Il Morbo di Crohn
Il Morbo (o malattia) di Crohn, come abbiamo già discusso è una condizione dovuta a predisposizione genetica, complicata da fattori ambientali ed alterazioni del microbiota intestinale. Tipicamente la malattia presenta fasi acute di infiammazione (con peggioramento della sintomatologia) che si alternano a fasi di miglioramento (remissione). L’infiammazione cronica tipica della malattia, aumenta il rischio di altre patologie, tra cui tumori sia intestinali (tumore del colon retto) che extra-intestinali come linfoma e melanoma.
Qual è il ruolo della dieta nel Morbo di Crohn?
Una dieta ricca di proteine o di bevande molto zuccherate può aumentare il rischio di sviluppare la malattia. Al contrario, pesce (ricco in acido docosaesaenoico, DHA), latticini e fibre provenienti da frutta o cereali possono avere un’azione protettiva1. Inoltre, il supporto nutrizionale è fondamentale se i pazienti perdono peso o sono malnutriti, e prima dell'intervento chirurgico1. In bambini ed adolescenti l'alimentazione enterale esclusiva è raccomandata come terapia di prima linea per favorire un miglioramento della malattia.
Le novità terapeutiche già disponibili: i monoclonali
Già in passato avevamo parlato degli anticorpi monoclonali diretti contro l’interleuchina 23 come farmaci promettenti per il trattamento del Crohn. Dopo il successo nelle sperimentazioni cliniche di fase 3, l’anticorpo risankizumab è stato approvato dall’EMA e recentemente dall’AIFA per i pazienti adulti, con malattia attiva di grado da moderato a severo2.
Sono in sviluppo altri monoclonali anti IL-23?
Alla luce del successo del risankizumab, ad oggi sono in fase di test altri anticorpi monoclonali anti IL-23:
- il mirikizumab, che nei trial clinici si sta dimostrando molto promettente a indurre una remissione clinica della malattia in oltre la metà dei pazienti trattati3.
- il guselkumab, anticorpo monoclonale, già approvato per il trattamento della psoriasi a placche e dell’artrite psoriasica, attualmente in corso di sperimentazione di fase 3 in pazienti affetti da Crohn4.
E poi c’è upadacitinib, per uso orale.
In Europa, nel 2023 è stato approvato upadacitinib per il trattamento dei pazienti adulti che non rispondono alla terapia convenzionale e agli anticorpi contro l’IL-23.
Upadacitinib è un farmaco già approvato per altre malattie autoimmuni (tra cui artrite reumatoide e spondilite anchilosante) con il vantaggio di poter essere somministrato in compresse per via orale.
Cellule staminali per il trattamento delle complicazioni del Crohn
Un’altra terapia innovativa, approvata di recente, riguarda l’uso delle cellule staminali per il trattamento di una complicanza frequente, le fistole perianali. Questo trattamento, che si è dimostrato efficace in oltre la metà dei pazienti trattati, è conosciuto con il nome darvadstrocel ed è disponibile in Italia per i pazienti adulti in fase non attiva/lievemente attiva, nei casi in cui le fistole non rispondano ad altri tipi di terapie.
Il fallimento dell’ozanimod
Purtroppo, non tutte le sperimentazioni hanno dato i risultati sperati: è il caso dell’ozanimod, già approvato per il trattamento di alcune forme di sclerosi multipla e di colite ulcerosa, che non sembra però essere utile nella malattia di Crohn.
Uno sguardo al futuro: le cellule CAR-Treg
Così come per altre malattie autoimmuni, anche per il Crohn sono in corso studi che mirano ad utilizzare le cellule T di tipo regolatorio (sono linfociti chiamati IL23R-CAR-Treg), opportunamente ingegnerizzate in laboratorio, per controllare la malattia. Siamo ancora in laboratorio ma i primi risultati su animali sono molto promettenti. L’obiettivo, ovviamente, è quello di rendere il morbo di Crohn una malattia curabile.
Bibliografia
- Halmos EP, Godny L, Vanderstappen J, Sarbagili-Shabat C, Svolos V. Role of diet in prevention versus treatment of Crohn's disease and ulcerative colitis. Frontline Gastroenterol. 2024 Jan 9;15(3):247-257. doi: 10.1136/flgastro-2023-102417.
- Aifa approva l’uso di risankizumab per il trattamento della malattia di Crohn attiva da moderata a severa
- Lilly's Mirikizumab Helped Patients with Crohn's Disease Achieve Long-Term Remission in Phase 3 Trial
- Danese S., Panaccione R., Feagan BG, Afzali A., Rubin DT, Sands BE, Reinisch W, Panés J, Sahoo A, Terry NA, Chan D, Han C, Frustaci ME, Yang Z, Sandborn WJ, Hisamatsu T, Andrews JM, D'Haens GR; GALAXI-1 Study Group. Efficacy and safety of 48 weeks of guselkumab for patients with Crohn's disease: maintenance results from the phase 2, randomised, double-blind GALAXI-1 trial. Lancet Gastroenterol Hepatol. 2024 Feb;9(2):133-146. doi: 10.1016/S2468-1253(23)00318-7