Cos’è l’AI e come funziona in ambito medico?
L’intelligenza artificiale o AI (dall’inglese Artificial Intellingence) è una tecnologia informatica che consente ai computer di analizzare grandi quantità di dati, riconoscere schemi e fare previsioni con velocità e precisione superiori a quelle umane. Utilizza modelli matematici avanzati, come il machine learning (o apprendimento automatico) o il deep learning (o apprendimento profondo), che permettono al sistema di imparare da esempi e dati forniti e prendere decisioni sempre più corrette. Questa capacità la rende uno strumento rivoluzionario in numerosi campi, tra cui la medicina e la farmacologia1.
Qual è il ruolo dell’AI in medicina?
L’AI sta rivoluzionando la diagnosi e il trattamento delle malattie. Grazie l’analisi avanzata di immagini mediche, cartelle cliniche e studi scientifici, rileva anomalie con elevata precisione ed effettua diagnosi più accurate1. Può prevedere il rischio di malattie, favorendo interventi precoci, ed assiste il medico negli interventi di chirurgia robotica, rendendoli più precisi e meno invasivi, con minori complicanze e tempi di recupero. Ottimizza anche l’assistenza ai pazienti e permette il monitoraggio delle terapie a domicilio.
E in farmacologia?
L’AI sta rivoluzionando anche il settore farmaceutico, accelerando la scoperta di nuovi farmaci. Infatti, grazie all’analisi di enormi database di composti chimici e dati biologici, può identificare in tempi rapidi le molecole più promettenti, promuovendone le sperimentazioni successive. Inoltre, può favorire il riposizionamento di farmaci già esistenti, riducendo i tempi della ricerca. Suggerisce anche terapie personalizzate, basate sulla storia medica e sul profilo genetico del paziente, rendendo i trattamenti più efficaci e sicuri1.
Esistono già farmaci sviluppati con l’AI?
Sì, l’AI ha contribuito alla scoperta di alcuni farmaci attualmente in fase di sperimentazione clinica. Tra questi, troviamo DSP-1181, sviluppato per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo, e INS018_055, una molecola promettente contro la fibrosi polmonare idiopatica2. L’AI ha, inoltre, identificato nuovi antibiotici utili contro batteri resistenti e facilitato il riposizionamento del raloxifene, un farmaco utilizzato per l’osteoporosi, come possibile terapia per la COVID-19 1,3.
Ma quindi l’AI può sostituire il medico?
No, l’AI può supportare i medici, ma non sostituirli! Il processo decisionale in medicina non si basa solo sull’analisi dei dati, ma anche su esperienza, contesto clinico e interazione diretta con il paziente, aspetti che l’AI non può replicare. Inoltre, manca della componente empatica, fondamentale per instaurare un rapporto di fiducia e garantire un trattamento efficace e personalizzato1.
Ci sono rischi nell’uso dell’AI in ambito medico?
Si, l’uso dell’AI in medicina presenta diverse sfide e rischi. Uno dei principali riguarda la privacy dei dati: l’AI elabora enormi quantità di informazioni sanitarie, sollevando interrogativi sulla sicurezza e sull’uso etico. Inoltre, un’errata fase di addestramento dell’AI, basata su dati non rappresentativi o studi poco validi, potrebbe portare a decisioni cliniche imprecise. Resta anche aperta la questione della responsabilità legale, in caso di errori diagnostici generati dall’AI, poiché al momento non esistono normative specifiche a riguardo1.
Quanto possiamo fidarci dell’AI quando si parla di salute?
La fiducia nell’AI, in ambito sanitario, dipende dalla sua affidabilità, trasparenza ed efficacia. È importante che le decisioni e previsioni generate siano accurate ma anche interpretabili, permettendo così ai medici di comprendere e validare le analisi effettuate. Inoltre, è importante verificare l’affidabilità dell’AI in studi clinici rigorosi1.
Quali sfide ci attendono per il futuro?
Per sfruttare il potenziale dell’AI in medicina e farmacologia, è necessaria una regolamentazione chiara per garantire la sicurezza e l’etica nell’uso dei dati utilizzati, prevenire errori diagnostici e definirne la responsabilità legale. Inoltre, la supervisione umana resta essenziale per assicurare decisioni sicure e affidabili, mantenendo l’AI come strumento di supporto e non come sostituto del medico.
Bibliografia:
- Nat Med. 2022;28(1):31-38.
- J Med Chem. 2024; 67:19121−19142
- npj Antimicrob Resist. 2025; 3:19.