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Pillola del giorno dopo e Pillola abortiva non sono la stessa cosa

1 aprile 2021

Pillola del giorno dopo e Pillola abortiva non sono la stessa cosa
Grazie all’utilizzo, sempre più diffuso e consapevole, dei contraccettivi, il rischio di gravidanze indesiderate è attualmente ridotto al minimo. Può succedere, però, che si presenti il rischio di una gravidanza non voluta. In questi casi, che opzioni ci sono?

Cosa significa contraccezione di emergenza

La contraccezione di emergenza serve per evitare una gravidanza non desiderata dopo un rapporto sessuale non protetto o protetto in modo non adeguato.
Si parla di rapporto a rischio o non protetto quando vi è il sospetto che possa essere avvenuta la fecondazione dell’ovulo.

Ciò può avvenire in caso di fallimento dei metodi contraccettivi naturali, di rottura del preservativo, di mancata assunzione o assunzione non corretta della pillola anticoncezionale, di distacco del cerotto transdermico contraccettivo, di violenze o abusi.

La contraccezione di emergenza contribuisce al diritto della donna per la salute riproduttiva ed è l’unica opzione in caso di rapporto a rischio per evitare una gravidanza. Viene chiamata “di emergenza” per sottolineare che è un intervento contraccettivo che non può e non deve essere utilizzato in modo abituale o dopo ogni rapporto sessuale.

La contraccezione di emergenza è un trattamento farmacologico?

La contraccezione di emergenza è un intervento che può essere di tipo farmacologico o non farmacologico.

Attualmente in Italia vi sono tre importanti metodi di contraccezione di emergenza autorizzati: la spirale intrauterina al rame (IUD-Cu), la pillola di emergenza a base di ulipristal acetato (ellaOne®) e la pillola di emergenza con levonorgestrel (Norlevo®, Escapelle®).

La contraccezione di emergenza può essere un trattamento abortivo?

La contraccezione di emergenza NON è un trattamento abortivo. Non ha nulla a che fare con la cosiddetta pillola abortiva a base di mifepristone, anche nota come RU-486. Questo medicinale, infatti, viene utilizzato per praticare l'aborto farmacologico interrompendo una gravidanza in atto.

Al contrario, la contraccezione di emergenza è in grado di ridurre il rischio di gravidanza conseguente ad un atto sessuale non protetto o non adeguatamente protetto in una percentuale che varia tra il 75 % ed il 99% in relazione al metodo usato. L’inserzione di uno IUD al rame è il metodo più efficace, seguito dai trattamenti farmacologici con le pillole a base di ulipristal o levonorgestrel. La donna che assume una di queste pillole deve essere informata e consapevole che la gravidanza potrebbe comunque presentarsi nonostante venga assunto il trattamento.

Spirale al rame (IUD)

La spirale al rame è un metodo contraccettivo che può essere utilizzato anche come metodo contraccettivo di emergenza se viene impiantato nell’utero della donna entro e non oltre 5-7 giorni da un rapporto a rischio di gravidanza. L'inserimento dello IUD, entro i 5 giorni da un rapporto a rischio, è in grado di evitare l'insorgenza del 99% delle gravidanze.
A differenza degli altri metodi disponibili per la contraccezione di emergenza può essere usato come metodo contraccettivo di prima scelta per i successivi 3-5 anni.
La spirale al rame è un dispositivo di plastica circondato da un sottile filo di rame spiralizzato. Viene inserita nell’utero della donna da un ginecologo. Il rame, con la sua funzione spermicida, rilascia ioni che ostacolano la motilità e la sopravvivenza degli spermatozoi oltre che la fecondazione dell’ovulo. Non protegge da malattie veneree.

La pillola di emergenza a base di ulipristal acetato (ellaOne®)

Chiamata anche pillola dei 5 giorni dopo. È un farmaco a base di ulipristal acetato che agisce ritardando l’ovulazione e riducendo così il rischio di una gravidanza. Questo tipo di contraccezione di emergenza non è efficace al 100% e su 100 donne che assumono questo medicinale si verifica una gravidanza in circa 2 casi.

La pillola dei 5 giorni dopo serve unicamente per evitare che si instauri una gravidanza, se la gravidanza è già in corso essa non verrà interrotta. Pertanto, minore è il tempo che passa tra il rapporto sessuale e l’assunzione di questo tipo di pillola, maggiori sono le probabilità̀ di evitare la gravidanza. In particolare, l’assunzione deve avvenire entro e non oltre 5 giorni (120 ore) dopo il rapporto sessuale a rischio ma è preferibile farlo entro 12-24 ore dal rapporto. In tale caso, le percentuali di efficacia sono pari al 95-98%.

La contraccezione di emergenza non avrà effetti negativi sulla fertilità quindi non impedirà una gravidanza in caso di successivi rapporti sessuali non protetti. È importante sapere che l’uso di questo medicinale può ridurre l’efficacia dei più comuni contraccettivi ormonali (pillola e cerotto), perciò è necessario continuare ad assumerli regolarmente ed utilizzare anche un metodo a barriere fino alle mestruazioni successive. È molto importante ricordare che, come la contraccezione ormonale, la contraccezione di emergenza NON protegge dalle infezioni a trasmissione sessuale, verso le quali solo il profilattico, utilizzato correttamente, è efficace.

Gli effetti collaterali più comuni che si presentano in seguito all’assunzione di questo medicinale sono nausea, mal di pancia, vomito, mal di testa. Questo medicinale non va mai assunto assieme ad una pillola contraccettiva di emergenza contenente levonorgestrel perché si riduce l’efficacia del medicinale.

A partire dall’8 ottobre 2020 l'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha autorizzato la vendita della pillola dei 5 giorni dopo in farmacia senza l'obbligo della prescrizione medica indipendentemente dall’età della paziente. L'acquisto del farmaco è accompagnato dalla consegna di un foglio informativo che ha lo scopo di evitare un uso inappropriato della contraccezione di emergenza.

La pillola di emergenza con levonorgestrel (Norlevo®, Escapelle®)

A questo medicinale ci si riferisce generalmente come “la pillola del giorno dopo”, è a base di un ormone progestinico, il levonorgestrel. Il meccanismo d'azione principale consiste nel bloccare o ritardare l'ovulazione. Inoltre, ostacola anche il passaggio degli spermatozoi verso l'utero e le tube, alterando la funzionalità degli stessi. Se il processo che porta all'ovulazione è già iniziato o l’impianto è già avvenuto, il levonorgestrel non ha effetto e il trattamento non ostacola il corretto sviluppo dell’embrione.

È essenziale che il farmaco venga assunto tempestivamente, preferibilmente entro le 12 ore e non più tardi di 72 ore (tre giorni) dal rapporto sessuale a rischio. Prima viene assunta la compressa più efficace sarà il trattamento: l’efficacia è pari a 99,5% se l’assunzione avviene entro 12 ore dal rapporto sessuale a rischio, e scende al 58% se assunta dopo 72 ore.

Associate a questo medicinale ci sono poche controindicazioni d'utilizzo e gli effetti collaterali sembrano relativamente modesti. Molto comuni sono nausea, stanchezza, dolore al ventre, diarrea. Bisogna porre attenzione soprattutto a quelli legati ai cicli mestruali successivi dove si possono presentare ipermenorrea, spotting, leucorrea.

L’acquisto di questo medicinale può avvenire solo in farmacia e le modalità di dispensazione dipendono dall’età della paziente. Per pazienti di età pari o superiore ai 18 anni, la pillola del giorno dopo può essere acquistata senza presentazione di ricetta medica. Per pazienti con età inferiore ai 18 anni, i medicinali con levonorgestrel, per la contraccezione di emergenza, necessitano di ricetta medica non ripetibile per poter essere acquistati.

Se la gravidanza non voluta è già in atto, come si procede?

La situazione è completamente diversa da quelle illustrate nei tre paragrafi precedenti e prevede l’uso di farmaci differenti. In Italia le donne possono richiedere l'interruzione volontaria di gravidanza, purché entro i primi 90 giorni di gestazione, per motivi di salute, economici, sociali o familiari. Dal 1978 questo intervento è regolamentato dalla Legge 194/78.

Esistono due tecniche per eseguire l’interruzione volontaria di gravidanza, quello farmacologico e quello chirurgico. Quello farmacologico si fa con la pillola abortiva, più conosciuta come RU-486, che viene utilizzata per le interruzioni volontarie di gravidanza entro 9 settimane dal concepimento.

RU-486, la pillola abortiva (Mifegyne®)

Il metodo farmacologico per interrompere una gravidanza non voluta consiste nell’assunzione di un medicinale a base di mifepristone, anche conosciuto come RU-486, seguito da una prostaglandina a distanza di 36-48 ore. Questo trattamento farmacologico NON fa parte della contraccezione di emergenza e quindi NON deve essere utilizzato in caso di sospetto rischio di gravidanza, ma SOLO quando si vuole interrompere una gravidanza non voluta e già in atto.

Il mifepristone è un ormone steroideo di sintesi che inibisce l’azione del progesterone, l’ormone che mantiene l’utero nelle condizioni necessarie per lo sviluppo dell’embrione. In caso di gravidanza il mifepristone sensibilizza il miometrio all’azione delle prostaglandine che inducono contrazioni dell’utero.

La combinazione di un analogo della prostaglandina, come misoprostolo o gemeprost, utilizzato dopo il mifepristone accelera l’espulsione del prodotto del concepimento e aumenta il tasso di successo a circa il 95%.

Da agosto 2020 l’AIFA ha pubblicato una delibera in cui ha espresso parere favorevole al ricorso dell’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico fino a 63 giorni, cioè 9 settimane dal concepimento (prima era possibile solo fino alla 7 settimana dal concepimento). Inoltre, è ora possibile eseguire tale pratica anche presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all’ospedale ed autorizzate dalla Regione, nonché in consultori, oppure in day hospital.

Cosa deve sapere la paziente che si vuole sottoporre al trattamento con RU-486?

È importante che la paziente sia informata che il metodo presenta anche delle possibilità di insuccesso, che comportano la necessità di interrompere la gravidanza con un approccio chirurgico.

Il rischio di fallimento, che si presenta nel 1,3-7,5% dei casi, rende obbligatoria la visita di controllo entro 14-21 giorni dalla somministrazione di RU-486, che serve ad accertare che l’espulsione del feto sia stata completa e che il sanguinamento si sia concluso. Il sanguinamento, associato a questo trattamento, si verifica nella quasi totalità dei casi. Può essere anche prolungato, in media circa 12 giorni o anche più dopo l’assunzione di RU-486, ma non è necessariamente indice di espulsione completa. È molto importante quindi che la paziente non si allontani dal centro in cui è seguita fino alla verifica della completa espulsione.

Il tasso di successo di questo metodo dipende dal tipo e dalla via di somministrazione dell’analogo delle prostaglandine (per via orale o per via vaginale) e può oscillare tra il 95% e il 98%.

La pillola abortiva RU-486 non può essere utilizzata senza una gravidanza confermata da ecografia o test di laboratorio e in caso di gravidanza oltre i 63 giorni di amenorrea o gravidanza extrauterina.

Come tutti i trattamenti farmacologici, può causare effetti indesiderati. Quelli più comuni sono sanguinamento abbondante e contrazioni uterine. Più rari sono infezioni successive all’aborto, nausea, vomito o diarrea, determinati soprattutto dalla prostaglandina.

Cosa ricordare da questa disamina sulla contraccezione di emergenza e sull’aborto farmacologico?

Il rischio di una gravidanza non voluta si riduce grazie ad una corretta educazione sessuale e a una accessibilità sempre maggiore a diversi metodi contraccettivi.
In caso di necessità è però un diritto delle donne poter aver accesso sia alla contraccezione di emergenza (pillola del giorno dopo, dei 5 giorni dopo, iud al rame) sia all’aborto farmacologico (RU-486).

La contraccezione di emergenza è un trattamento farmacologico che serve per prevenire una gravidanza non voluta dopo un rapporto a rischio.
L’aborto farmacologico viene utilizzato per interrompere volontariamente una gravidanza in atto e permette l’espulsione del prodotto del concepimento.
I medici di base, il ginecologo, i consultori ed i farmacisti sono le figure a cui la donna si può rivolgere per qualsiasi consiglio ed informazione.

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