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Sintomi neuropsichiatrici da CoViD-19: quando il coronavirus attacca il sistema nervoso

12 novembre 2020

Sintomi neuropsichiatrici da CoViD-19: quando il coronavirus attacca il sistema nervoso
Le principali manifestazioni della CoViD-19 sono respiratoria e cardiaca. In letteratura sono comunque riportati casi di pazienti che presentano sintomi neurologici che, spesso, precedono e anticipano le manifestazioni tipiche della patologia.

Quali sono i sintomi neurologici da COVID-19?

Le alterazioni neurologiche osservate nei pazienti affetti da CoViD-19, anche se di lieve entità, possono anche precedere l’esordio dei sintomi più comuni della malattia e, a volte, possono essi stessi rivelarsi fatali.

Il corredo sintomatologico tipico della CoViD-19 include febbre, tosse secca e astenia marcata. Tuttavia, alcuni pazienti, al momento della diagnosi, presentano prevalentemente dei disturbi neurologici (mal di testa, anche di forte entità, malessere generalizzato e difficoltà nella deambulazione).

Nel corso dell’infezione dal SARS-CoV-2, si stima che oltre il 35% dei pazienti sviluppi manifestazioni neurologiche la cui gravità risulta correlata alla gravità dell’infezione.1

I più comuni sintomi neurologici riportati in questi pazienti sono: vertigini, cefalgia, sensazione di ottundimento, ipogeusia, ageusia, iposmia, anosmia e mialgia. Alcuni di questi, come l’anosmia e l’ageusia, sono manifestazioni molto frequenti, soprattutto nei pazienti asintomatici, e possono anche precedere la sintomatologia respiratoria.

Il riconoscimento precoce dell'interessamento del virus a livello del sistema nervoso risulta quindi utile per sospettare la presenza della CoViD-19 già nelle prime fasi di malattia.

Le patologie neurologiche che possono manifestarsi nei pazienti affetti da CoViD-19 sono principalmente: ictus (ischemico o emorragico, secondario alla coagulopatia), trombosi venosa, emorragia cerebrale, encefalopatia, alterazioni dello stato di coscienza, meningite, encefalite, convulsioni febbrili, encefalomielite, mielite, miastenia gravis, sindrome di Guillain-Barré e di Miller-Fisher.

Tali manifestazioni sono generalmente associate alle forme più gravi della malattia infettiva da SARS-CoV-2.2

Le complicanze di natura neurologica possono essere anche post-infettive. In tal caso potrebbero essere correlate agli effetti che la CoViD-19 determina a carico del sistema immunitario.

La risposta immunitaria sistemica sregolata, tipica dell’infezione, può avere effetti ritardati sulle cellule neuronali, con manifestazioni sia a carico del sistema nervoso centrale sia di quello periferico che, tipicamente, si verificano quando si attenua la fase acuta dell'infezione.

La capacità del virus di danneggiare i neuroni e di indurre infiammazione può quindi promuovere o aumentare il rischio di contrarre patologie neurologiche anche gravi.3

Recenti studi riportano che l’infezione da SARS-CoV-2, come osservato in passato per altre infezioni virali, potrebbe essere associata ad un aumentato rischio di sviluppare malattie neurodegenerative e ad un più rapido declino cognitivo nella popolazione anziana con comorbidità

Infine, è da considerare che, nei pazienti ospedalizzati, la sintomatologia neurologica, oltre ad essere causata dall'infezione virale, potrebbe derivare anche dall'utilizzo di alcune combinazioni di terapie antivirali per tempi protratti. Sebbene rari, sono stati registrati casi di crisi epilettiche durante la somministrazione di farmaci quali il lopinavir/ritonavir e rivabirina.4   

L'infezione da COVID-19 può dare anche sintomi psichiatrici?

Oltre ai disturbi neurologici nei pazienti con la CoViD-19 sono stati riscontrati anche disturbi psichiatrici. Questi ultimi si possono presentare durante le diverse fasi della malattia.

Insonnia (41,9%), ansia (35,7%), disturbi della memoria (34,1%), depressione (32,6%) e stato confusionale (27,9%) sono stati osservati durante lo stato acuto dell’infezione. Durante la remissione, invece, sono stati riscontrati disturbi del sonno, soprattutto insonnia (100%), presenza di ricordi traumatici (30,4%), compromissione della memoria (18,9%), irritabilità (12,8%), ansia (12,3%), e depressione (10,5%).5

Come arriva il COVID-19 al Sistema Nervoso?

I sintomi neurologici, associati alla CoViD-19, potrebbero essere la conseguenza di un’invasione virale diretta legata alla tendenza del virus ad attaccare le cellule neuronali.

Il cervello è un organo in cui si manifesta un’elevata potenzialità di replicazione del virus. Il virus potrebbe invadere direttamente il parenchima cerebrale attraverso la mucosa nasale ed il bulbo olfattivo.

Nel percorso di ingresso per via sanguigna, invece, verrebbero interessate le cellule endoteliali, seguite dagli astrociti. In questo modo le particelle virali raggiungerebbero, danneggiandoli, la microglia ed i neuroni annessi.

Una terza possibilità potrebbe essere collegata alla capacità del virus di raggiungere il sistema nervoso centrale dal tratto gastrointestinale utilizzando il sistema nervoso enterico.6  

Inoltre, anche un’aumentata permeabilità della barriera emato-encefalica, come conseguenza dell’infiammazione sistemica e del rilascio di citochine, favorirebbe l'ingresso del virus a livello cerebrale.

Una volta presente nel Sistema Nervoso, il coronavirus potrebbe viaggiare verso il tronco encefalico e contribuire, se non peggiorare, le alterazioni della funzione respiratoria e cardiaca che si verificano tipicamente nelle fasi inziali dell'infezione da CoViD-19.

Le manifestazioni neuropsichiatriche potrebbero essere anche effetti indiretti mediati dalla risposta citotossica delle cellule T CD8+ dell'ospite, o dalla forte risposta infiammatoria causata dalla “tempesta di citochine pro-infiammatorie” che si verifica nel corso della CoViD-19.

Il rilascio di queste molecole favorisce la formazione di coaguli che ostruiscono i vasi sanguigni causando fenomeni quali gli ictus e le trombo-embolie.

Il trattamento dei sintomi neurologici associati all’infezione da COVID-19

Il trattamento dei disturbi neurologici, nel corso della CoViD-19, non prevede, al momento, una terapia specifica. Il controllo di questi aspetti è associato alla terapia utilizzata per l’infezione (per esempio con farmaci antivirali o con anticorpi monoclonali).

Alcuni farmaci sono stati proposti per il controllo di sintomi specifici. Tra questi, c’è l’utilizzo topico dei corticosteoidi a livello nasale per controllare l’anosmia o la vitamina D come neuroprotettivo, ma il loro uso è ancora controverso e c’è bisogno di ulteriori studi al riguardo.

La somministrazione di farmaci anticoaugulanti sembra, invece, essere associata ad un miglioramento della prognosi, soprattutto nei pazienti che manifestano una malattia grave ed hanno comorbidità, in quanto permettono di avere una netta diminuzione della formazione di coaguli a livello dei vasi sanguigni cerebrali.

 

Riferimenti bibliografici:


1 Mao L et al., Neurologic manifestation of Hospitalized Patients with COVID10 in WUHAN, China: a retrospective case series study. JAMA Neurol, 2020 Jun 1;77(6):683-690.

2 Guadarrama-Ortiz P et al., Neurological Aspects of SARS-CoV-2 Infection: Mechanisms and Manifestations. Front Neurol, 2020 Sep 4;11:1039. 

3 Alquisiras-Burgos I et al, Neurological Complications Associated with the Blood-Brain Barrier Damage Induced by the Inflammatory Response During SARS-CoV-2 Infection. Mol Neurobiol, 2020 Sep 25;1-16.

4 Ying W et al., Drugs supply and pharmaceutical care management practices at a designated hospital during the COVID-19 epidemic. Res Social Adm Pharm, 2020 Apr 6;S1551-7411(20)30325-9.

5 Rogers JP et al., Psychiatric and neuropsychiatric presentations associated with severe coronavirus infections: a systematic review and meta-analysis with comparison to the COVID-19 pandemic. Lancet Psychiatry, 2020 Jul;7(7):611-627.

6 Khatoon F et al., Neurological manifestations of COVID-19: available evidences and a new paradigm. J Neurovirol, 2020 Oct;26(5):619-630

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