Cos'è il lupus e quanto è diffuso?
Il lupus eritematoso sistemico (o semplicemente lupus) è una malattia autoimmunitaria in cui il nostro sistema immunitario attacca i tessuti sani del corpo causando una infiammazione con un conseguente danno, talvolta irreparabile. Il lupus è una malattia cronica, compare frequentemente in giovane età (tra i 15 e i 40 anni) ed è molto più frequente nelle donne (9 a 1 rispetto agli uomini); clinicamente si alternano fasi di attività a fasi di remissione (sparizione di qualsiasi sintomo).
Si può guarire?
Purtroppo, ad oggi, non esiste una cura per il lupus, le terapie disponibili consentono di tenere sotto controllo la malattia, specialmente durante le fasi attive, prevenendo il danneggiamento degli organi e permettendo ai pazienti di avere una qualità di vita decisamente migliore.
Come si sceglie quale terapia utilizzare?
La scelta della terapia farmacologica dipende dalle manifestazioni della malattia, viene effettuata dal reumatologo, dopo una valutazione della gravità, che si avvale del parere di vari specialisti (come, ad esempio, il nefrologo e/o il dermatologo) per comprendere quali organi siano interessati e mettere a punto un piano terapeutico personalizzato.
Quali farmaci si utilizzano?
Di solito si utilizzano combinazioni di farmaci ad azione antiinfiammatoria ed immunosoppressiva.
Secondo le ultime linee guida disponibili1, tra i farmaci maggiormente utilizzati troviamo l’idrossiclorochina (utilizzata nella maggioranza dei pazienti), il metotrexato, i corticosteroidi e gli anticorpi monoclonali ad attività antiinfiammatoria (belimumab ed anifrolumab). Inoltre, in caso di malattia severa o resistente al trattamento, può essere preso in considerazione anche l’uso dell’azatioprina, della ciclofosfamide e dell’anticorpo monoclonale rituximab.
Questi farmaci possono essere utilizzati da soli o combinati tra loro, a seconda della gravità della malattia.
Ci sono altri farmaci?
Se i sintomi sono di lieve entità, possono essere anche utili anche i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Invece, nel caso particolare della nefrite lupica, una complicanza renale molto frequente del lupus (ne è affetta circa la metà dei pazienti), è possibile utilizzare anche il micofenolato e gli inibitori della calcineurina, in associazione alla terapia convenzionale.
La terapia farmacologica di mantenimento
Una volta stabilizzata la malattia nella sua fase acuta (possono essere necessarie alcune settimane), si passa alla terapia di mantenimento, ovvero alla somministrazione di basse dosi dei farmaci antiinfiammatori ed immunomodulanti utili per mantenere la malattia in fase latente nel lungo periodo.
Ci sono anche terapie non farmacologiche?
Alle volte, una adeguata fisioterapia può migliorare la mobilità e ridurre il dolore articolare e, naturalmente, uno stile di vita il più possibile sano ed equilibrato migliora la qualità di vita del paziente. Alcune evidenze suggeriscono che anche la Vitamina D possa avere un ruolo nel promuovere la remissione del lupus ma, con le sostanze naturali occorre fare attenzione perché alcune possono essere potenzialmente dannose, come l’echinacea che è stata associata al riacutizzarsi del lupus. Attenzione anche alla esposizione non protetta alla luce solare che può causare la riattivazione della malattia.
Quali sono le nuove frontiere per il trattamento del lupus?
Anche nel lupus la ricerca scientifica si sta muovendo e la frontiera sembra essere l’uso delle cellule CAR-T che, prelevate dal paziente e opportunamente modificate, riducono la risposta immunitaria e possono costituire un approccio molto promettente per il trattamento delle malattie autoimmuni2.
Riferimenti Bibliografici:
- EULAR recommendations for the management of systemic lupus erythematosus: 2023 update, doi: 10.1136/ard-2023-224762
- CAR T-Cell therapy in systemic lupus erythematosus and beyond: a brave new world?, doi: 10.1093/rheumatology/keae108
Vedi anche la Pillola di salute: Antinfiammatori