Cos’è l’echinacea?
L’echinacea (Echinacea purpurea (L.) Moench), nota anche come coneflower, è una pianta erbacea della famiglia delle Asteraceae, originaria del Nord America e introdotta in Europa nel XVII secolo1. È stata utilizzata a scopo medicinale dalle tribù indigene per trattare raffreddore, tosse e stati infiammatori della gola e del cavo orale, per curare le ferite e contro punture di insetto e morsi dei serpenti1. A scopo medicinale si utilizzano le parti aeree fiorite fresche o essiccate, la radice e il succo di E. purpurea1,2; inoltre, si possono utilizzare le radici di E. pallida (Nutt.) Nutt. e di E. angustifolia DC2.
Cosa contiene?
I costituenti caratteristici dell’echinacea sono polifenoli, in particolare i derivati dell’acido caffeico (es. acido cicorico, acido caftarico, acido clorogenico ed echinacoside)2, polisaccaridi , alchilamidi, glicoproteine e terpeni3. Secondo la Farmacopea Europea, la droga deve contenere non meno dello 0.1-0.5% di derivati dell’acido caffeico5,6.
In quali prodotti commerciali si trova?
I preparati a base di echinacea sono presenti in integratori alimentari (sia monocomposti che pluricomposti) utilizzati come antinfiammatori e stimolanti delle difese immunitarie (meglio noti come booster del sistema immunitario) per prevenire le malattie da raffreddamento e alleviare i sintomi influenzali, e per favorire la guarigione in caso di infezioni e infiammazioni delle vie aeree e delle vie urinarie. L’echinacea si ritrova anche in preparati per la cute, in forma di creme, lozioni e unguenti, per lenire le infiammazioni della pelle e stimolare la guarigione delle ferite.
Quali sono i benefici?
Gli studi preclinici hanno evidenziato che i preparati di echinacea hanno proprietà immunomodulanti, antinfiammatorie, antiossidanti, antimicrobiche e cicatrizzanti7. Sebbene i derivati dell’acido caffeico, i polisaccaridi, e le alchilamidi sembrino essere i maggiori responsabili degli effetti immunomodulanti ed antimicrobici, le proprietà farmacologiche sono dovute all’intero fitocomplesso7, cioè all’insieme di tutti i costituenti.
L’echinacea è efficace?
Gli studi clinici hanno evidenziato che il succo di echinacea, assunto ai primi sintomi del raffreddore, alle dosi di 6-9 ml al giorno in 2-4 dosi (o quantità equivalente di succo essiccato), per una durata massima di 10 giorni, sia efficace nel ridurre la durata della sintomatologia nei giovani e negli adulti3. Tuttavia, non ne è stata dimostrata l’efficacia nella prevenzione a lungo termine del raffreddore3. L’efficacia dei preparati della radice di echinacea nell’alleviare i sintomi del raffreddore e del succo per trattare piccole ferite superficiali si ritiene plausibile sulla base della lunga tradizione d’uso, pur non essendo disponibili studi clinici4-6, mentre resta da chiarire l’efficacia come antinfiammatori e come booster del sistema immunitario3.
Ci sono rischi per la salute?
I prodotti a base di echinacea sono generalmente ben tollerati; tuttavia, sono stati riportati casi di reazioni allergiche, a volte anche gravi, in soggetti ipersensibili all’echinacea o ad altre piante della famiglia delle Asteraceae3-6. Pertanto, se ne sconsiglia l’uso in caso di allergia a queste piante e in generale nei soggetti allergici.
Cosa dicono le Agenzie regolatorie?
Secondo quanto riportato nell’Allegato 1 del DM 10 agosto 2018 e successive modifiche, l’echinacea è ammessa negli integratori alimentari con i seguenti effetti fisiologici: supporto alle naturali difese dell'organismo e alla funzionalità delle prime vie respiratorie ed urinarie8. L’EMA (European Medicine Agency) riconosce al succo di E. purpurea un uso consolidato per la prevenzione a breve termine e il trattamento del raffreddore e un uso tradizionale per il trattamento di piccole ferite superficiali9, mentre alla radice delle tre specie di echinacea è riconosciuto un uso tradizionale per migliorare i sintomi del raffreddore10-12.
Cosa possiamo concludere?
Da quanto detto, emerge un profilo particolare dei diversi preparati di echinacea e della loro potenziale utilità in campo salutistico o farmaceutico, che è conseguenza dell’impiego non solo di specie differenti della pianta (E. purpurea, E. angustifolia, E. pallida), ma anche di parti diverse della stessa (parte aerea, radice, succo), caratterizzate da una composizione chimica e quindi da effetti biologici del tutto peculiari. È, pertanto, essenziale una scelta adeguata del prodotto al fine di ottenere i benefici attesi ed evitare i possibili effetti indesiderati, comunicando sempre al proprio medico di base se si fa utilizzo di questi preparati.
Bibliografia
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2Pharmaceutical biology, 56(1), 485–494
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7Plants 2022, 11, 1244.
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