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Sindrome nefrosica: quali sono le strategie terapeutiche possibili?

5 dicembre 2024

Sindrome nefrosica: quali sono le strategie terapeutiche possibili?
La sindrome nefrosica è una condizione causata da un’alterata funzionalità dei reni che può insorgere improvvisamente o gradualmente a qualsiasi età. Attualmente esistono diversi farmaci che possono curare i sintomi e le cause della sindrome. Vediamo insieme quali sono.

In cosa consiste la sindrome nefrosica?

SI tratta di una patologia di alcuni componenti dei reni, detti glomeruli, che vengono danneggiati  nel corso di malattie, come il diabete mellito tipo 2, il lupus eritematoso e le infezioni gravi (ad esempio HIV). Nel 70-85% dei pazienti pediatrici può essere una patologia idiopatica. In tutti i casi, il danno porta ad una perdita di grandi quantità di proteine attraverso le urine e ridotti livelli di proteine, come l’albumina, nel sangue. L’edema, ovvero il gonfiore dovuto alla ritenzione idrica, è il sintomo più evidente.

 

Abbiamo a disposizione farmaci per curarla?

La terapia più idonea dipende dalla causa scatenante e ha con lo scopo di ridurre i sintomi, come il gonfiore, e prevenire il rischio di complicanze1. Di solito, tutti i pazienti vengono trattati inizialmente con farmaci cortisonici, anche se per un breve periodo. È importante ridurre gradualmente la dose di cortisonici per arrivare ad interrompere terapia1 evitando il rischio di sintomi da sospensione. La prognosi può variare da paziente a paziente: solitamente i pazienti sensibili ai cortisonici vanno più facilmente incontro ad una remissione della malattia. In seguito a peggioramenti e ricadute possono essere ripetuti vari cicli di cortisonici.

 

Cosa fare se i pazienti non rispondono ai cortisonici?

Nei pazienti in cui i cortisonici1 non bastano, si può passare al trattamento con gli inibitori della calcineurina, come il tacrolimus e la ciclosporina, che agiscono come immunomodulatori, riducendo l’infiammazione e portando alla remissione della malattia in circa il 60-80% dei casi .

In alternativa, è possibile utilizzare il micofenolato, un altro immunomodulatore, che tuttavia presenta alcuni effetti collaterali, come una forte riduzione dei globuli bianchi1, che può portare all’interruzione della terapia.

 

Gli immunomodulatori sono sufficienti?

Non sempre. In caso di ricadute frequenti oppure per pazienti non responsivi ai tradizionali immunomodulatori si possono utilizzare farmaci biologici, come il rituximab, che agisce su alcune cellule del sistema immunitario per ridurne l’attivazione e bloccare l’infiammazione1,2. L'effetto del rituximab, tuttavia, non è permanente e molti pazienti possono avere una ricaduta di malattia, richiedendo un ulteriore ciclo di trattamento. Inoltre, sebbene generalmente sicuro, può causare ipogammaglobulinemia, ossia bassi livelli di anticorpi nel sangue, soprattutto nei bambini piccoli3.

 

Come possiamo agire sui sintomi?

Per ridurre l’edema vengono utilizzati farmaci diuretici, come i diuretici tiazidici oppure la furosemide. Questi farmaci sono molto efficaci ma bisogna fare attenzione al loro uso monitorando gli elettroliti presenti nel sangue. Purtroppo, alcuni pazienti possono presentare delle resistenze ai farmaci diuretici, con necessità di cambiare tipologia2. Ai precedenti farmaci è possibile associare l’uso di antipertensivi come gli ACE inibitori o i bloccanti del recettore dell’angiotensina che sono in grado di ridurre la proteinuria e favorire una corretta funzionalità renale.

 

Cosa possiamo aspettarci per il trattamento della sindrome nefrosica in futuro?

La ricerca scientifica continua a porsi l’obiettivo di migliorare il trattamento della sindrome nefrosica, per aumentare l’efficacia e ridurre gli effetti collaterali. Un piano di trattamento personalizzato, a seconda delle specifiche esigenze del paziente, è fondamentale per garantire i migliori risultati. Molti studi infatti mirano all’identificazione di biomarcatori predittivi della risposta ai farmaci al fine di superare le resistenze e rallentare la progressione della malattia.

 

Bibliografia:

 

  1. Rheault, M. Nephrotic Syndrome: Updates and Approaches to Treatment. Curr Treat Options Peds 2, 94–103 (2016). doi.org/10.1007/s40746-016-0044-x
  2. Frățilă, V.-G.; Lupușoru, G.; Sorohan, B.M.; Obrișcă, B.; Mocanu, V.; Lupușoru, M.; Ismail, G. Nephrotic Syndrome: From Pathophysiology to Novel Therapeutic Approaches. Biomedicines 2024, 12, 569. doi.org/10.3390/biomedicines12030569
  3. Chan EY, Yap DY, Colucci M, Ma AL, Parekh RS, Tullus K. Use of Rituximab in Childhood Idiopathic Nephrotic Syndrome. Clin J Am Soc Nephrol. 2023, 18(4):533-548. doi: 10.2215/CJN.08570722
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