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La Cannabis tra terapia e tossicità
La Cannabis terapeutica è approvata per la terapia del dolore, per la spasticità nella sclerosi multipla, nell’anoressia da chemioterapia o AIDS e per ridurre i movimenti involontari del corpo e del viso nella sindrome di Tourette. Il rovescio della medaglia è che la Cannabis è la sostanza d’abuso illegale più diffusa e, utilizzata in modo errato, può avere diversi effetti negativi soprattutto sul sistema nervoso centrale di soggetti vulnerabili. Ne parliamo con gli esperti della Società Italiana di Farmacologia.

Vi sono nuove possibilità di sfruttare l’effetto terapeutico dei cannabinoidi, oltre alle indicazioni già approvate?

La dott.ssa Elisa Landucci e il prof. Domenico Pellegrini-Giampietro (Università di Firenze) hanno valutato gli effetti di THC e CBD (i più noti componenti, il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), principale componente psicoattivo, e il cannabidiolo, CBD) in disturbi neurodegenerativi come l’ictus e l’epilessia. Ad oggi i farmaci per la cura dell’ictus sono limitati e il 30% dei pazienti affetti da epilessia sono resistenti ai farmaci comunemente usati per questa patologia. Questi studi, effettuati su modelli sperimentali in vitro, hanno mostrato che il THC peggiora il danno delle cellule nervose, mentre il CBD lo riduce. Questi risultati suggeriscono che il CBD che già viene impiegato nel trattamento di epilessie pediatriche resistenti ai farmaci, potrebbe rappresentare una nuova valida arma terapeutica anche per il trattamento di altri tipi di malattie neurodegenerative.


Qual è il rovescio della medaglia quando si utilizzano derivati della Cannabis?

Numerose evidenze sperimentali e cliniche indicano che i cannabinoidi, in particolare il THC, siano dannosi durante alcune fasi dello sviluppo dell’individuo, soprattutto in gravidanza e nell’adolescenza.
A questo proposito, la prof.ssa Miriam Melis (Università di Cagliari) ha scoperto che l’assunzione di THC durante la gravidanza nei ratti ha effetti negativi sullo sviluppo del sistema nervoso della progenie. 

 

La pericolosità della Cannabis in gravidanza che si osserva nei modelli sperimentali ha un correlato anche nell’essere umano?

La Prof.ssa Melis afferma che sono ormai incontrovertibili le evidenze, derivate da studi epidemiologici, che la Cannabis assunta in gravidanza abbia l’effetto di aumentare il rischio di malattie del neurosviluppo nei bambini. Non è raro che le donne gravide utilizzino Cannabis in modo non appropriato, soprattutto per sfruttare l’effetto antinausea. Questo, però pone il bambino a rischio di sviluppare problematiche neuropsichiatriche che potrebbero tradursi con disturbi del comportamento, difficoltà nell’apprendimento e scarse performance scolastiche. Questo significa che una eventuale terapia a base di queste sostanze deve essere sospesa già dalla fase del concepimento. 

 

È possibile attenuare o prevenire questi problematiche con una terapia farmacologica?

Fermo restando che l’assunzione di Cannabis in gravidanza debba essere assolutamente evitata, la Dott.ssa Anna Brancato e la Prof.ssa Carla Cannizzaro (Università di Palermo) hanno scoperto che il CBD potrebbe attenuare le alterazioni della plasticità neuronale indotte dall’esposizione prenatale al THC, determinando un miglioramento della memoria spaziale e della flessibilità cognitiva nel modello animale.

 

La Cannabis può essere dannosa anche in altri periodi della vita?

A questa domanda rispondono la Dott.ssa Erica Zamberletti e la Prof.ssa Tiziana Rubino (Università dell’Insubria). Lo sviluppo del cervello è un processo continuo e complesso che inizia nell'utero e continua fino alla tarda adolescenza. Il cervello dell’adolescente è particolarmente suscettibile all’azione del THC, che sembra alterare le normali traiettorie di sviluppo comportando un maggior rischio per malattie neurologiche e psichiatriche nel lungo termine. Invece, il CBD sembra essere protettivo nei confronti dei danni da THC, prevenendo la neuroinfiammazione e la comparsa di depressione e ansia, ma non i deficit cognitivi.

 

Vi sono altri fattori di rischio che possono contribuire all’effetto negativo del THC nelle età vulnerabili?

Il gruppo del Prof. Marco Pistis (Università di Cagliari) ha studiato l’effetto di infezioni durante la gravidanza in un modello animale. Si è scoperto che le infezioni, attraverso l’attivazione immunitaria materna, potrebbero danneggiare lo sviluppo del cervello alterando la funzionalità del sistema endocannabinoide. I risultati hanno dimostrato, infatti, che questo sistema è particolarmente vulnerabile durante il neurosviluppo. Non è ancora chiaro se queste alterazioni siano alla base del possibile effetto negativo o protettivo del THC o di altri cannabinoidi come il CBD

 

Di questo e di molti altri temi importanti si parlerà estesamente in occasione del 41° Congresso Nazionale della SOCIETA’ ITALIANA di FARMACOLOGIA “Il valore scientifico e l’uso appropriato del farmaco” che si terrà a Roma dal 16 al 19 novembre 2022.

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