Quando viene proposto il trattamento preventivo per l’emicrania?
Il medico può decidere di prescrivere una terapia preventiva nei pazienti che soffrono di almeno 2-3 attacchi al mese (particolarmente dolorosi e che tendono ad aumentare di frequenza), o quando i farmaci antiemicranici risultano essere inefficaci o controindicati.
Come si valuta l’efficacia della terapia preventiva?
L’efficacia della terapia preventiva è valutata come riduzione della frequenza e gravità degli episodi e come miglioramento della qualità della vita del paziente. Di norma, la terapia porta a migliorare questi parametri non prima di 3 mesi dall’inizio del trattamento.
I farmaci attivi per gli attacchi sono utili anche per prevenirli?
No, Il mal di testa forte che caratterizza l’attacco di emicrania può essere trattato con diversi farmaci in base alla frequenza ed all’intensità degli attacchi ma tali farmaci, efficaci nel ridurre il dolore durante l’attacco, non sono in grado di prevenire le crisi.
Quali sono i farmaci per prevenire gli attacchi di emicrania?
I farmaci più utilizzati come prima scelta nella prevenzione dell’emicrania sono i beta bloccanti (soprattutto propranololo e metoprololo), capaci di ridurre il numero di attacchi mensili di circa il 50% [2,3].
Come si usano questi farmaci?
Solitamente il trattamento inizia con bassi dosaggi che vengono poi aumentati fino a raggiungere la dose efficace. Quando la terapia è in grado di ridurre la frequenza delle crisi il dosaggio può essere ridotto lentamente (questa viene definita come terapia di mantenimento).
I beta bloccanti possono essere usati in tutti i pazienti?
No, sono controindicati in pazienti con diabete e con particolari patologie cardiache e polmonari.
Che alternative ci sono per questi pazienti?
Ci sono calcio antagonisti (flunarizina) ed alcuni antiepilettici (acido valproico, topiramato) [2,3].
Come funziona la flunarazina?
La flunarizina, grazie alla sua capacità di dilatare i vasi sanguigni, previene gli attacchi gravi e frequenti di emicrania anche in pazienti che non hanno risposto ad altri farmaci. Il trattamento con flunarizina solitamente non dura più di sei mesi ma è controindicato in pazienti con depressione e morbo di Parkinson.
E gli antiepilettici?
Per quanto riguarda gli antiepilettici, nonostante il topiramato sia efficace quanto i beta bloccanti nel ridurre la frequenza degli attacchi di emicrania [4], sono meno utilizzati perché poco tollerati dai pazienti a causa degli effetti avversi (tra cui stanchezza, parestesie, anoressia e perdita di peso).
Se falliscono questi trattamenti c’è una alternativa?
In caso di fallimento della terapia con i farmaci elencati sopra, possono essere utilizzati gli
antidepressivi triciclici (soprattutto amitriptilina) e pizotifene. Quest’ultimo è un antagonista dei recettori della serotonina con effetti anche antistaminici.
Cosa si sa sulla terapia preventiva con anticorpi monoclonali?
Parliamo della classe farmacologica dei gepanti. Come già discusso (terapia dell’emicrania), sono anticorpi monoclonali che bloccano l’azione del peptide correlato al gene della calcitonina. Tra questi, erenumab, fremanezumab, galcanezumab ed eptinezumab sono indicati per la profilassi dell’emicrania in pazienti che hanno almeno 4 giorni di emicrania al mese e che non hanno risposto a precedenti terapie [5].
Che vantaggi offrono i gepanti?
Questi farmaci hanno un basso profilo di tossicità ed hanno il vantaggio di essere somministrati mediante iniezione sottocutanea una sola volta al mese, tranne eptinezumab che è somministrato per via endovenosa ogni 12 settimane.
Cosa fare dunque?
Come per tutte le malattie neurologiche, è importante però ricordare che è sempre il medico curante che decide la terapia più adatta al paziente, di norma sulla base della gravità dell’emicrania e di altre eventuali patologie esistenti.
Si può fare anche altro per prevenire gli attacchi
È stato dimostrato che esistono dei fattori esterni scatenanti, definiti triggers, che incidono sul numero di attacchi emicranici al mese. I più comuni triggers di emicrania sono fattori psicologici (ansia, stress, depressione, paura), fattori ormonali (mestruazioni, ovulazione), carenza od eccesso di sonno, utilizzo di alcuni farmaci come gli estrogeni. È importante, quindi, cercare di individuare ed evitare i personali fattori trigger.
Riferimenti Bibliografici:
- GBD 2021 Nervous System Disorders Collaborators. Global, regional, and national burden of disorders affecting the nervous system, 1990-2021: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2021. Lancet Neurol. 2024 Apr;23(4):344-381. Erratum in: Lancet Neurol. 2024 Jul;23(7):e11.
- Evers S, Afra J, Frese A, Goadsby PJ, Linde M, May A, Sándor PS; European Federation of Neurological Societies. EFNS guideline on the drug treatment of migraine--revised report of an EFNS task force. Eur J Neurol. 2009 Sep;16(9):968-81.
- Aguilar-Shea AL, Membrilla Md JA, Diaz-de-Teran J. Migraine review for general practice. Aten Primaria. 2022 Feb;54(2):102208.
- Brandes JL, Saper JR, Diamond M, Couch JR, Lewis DW, Schmitt J, Neto W, Schwabe S, Jacobs D; MIGR-002 Study Group. Topiramate for migraine prevention: a randomized controlled trial. JAMA. 2004 Feb 25;291(8):965-73.
- Fernández-Bravo-Rodrigo J, Pascual-Morena C, Flor-García A, Saz-Lara A, Sequí-Dominguez I, Álvarez-Bueno C, Barreda-Hernández D, Cavero-Redondo I. The Safety and Efficacy of Calcitonin Gene-Related Peptide (CGRP) Monoclonal Antibodies for the Preventive Treatment of Migraine: A Protocol for Multiple-Treatment Systematic Review and Meta-Analysis. Int J Environ Res Public Health. 2022 Feb 3;19(3):1753.