Cosa causa la fibrosi cistica?
La colpa è di un gene chiamato CFTR (che sta per: Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator). E’ una malattia ereditaria che si manifesta quando vengono ereditate da ciascun genitore due copie difettose, cioè mutate, del gene che causano la disfunzione di una proteina responsabile della funzione del cloruro (uno ione importante per le cellule).
Cosa succede quando CFTR non funziona?
Senza il cloruro che attira l'acqua sulla superficie cellulare, il muco prodotto da cellule in vari organi (per esempio polmoni e pancreas) diventa denso e appiccicoso, causando gravi disfunzioni. In Italia, si stima che 1 ogni 2.500-3.000 bambini nati sia affetto da fibrosi cistica (cioè circa 200 nuovi casi all’anno), con un’aspettativa di vita di 47 anni.
Cosa fanno i farmaci che si usano per la fibrosi cistica?
Diciamo subito che non curano la fibrosi cistica, ma alleviano i sintomi e rallentano il decorso della malattia. Il tipo di sintomi e la loro gravità possono variare notevolmente da persona a persona, quindi le terapie vengono adattate alle esigenze specifiche di ogni paziente1. Per questo si usano enzimi pancreatici, vitamine liposolubili, mucolitici, antibiotici e antinfiammatori.
Perché usare enzimi pancreatici e vitamine liposolubili?
Nel pancreas, l'accumulo di muco impedisce il rilascio degli enzimi digestivi indispensabili per assorbire i nutrienti, portando a cattiva digestione e malassorbimento, in particolare delle vitamine liposolubili. Per questa condizione si usa pancrelipasi, una miscela di enzimi tra cui lipasi, proteasi e amilasi che aiutano l’organismo a digerire rispettivamente grassi, proteine e amido e le vitamine A ed E.
Quali mucolitici e quali antinfiammatori?
Il mucolitico efficace nel fluidificare il muco e quindi liberare le vie aeree è il dornase alfa, una preparazione a base di un enzima che spezzetta il DNA responsabile della viscosità del muco. Di norma sono presenti elevate quantità di DNA che derivano dai globuli bianchi attirati dall’infiammazione presente nei pazienti con infezione cronica.
Tra i farmaci antinfiammatori l’ibuprofene è senza dubbio quello più utilizzato in quanto riduce la migrazione dei neutrofili a livello polmonare.
Che effetto hanno le soluzioni ipertoniche?
L’utilizzo di soluzioni ipertoniche per via inalatoria, attraverso un processo osmotico, richiama acqua rendendo le secrezioni più fluide. La terapia mucolitica è spesso associata a fisioterapia respiratoria che promuove l'espulsione delle secrezioni dai bronchi.
Perché serve una terapia antibiotica?
Nei polmoni, il muco ostruisce le vie respiratorie e intrappola batteri causando infezioni che tendono a diventare persistenti nel tempo. Gli antibiotici, scelti sulla base dell’antibiogramma, Aztreonam e tobramicina e assunti per via inalatoria sono, ad esempio, approvati per l’infezione cronica da Pseudomonas aeruginosa.
Come funzionano i farmaci di precisione?
Sono farmaci che modulano la funzione della proteina CFTR. Sono tanti perché agiscono sulla mutazione specifica e sappiamo che ci sono centinaia di mutazioni che possono causare la fibrosi cistica.
Quali sono i principali farmaci di precisione?
L’ivacaftor è stato il primo modulatore approvato. Successivamente sono stati approvati altri farmaci come il lumacaftor e il tezacaftor che potenziano l’attività dell’ivacaftor, motivo per cui vengono somministrati insieme a ivacaftor. Recentemente è stata approvata la combinazione elexacaftor/tezacafor/ivacaftor che oltre a facilitare l’apertura e la funzionalità della proteina canale, favoriscono la sua corretta collocazione.
Come procede la ricerca su questi farmaci di precisione?
Al momento della scrittura di questo articolo, ci sono tre sono studi clinici in fase 3 in corso che hanno l’obiettivo di valutare l’efficacia e la sicurezza di una nuova terapia, data dalla combinazione di tre modulatori: vanzacaftor, tezacaftor e deutivacaftor. I risultati sono incoraggianti e dimostrano una maggiore efficacia rispetto al trio elexacaftor/tezacafor/ivacaftor.
Bibliografia:
- Fibrosi cistica. Maschio M, Ros M. Medico e Bambino 2021;40(26):6