Cos’è la pielonefrite?
La pielonefrite è un’infezione causata, in genere, da batteri (come ad esempio l’Escherichia coli) che dall’uretra risalgono alla vescica, alle pelvi renali ed arrivano infine a colonizzare i reni. Può manifestarsi in forma sia acuta che cronica1.
Quali sono i sintomi?
La pielonefrite acuta è caratterizzata da febbre alta, dolore intenso localizzato nella parte bassa della schiena, ai fianchi e/o nell’area inguinale, nausea e vomito. Nella pielonefrite cronica i sintomi sono generalmente più lievi, come dolore ai fianchi, febbre lieve, malessere generale e perdita di peso); tuttavia, la persistenza dell’infezione può danneggiare progressivamente ed irreversibilmente la funzionalità renale.
Quali farmaci si usano per il trattamento della pielonefrite?
Una volta diagnosticata la pielonefrite, è fondamentale eseguire l’analisi delle urine per identificare i batteri responsabili e scegliere la terapia farmacologica più adatta. Il trattamento prevede principalmente la somministrazione di antibiotici in monoterapia oppure in terapia combinata. In particolare, gli antibiotici maggiormente prescritti sono: fluorochinoloni (ciprofloxacina, levofloxacina), la combinazione tra trimetoprim e sulfametossazolo (denominata cotrimossazolo), amoxicillina e cefalosporine (cefuroxima, cefotaxima). Inoltre, possono essere utilizzati farmaci analgesici (paracetamolo, ibuprofene) per il trattamento del dolore e dei sintomi associati alla pielonefrite.
Come vengono scelti?
La scelta dell’antibiotico dipende dallo stato generale di salute del paziente, dalla gravità dell’infezione e dall’antibiotico resistenza, che rappresenta una delle maggiori sfide nel trattamento delle infezioni batteriche. Prima di conoscere il risultato delle analisi delle urine si prescrive un trattamento antibiotico empirico a largo spettro, poi in base al risultato dell’urinocoltura associata all’antibiogramma, si può optare per un diverso antibiotico con efficacia mirata verso i batteri responsabili dell’infezione2.
Come si somministrano?
Per i casi più lievi, gli antibiotici vengono prescritti per via orale, mentre per infezioni gravi o complicate è necessaria una terapia antibiotica per via endovenosa in ambiente ospedaliero.
Per quanto tempo è necessario assumere l’antibiotico?
La durata del trattamento varia generalmente tra sette e quattordici giorni, ma può essere prolungata nei casi più gravi o nella forma cronica. Qualora i sintomi migliorassero rapidamente è importante che il paziente completi, comunque, l’intero ciclo antibiotico prescritto: ciò minimizza il rischio di recidiva ed evita lo sviluppo di batteri resistenti. Un’aderenza terapeutica corretta è quindi essenziale per un’efficace guarigione e per prevenire complicazioni a lungo termine.
Chirurgia: quando è necessaria?
Una qualsiasi ostruzione del flusso urinario rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgenza della pielonefrite1. Pertanto, qualora sia presente un’anomalia che ostruisce le vie urinarie, è necessario ricorrere alla chirurgia.
Pielonefrite nelle donne e in gravidanza
Le donne sono più suscettibili alla pielonefrite a causa della conformazione anatomica che rende più semplice la colonizzazione dell’apparato urinario da parte dei batteri. Durante la gravidanza, il rischio aumenta ulteriormente a causa della compressione dell'uretere da parte dell'utero. È, pertanto, necessario un trattamento tempestivo con antibiotici sicuri per il feto quali amoxicillina e cefalosporine (sconsigliati invece fluorochinoloni e la combinazione trimetoprim-sulfametossazolo) ed un attento monitoraggio medico per evitare complicanze quali parto prematuro e sepsi3.
Bibiografia:
- Clin Microbiol Rev. 2024 Dec 6:e0012924. doi: 10.1128/cmr.00129-24
- World J Nephrol. 2024 Sep 25;13(3):98300. doi: 10.5527/wjn.v13.i3.98300
- ISRN Obstet Gynecol. 2012 Nov 14;2012:519321. doi: 10.5402/2012/519321