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Farmaci teratogeni in gravidanza: quali sono e quando sono a rischio per il feto?

23 maggio 2024

Farmaci teratogeni in gravidanza: quali sono e quando sono a rischio per il feto?
Il rischio che alcuni farmaci, chiamati teratogeni, possano provocare malformazioni nel feto causa un elevato livello di ansia tra le donne gravide a causa di tragedie del passato, disinformazione e paura. Proviamo a fare un po' di chiarezza.

Cosa si intende per “farmaco teratogeno”?

Si definisce teratogeno un farmaco che può causare malformazioni strutturali e funzionali congenite, presenti cioè fin dalla nascita, o difetti durante lo sviluppo embrionale o fetale. Gli effetti teratogeni comprendono aborto spontaneo, alterazioni della struttura o della funzione di uno o più organi, riduzione della crescita e ritardo mentale.

 

Gli effetti teratogeni sono indotti solo dai farmaci?

No! L’esposizione ai farmaci rappresenta una parte molto piccola dei fattori di rischio coinvolti nell’insorgenza delle malformazioni1. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) sottolinea che solo il 2% degli effetti teratogeni sono dovuti ai farmaci assunti in gravidanza. Altri fattori che possono causare malformazioni fetali includono alcune infezioni (rosolia, varicella, infezione da citomegalovirus e toxoplasmosi), stile di vita materno (fumo di tabacco, alcol e droghe come la cocaina) e, naturalmente, fattori genetici predisponenti.

 

In che momento della gravidanza l’effetto teratogeno di un farmaco è più pericoloso?

La fase della gravidanza maggiormente a rischio è il primo trimestre. Nelle prime due settimane dopo il concepimento, nella fase di pre-impianto, l’esposizione a farmaci teratogeni potrebbe causare un aborto. Particolarmente rischioso è il periodo compreso tra la terza e l’undicesima settimana di gestazione, durante la fase di organogenesi, cioè quando si formano tessuti e organi. Tuttavia, farmaci teratogeni possono danneggiare il feto anche dopo il primo trimestre causando, ad esempio, ritardi della crescita e dello sviluppo funzionale del feto.

 

Come si valuta il rischio teratogeno dei farmaci?

I possibili effetti teratogeni di un farmaco si valutano su animali di laboratorio, integrati da studi epidemiologici relativi alle persone che usano quel determinato medicinale. Gli studi sugli animali sono un indispensabile punto di partenza per evitare di mettere in commercio farmaci teratogeni. La decisione di autorizzare all’impiego clinico un farmaco potenzialmente teratogeno viene presa in funzione dei benefici che esso apporta nella cura di una malattia, e segnalandolo nel foglietto illustrativo.

 

Ci sono i farmaci noti per i loro effetti teratogeni?

Ad oggi sono stati identificati meno di 30 farmaci che possono attraversare la placenta e risultare teratogeni1. A parte alcuni farmaci per il trattamento dei tumori e di forme gravi di malattie autoimmuni, ci sono i retinoidi orali (acitretina, alitretinoina e isotretinoina), usati per trattare varie forme di acne e forme gravi di psoriasi che possono causare malformazioni del sistema nervoso centrale, viso e cuore. Gli antiepilettici (acido valproico e carbamazepina) possono causare difetti del tubo neurale, come la spina bifida mentre gli ACE-inibitori possono causare danni al funzionamento dei reni e infossamento delle ossa del cranio. Sostanze attive sul sistema nervoso centrale, come gli antidepressivi e gli oppiodi, sono stati associati alla comparsa della sindrome di astinenza nel neonato.

 

Quindi, tutti gli altri farmaci sono sicuri in gravidanza?

No! Per moltissimi farmaci non abbiamo informazioni sufficienti sugli effetti che possono dare sullo sviluppo del feto. Per un principio di cautela, moltissimi farmaci, anche se non sono classificati come teratogeni, sono sconsigliati in gravidanza a meno che non siano veramente necessari per la salute e il benessere della madre e vanno assunti solo sotto il controllo del medico.

 

Come fare dunque se c’è bisogno di usare farmaci teratogeni?

Quando il medico deve prescrivere farmaci con effetti teratogeni è obbligato ad informare la donna sui possibili rischi in caso di gravidanza. L’assunzione di un farmaco durante la gravidanza non deve essere evitata in caso di patologie croniche (ad esempio epilessia, asma o ipertensione) poiché la salute del feto dipende dalla salute della madre. Se un farmaco teratogeno è considerato indispensabile, può essere consigliato un programma di prevenzione della gravidanza. Le società mediche, durante la gravidanza, raccomandano di evitare l’alcol che danneggia lo sviluppo fetale e i prodotti del tabacco, compresi sigarette tradizionali ed elettroniche, che possono causare riduzioni nella crescita del feto, prematurità e morte neonatale.

Bibliografia

  1. Farmaci e gravidanza. Il rischio teratogeno e i benefici del trattamento: la ricerca, le evidenze, la pratica clinica. RENATA BORTOLUS, PIERPAOLO MASTROIACOVO. Medico e Bambino 2005;24:659-665
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