono stati le penicilline potenziate, come l’amoxicillina-clavulanato, le cefalosporine e i macrolidi, tutti considerati antibiotici di seconda scelta per il trattamento delle infezioni pediatriche più comuni. Il ricorso ad antibiotici di seconda scelta andrebbe invece riservato ai pazienti che hanno infezioni resistenti o sono allergici alle penicilline.

 

Ci sono antibiotici sconsigliati per i bambini?

L’uso di alcuni antibiotici in pediatria è limitato a causa di eventi avversi. Ad esempio, il trattamento con fluorochinoloni è molto limitato per sospetti effetti avversi a carico delle cartilagini di accrescimento e di artropatie. Tuttavia, alcuni studi non confermano questi dati riportando “rari eventi avversi muscolo-scheletrici di natura lieve e transitoria”. Una classe di antibiotici sicuramente non indicata nei bambini al di sotto dei 12 anni è quella delle tetracicline. Questi farmaci, se assunti in fase di crescita, possono depositarsi nei denti alterandone la colorazione con un’intensità variabile che va dal giallo-marrone al grigio. 

 

Cosa può causare l’uso inappropriato e prolungato degli antibiotici?

L'uso eccessivo e/o non appropriato degli antibiotici ha contribuito allo sviluppo di batteri resistenti. I microorganismi, infatti, sono in grado di mettere in atto diversi meccanismi per evitare di essere uccisi dagli antibiotici. Ne consegue una perdita di efficacia degli antibiotici. L'utilizzo inappropriato degli antibiotici può pertanto avere molteplici conseguenze sulla salute dei piccoli pazienti come ad esempio fallimenti terapeutici, prolungamento della durata della malattia, aumento del rischio di complicanze e, non meno importante, anche un maggiore costo dell'assistenza sanitaria.

 

Stiamo imparando ad usare meglio gli antibiotici?

Anche se nel 2020 è stato registrato un minor consumo di antibiotici, fenomeno attribuibile alle misure adottate per contenere i contagi da COVID-19 (mascherine e distanziamento) che ha ridotto la frequenza delle comuni infezioni pediatriche, non si osservano grandi miglioramenti nelle attitudini prescrittive da parte dei medici e permangono importanti differenze nei vari contesti regionali, con una preferenza a prescrivere l’associazione amoxicillina-clavulanato, rispetto alla sola amoxicillina, maggiore al Sud e al Centro in confronto al Nord.

 

Perché ai bambini sono prescritti troppi antibiotici?

Ci sono più fattori che contribuiscono a un uso eccessivo e spesso inappropriato degli antibiotici nella popolazione pediatrica. Per esempio la difficoltà nel riconoscere se l’infezione è di un batterio o un virus a causa dei sintomi poco specifici. Idealmente, prima di iniziare la terapia, si dovrebbe conoscere il batterio che causa l’infezione che si può identificare mediante esami microbiologici, test rapidi o con analisi molecolari. Ad esempio, per verificare se il mal di gola del paziente è dovuto allo Streptococco β-emolitico di gruppo A, un battere che causa faringite, il pediatra può effettuare, anche in ambulatorio, un test rapido che rileva la presenza del battere in un tampone faringeo. Altri fattori, non trascurabili, che inducono ad un uso eccessivo di antibiotici, sono lo stato di ansia più o meno profondo dei genitori che induce il pediatra a eccedere nella prescrizione sia per “non commettere errori” che per risolvere nel minor tempo possibile i sintomi del bambino.

 

Effetti indesiderati?

L’effetto indesiderato più frequente dell’antibioticoterapia nei bambini è la modificazione del microbiota intestinale, fenomeno che può indurre, ad esempio, la comparsa di diarrea dopo qualche giorno di trattamento. Poiché lo sviluppo della flora batterica intestinale (il microbiota insomma) avviene nel corso dei primi tre anni di vita, è molto importante evitare perturbazioni della sua composizione che potrebbero avere effetti perduranti anche in età adulta. Altri effetti collaterali più gravi riguardano le allergie che possono ad esempio determinare manifestazioni cutanee o, in casi molto rari, shock anafilattico.

 

Quanto conta assumere in modo corretto gli antibiotici?

Gli antibiotici vanno assunti solo su prescrizione medica (e non secondo il principio del fai da te) seguendo scrupolosamente le indicazioni fornite dal pediatra in termini di quantità, durata e intervallo tra le dosi. Non seguire attentamente le indicazioni del medico per l’assunzione degli antibiotici compromette il risultato della terapia. Il non farlo (mancata aderenza terapeutica) spesso è dovuto a mancata collaborazione da parte del bambino e/o dei genitori nell’assunzione dei medicinali, a posologie complicate, alla apparente sensazione di inefficacia o anche alla comparsa di effetti collaterali. Un’inadeguata adesione al trattamento spesso si verifica quando l’apparente guarigione spinge a sospendere prematuramente la terapia, che va invece condotta fino alla fine per una completa eliminazione dell’infezione, a prescindere dalla scomparsa dei sintomi. Può anche succedere che i bambini più grandi o gli adolescenti che provvedono da soli all’assunzione dei farmaci, rifiutino la terapia a causa dell’influenza esercitata dai loro coetanei.

 

Riferimenti Bibliografici

1 https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1664282/Rapporto_Antibiotici_2020.pdfhttps://www.aifa.gov.it/documents/20142/1664282/Rapporto_Antibiotici_2020.pdf

 

Per maggiori informazioni consulta anche la Pillola di salute dedicata agli Antibiotici

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