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Tumore del colon-retto: dalla prevenzione alle nuove terapie farmacologiche

17 marzo 2022

Tumore del colon-retto: dalla prevenzione alle nuove terapie farmacologiche
Il tumore del colon-retto è la terza causa di morte per cancro, ha maggiore diffusione nel mondo occidentale ed uguale incidenza nell’uomo e nella donna. Il tasso di sopravvivenza così come l’efficacia del trattamento dipendono dalla stadiazione del tumore alla diagnosi, rendendo l’individuazione precoce un fattore determinante per la prognosi. Vediamo nel dettaglio quali sono i fattori di rischio, i programmi di screening e gli avanzamenti farmacologici per tale neoplasia.

Cosa si intende per tumore del colon-retto?

Il tumore del colon-retto insorge nell’intestino crasso, ovvero la parte terminale dell’intestino, con maggiore frequenza in persone con età compresa tra i 60 e i 75 anni1. Il processo di formazione del tumore del colon-retto è molto lento (circa 10 anni) e spesso asintomatico.

 

La maggior parte dei tumori del colon-retto non è legata ad una predisposizione genetica. Solo il 10% di questi tumori sono riconducibili ad alterazioni genetiche che possono essere ereditate dai genitori, come nel caso della poliposi adenomatosa familiare (FAP) e del carcinoma ereditario del colon-retto non poliposico (HNPCC).

Quali sono i principali fattori di rischio per la sua insorgenza?

I principali fattori di rischio correlati all’insorgenza del tumore del colon-retto sono lo stile di vita sedentario, una dieta ricca di grassi e proteine animali, l’obesità, il fumo ed una pregressa malattia infiammatoria cronica intestinale. I pazienti che soffrono di colite ulcerosa o del morbo di Crohn hanno una predisposizione maggiore a sviluppare un tumore colorettale.

Quanto conta la diagnosi precoce per la cura di questo tumore?

La diagnosi precoce, cioè quando il tumore è nelle fasi iniziali di sviluppo, consente una sopravvivenza media a 5 anni è molto più alta2. Negli ultimi anni, i programmi gratuiti di screening italiani, come la ricerca del sangue occulto nelle feci, hanno diminuito significativamente il tasso di mortalità dovuto a tale neoplasia.

 

Questo esame è indicato a tutti gli individui con età maggiore di 50 anni e, nel caso di positività, è consigliata la colonscopia, esame diagnostico che permette di osservare l’eventuale presenza di polipi, ovvero le lesioni precancerose che possono poi evolvere in tumori.

Come si interviene sul tumore del colon-retto?

Il trattamento più efficace nel cancro colorettale è la rimozione chirurgica del tumore. Alle volte, prima della chirurgia, può essere necessaria la chemioterapia e/o radioterapia per ridurre la massa tumorale. Per il tumore colorettale, la chemioterapia consiste di una combinazione di più farmaci. I più utilizzati sono il 5-fluorouracile (endovenoso) o la capecitabina (orale), l’oxaliplatino e l’irinotecano.

 

Nel 2016, nei pazienti con tumore metastatico in fase avanzata, è stata autorizzata la somministrazione della combinazione di due altri farmaci, trifluridina/tipiracil, che migliorano significativamente la sopravvivenza.

La terapia mirata nel tumore del colon-retto

La conoscenza del profilo genetico del tumore è fondamentale per ottimizzare il trattamento farmacologico e aumentare l’efficacia della terapia antitumorale. Nel tumore del colon-retto, le mutazioni più comuni sono a carico di geni chiamati oncosoppressori (nello specifico i geni p53 e APC) e dell’oncogene KRAS3.

 

La terapia prevede pertanto farmaci specifici a seconda del gene coinvolto (target therapy. Leggi anche "Nuove armi contro il cancro: target therapy e immunoterapia") utilizzate in associazione ai chemioterapici tradizionali.

 

Queste terapie comprendono anticorpi monoclonali come il bevacizumab, che inibisce l’angiogenesi, cioè la formazione di vasi sanguigni che servono a “nutrire” il tumore. Altri anticorpi monoclonali come cetuximab e panitumumab invece riducono la proliferazione delle cellule tumorali inibendo un altro bersaglio del tumore, il fattore di crescita dell’epidermide (EGFR).

 

Nel tumore del colon-retto metastatico è anche approvato il farmaco di sintesi regorafenib, capace di inibire alcune proteine, chiamate protein-chinasi, coinvolte nella crescita tumorale, nel processo immunitario e della formazione delle metastasi.

Terapie immunoterapiche per il tumore colorettale

Nel 2021, l’Agenzia Europea dei medicinali (EMA) ha approvato l’utilizzo del pembrolizumab, un anticorpo monoclonale che agisce bloccando un fattore chiamato PD-1. Il PD-1 è un "freno" che impedisce al sistema immunitario (in particolare ai linfociti T) di attaccare le cellule tumorali. Pembrolizumab rimuove questo freno bloccando il PD-1 e potenziando le risposte antitumorali delle cellule immunitarie4.

 

Un altro farmaco immunoterapico attivo su PD-1 è nivolumab e, da solo o in associazione con ipilimumab (un altro anticorpo monoclonale che regola l’attività dei linfociti), è indicato per il trattamento del carcinoma del colon-retto metastatico resistente ad una precedente chemioterapia.

 

Riferimenti bibliografici:

 

1 Siegel RL, Miller KD, Goding Sauer A, et al. Colorectal cancer statistics, 2020. CA Cancer J Clin. 2020 May;70:145-164.

2 McQuade RM, Stojanovska V, Bornstein JC, et al. Colorectal Cancer Chemotherapy: The Evolution of Treatment and New Approaches. Curr Med Chem. 2017;24:1537-1557.

3 Lee CS, Song IH, Lee A. et al. Enhancing the landscape of colorectal cancer using targeted deep sequencing. Sci Rep. 2021; 11, 8154.

4 André T, Shiu KK, Kim TW, et al. Pembrolizumab in Microsatellite-Instability-High Advanced Colorectal Cancer. N Engl J Med. 2020 Dec 3;383(23):2207-2218.

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