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I farmaci antinfiammatori per la Covid-19: quali sono e quando utilizzarli?

21 aprile 2022

I farmaci antinfiammatori per la Covid-19: quali sono e quando utilizzarli?
Quando ha fatto la sua comparsa nel 2019, la Covid-19, malattia causata dal virus SARS-CoV-2, ci ha colto impreparati, il mondo non aveva mai visto nulla di simile e non sapevamo come combattere la malattia. Ora, fortunatamente, le cose sono cambiate e tra le armi che abbiamo a disposizione per contrastare gli effetti dell’infezione, di grande rilievo è il ruolo dei farmaci antinfiammatori.

Che cos’è l’infiammazione? 

L’infiammazione è un meccanismo di difesa dell’organismo che si attiva quando veniamo in contatto con agenti patogeni o in presenza di un danno tissutale. Nonostante sia un processo indispensabile, un’infiammazione eccessiva o non controllata assume una connotazione negativa e diviene dannosa per la nostra salute. 

 

Che cosa c’entra l’infiammazione con la Covid-19?

La gravità della Covid-19 è associata ai livelli di infiammazione riscontrati nei pazienti. E’ noto infatti che l’infiammazione ha un ruolo chiave nella progressione della malattia verso una forma grave. Inoltre, sembra che l’infiammazione sia cruciale anche nello sviluppo del Long-Covid, condizione nella quale può trovarsi anche chi è guarito da molto tempo. 

 

Quali farmaci antinfiammatori si possono usare? 

Gli antinfiammatori sono i farmaci che vengono utilizzati per “spegnere” il processo infiammatorio. Nei pazienti con Covid-19 possono essere utilizzati gli antinfiammatori non steroidei (FANS) e gli antinfiammatori steroidei (cortisonici). Inoltre possono essere utilizzanti anche farmaci che inibiscono l’attività di enzimi importanti per lo sviluppo della risposta infiammatoria (inibitori delle JAK chinasi) e anticorpi monoclonali diretti contro citochine pro-infiammatorie (IL-1, IL-6) o i loro recettori.

 

Quali antinfiammatori possono essere utilizzati da chi si cura a casa? 

Per chi si ammala di Covid-19 in maniera lieve e non ha bisogno di essere ricoverato (chi è asintomatico o pauci-sintomatico), l’AIFA consiglia l’uso dei FANS (ad esempio l’ibuprofene) in caso di febbre o dolori articolari o muscolari. L’utilizzo di altri farmaci antinfiammatori è invece sconsigliato o, addirittura, ritenuto dannoso.

 

Non è che se utilizzo gli antinfiammatori poi la malattia peggiora? 

Nonostante in un primo momento si fosse pensato che l’utilizzo di questi farmaci portasse al peggioramento della malattia, tuttavia in seguito a numerosi studi, l’EMA ha smentito questa associazione. Al contrario, studi recenti1,2 sembrano indicare che l’utilizzo dei FANS (nello specifico la nimesulide o l’aspirina) ridurrebbe in maniera importante la probabilità di aggravarsi ed il rischio di essere ricoverati in ospedale. 

 

E nei pazienti ricoverati come si cura la Covid-19? 

I farmaci antiinfiammatori rappresentano, insieme alla somministrazione di ossigeno, la terapia principale per i pazienti ricoverati in ospedale, nei quali, purtroppo, i farmaci antivirali non sono efficaci. Esistono varie opzioni terapeutiche che aumentano la probabilità di sopravvivenza dei pazienti e possono essere utilizzate in funzione della gravità e dell’aggressività della malattia.

 

Quali antinfiammatori vengono utilizzati in ospedale? 

I Cortisonici sono la terapia standard nei pazienti che necessitano di ossigeno e rappresentano un trattamento che certamente porta ad una riduzione della mortalità. In genere viene utilizzato il desametasone, ma, in alternativa, possono essere utilizzati anche altri corticosteroidi, quali il metilprednisolone, il prednisone e l’idrocortisone

 

Ci sono altri antinfiammatori che possono essere utilizzati in ospedale? 

Negli adulti ricoverati con Covid-19 grave vengono prese in considerazione anche altre opzioni terapeutiche. Nei pazienti che, al momento del ricovero, hanno la polmonite ma non sono sottoposti a ventilazione forzata e presentano alti livelli di suPAR, può essere utilizzato l’anakinra, un farmaco inibitore dell’IL-1. Mentre nei pazienti che necessitano di ossigeno e presentano elevati indici di infiammazione sistemica può essere utilizzato il baricitinib, un inibitore delle JAK chinasi; infine, nei pazienti che sono peggiorati nonostante 24/48 ore di trattamento con cortisonici, possono essere utilizzati farmaci inibitori dell’IL-6 (Il tocilizumab ed il sarilumab).

 

Perché non posso utilizzare gli antinfiammatori ospedalieri per curarmi a casa? 

Prima di tutto questi farmaci “spengono” il sistema immunitario (si definiscono infatti farmaci immunosoppressori), impedendo una risposta ottimale all’infezione. Inoltre, durante la loro somministrazione, è necessario un attento monitoraggio clinico, a causa degli effetti collaterali, potenzialmente severi. Per queste ragioni possono essere somministrati soltanto sotto uno stretto controllo medico ed è assolutamente sconsigliato utilizzarli a casa.

 

Per il futuro ci sono studi promettenti? 

Molto promettenti sono i risultati che riguardano l’utilizzo, fin dai primi sintomi della malattia, dei farmaci cortisonici per inalazione, gli stessi utilizzati per il trattamento dell’asma. Due importanti studi, pubblicati sulla prestigiosa rivista Lancet,3,4 hanno dimostrato che la somministrazione precoce della budesonide è in grado di diminuire sia la probabilità di aver bisogno di cure mediche, sia il tempo di recupero dalla malattia

 

E per i pazienti con malattia grave ci sono novità in vista? 

Ci sono risultati promettenti riguardo l’utilizzo del siltuximab, un farmaco contro l’IL-6, ed il canakinumab, farmaco contro l’IL-1β. Sono anche in corso trial clinici riguardanti l’utilizzo di altri farmaci inibitori delle JAK chinasi, il ruxolitinib ed il tofacitinib. In futuro questi farmaci potrebbero affiancarsi a quelli già disponibili per il trattamento della Covid-19 grave nei pazienti ricoverati in ospedale.

 

Riferimenti bibliografici e sitografici:

 

1 Suter F, Consolaro E, Pedroni S, et al. A simple, home-therapy algorithm to prevent hospitalisation for COVID-19 patients: A retrospective observational matched-cohort study. eClinicalMedicine. 2021;37:100941. doi:10.1016/j.eclinm.2021.100941

 

2 Consolaro E, Suter F, Rubis N, et al. A HOME-TREATMENT ALGORITHM BASED ON ANTI-INFLAMMATORY DRUGS TO PREVENT HOSPITALIZATION OF PATIENTS WITH EARLY COVID-19: <em>A MATCHED-COHORT STUDY (COVER 2)</em> medRxiv. January 2021:2021.09.29.21264298. doi:10.1101/2021.09.29.21264298

 

3 Ramakrishnan S, Nicolau D V, Langford B, et al. Inhaled budesonide in the treatment of early COVID-19 (STOIC): a phase 2, open-label, randomised controlled trial. Lancet Respir Med. 2021;9(7):763-772. doi:10.1016/S2213-2600(21)00160-0

 

4 Yu L-M, Bafadhel M, Dorward J, et al. Inhaled budesonide for COVID-19 in people at high risk of complications in the community in the UK (PRINCIPLE): a randomised, controlled, open-label, adaptive platform trial. Lancet. 2021;398(10303):843-855. doi:10.1016/S0140-6736(21)01744-X

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