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Come la pandemia da SARS-CoV-2 ha influito sulla salute mentale e sull’abuso di sostanze

15 febbraio 2021

Come la pandemia da SARS-CoV-2 ha influito sulla salute mentale e sull’abuso di sostanze
La pandemia in corso, oltre ad aver messo a dura prova i sistemi sanitari e le economie mondiali, ha aggravato le problematiche psichiatriche e minato la salute mentale di molte persone. E’ cosa nota che gli eventi epidemici, e in particolare i periodi di lockdown, elevano il rischio di sviluppare disturbi d’ansia, depressione e comportamenti aggressivi. I soggetti che fanno uso di droghe sono particolarmente vulnerabili, non solo perché lo stress è una delle cause di ricaduta e di aumento del consumo, ma anche perché le patologie psichiatriche, sovrapposte o latenti al consumo di sostanze d’abuso, possono incrementare l’uso di queste ultime o anche essere peggiorate da queste.

La pandemia ha modificato il consumo di farmaci per i disturbi psichiatrici (antidepressivi, antipsicotici e ansiolitici)?

Uno studio di AIFA1 ha mostrato che, nel periodo compreso tra marzo e dicembre 2020, non si è avuto in Italia un aumento del consumo di farmaci antidepressivi e antipsicotici, se paragonato allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre si è avuto un significativo incremento del consumo di ansiolitici (benzodiazepine). Questo è stato accompagnato ad un notevole aumento delle richieste di supporto psicologico2 .

Una tendenza molto simile si è verificata in altri Paesi europei, come la Gran Bretagna3 e la Germania4 . Il rapporto intermedio dell’ente internazionale che vigila sull’uso dei farmaci (il Global Drug Survey)5 cita espressamente che solitudine, depressione, insonnia e stress sono le ragioni principali per un maggiore uso delle benzodiazepine.

La relativa stabilità nel consumo di antidepressivi non deve essere interpretata come un dato positivo. Anzi, la vera ragione è che una buona parte delle persone depresse non hanno avuto la possibilità di ottenere diagnosi e terapie adeguate a causa delle difficoltà di accesso alle cure.

La pandemia ha modificato il consumo di droghe d’abuso?

Si, ma contrariamente a quanto si poteva pensare, s’è registrato un calo. I risultati preliminari, dell’indagine dell’agenzia europea che monitora il consumo di droghe d’abuso (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction, EMCDDA), mostrano un calo complessivo del consumo di sostanze d’abuso durante i primi 3 mesi della pandemia6 .

I dati sono stati ottenuti da numerose fonti, tra cui: sondaggi di esperti, consultazioni virtuali con professionisti, ONG e un recente questionario online (European Web Survey on Drugs: COVID-19, EWSD-COVID) che ha ricevuto oltre 10.000 risposte.

Questo calo generalizzato del consumo è associato anche ad un numero minore di accessi a reparti di emergenza per overdose da sostanze d’abuso.

Come si spiega questo calo del consumo?

Può essere spiegato attraverso una combinazione di fattori. Certamente hanno influito le misure nazionali di confinamento, che hanno ridotto le opportunità di uso di droghe all'interno degli ambienti sociali. Inoltre, nel periodo del lockdown, a causa delle restrizioni nei movimenti delle persone, si è riscontrata una difficoltà nelle forniture nella filiera del mercato illegale della droga e una maggiore difficoltà da parte dei consumatori finali nell’approvvigionamento.

Il calo dei consumi ha riguardato tutte le sostanze d’abuso?

No, ha riguardato in particolare alcune sostanze, come la cocaina e l’MDMA (nota anche come ecstasy), probabilmente dovuto in gran parte alla conseguenza della riduzione della vita notturna e all'attuazione di misure di confinamento domestico.

È interessante notare che le diminuzioni nell'uso di queste sostanze sono state confermate dagli studi sulle acque reflue (acque fognarie), dove permangono sia intatte sia sottoforma dei metaboliti che si formano nell’organismo e sono eliminati con le urine, in diverse città europee.

È interessante notare anche che gli psicostimolanti in generale (categoria a cui appartengono queste sostanze) aggravano l’ansia, particolarmente in soggetti confinati a casa, e quindi non sono stati particolarmente richiesti in condizioni di isolamento e riduzione dei contatti sociali.

E cosa si sa invece sul consumo di Cannabis?

Il quadro è piuttosto variegato. Si è riscontrato che i consumatori occasionali ne hanno ridotto il consumo, mentre i consumatori abituali lo hanno incrementato.

Il sollievo dalla noia e dall'ansia è la motivazione più frequente che ha spinto ad un maggiore utilizzo di Cannabis da parte degli intervistati al EWSD-COVID. Gli esperti hanno segnalato anche che in diversi Paesi europei è cresciuto l’interesse per la coltivazione domestica di Cannabis, monitorato attraverso la frequenza delle ricerche online su queste tematiche.

I soggetti dipendenti da oppioidi hanno mantenuto un uso costante di queste droghe?

I dati confermano che si è verificata una riduzione della disponibilità di eroina. Questo ha spinto verso l’utilizzo di sostanze sostitutive, ottenute illegalmente, come morfina, codeina o fentanyl, ma anche verso l’accesso più frequente ai Servizi per le Dipendenze che, in diversi Paesi, hanno aumentato le prescrizioni di metadone.

È aumentato il consumo di alcol?

Diversi studi confermano che è nettamente aumentato il consumo di alcol durante la pandemia anche come sostituto di altre droghe7 . In alcuni casi, l'aumento dell'uso di alcol è stato associato a un maggiore utilizzo di medicinali soggetti a prescrizione, comprese le benzodiazepine.

I dati dell'EWSD-COVID mostrano che sono soprattutto i consumatori di Cannabis e di psicostimolanti che hanno aumentato l'assunzione di alcol in sostituzione della droga di loro scelta. Le motivazioni per l'aumento dell'uso di alcol e benzodiazepine includevano la necessità di far fronte all'ansia e alla depressione e l'automedicazione dei sintomi di astinenza legati alla ridotta disponibilità di altri farmaci d’abuso.

In conclusione, possiamo affermare che questa pandemia ha aggravato il disagio psichico nelle persone vulnerabili e ha portato a una riduzione del consumo di droghe illecite a favore di sostanze lecite come alcol e benzodiazepine.

L’ansia, la noia, la solitudine e la riduzione di contatti sociali e occasioni di consumo hanno favorito questo peculiare cambiamento nelle abitudini legate al consumo di sostanze d’abuso. È ancora presto per capire quali saranno le conseguenze a lungo termine sulla salute mentale e sul consumo di droghe.

 

Riferimenti bibliografici:

1 Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali. Rapporto sull’uso dei farmaci durante l’epidemia COVID‐19 Anno 2020. Roma: Agenzia Italiana del Farmaco, 2020.

2 Gualano, M.R., et al., Monitoring the impact of COVID-19 pandemic on mental health: a public health challenge? Reflection on Italian data. Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology, 2021. 56(1): p. 165-167.

3 Carr, M.J., et al., Effects of the COVID-19 pandemic on primary care-recorded mental illness and self-harm episodes in the UK: a population-based cohort study. The Lancet Public Health, 2021. 6(2): p. e124-e135.

4 Jacob, L., et al., Impact of the coronavirus 2019 (COVID-19) pandemic on anxiety diagnosis in general practices in Germany. Journal of psychiatric research, 2020: p. S0022-3956(20)31088-8.

5 Winstock, A. R., Davies, E. L., Gilchrist, G., Zhuparris, A., Ferris, J. A., Maier, L. J. and Barratt, M. J. (2020), Global Drug Survey special edition on COVID-19: interim report. http://globaldrugsurvey.com

6 European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (2020), Impact of COVID-19 on patterns of drug use and drug-related harms in Europe, EMCDDA Trendspotter briefing, Lisbon.

7 Pollard, M.S., J.S. Tucker, and H.D. Green, Jr., Changes in Adult Alcohol Use and Consequences During the COVID-19 Pandemic in the US. JAMA Netw Open, 2020. 3(9): p. e2022942.

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