Di che evento si tratta?
È la riunione scientifica in cui i giovani ricercatori nelle discipline farmacologiche (che in SIF chiamiamo SIF Young Scientists) hanno l’opportunità per presentare i propri progetti e scambiare idee. Lo fanno con sessioni multidisciplinari con lo scopo di stimolare la creatività e promuovere l’innovazione nelle ricerche in ambito farmacologico. E lo fanno con il contributo di farmacologi provenienti da altre società europee di farmacologia ed esperti in comunicazione.
In cosa consiste la formazione e la crescita individuale per i giovani farmacologi?
Per esempio esplorare nuove linee di ricerca, stringere nuove amicizie e instaurare collaborazioni per progetti futuri. Ma anche, la possibilità di candidarsi come moderatore/moderatrice, offerta dai membri del comitato organizzatore, ha rappresentato una nuova sfida per lo sviluppo professionale e una piattaforma per l’interazione diretta con tanti colleghi di diversi atenei e centri di ricerca.
Quali aspetti positivi mettere in evidenza?
Il primo è certamente la scelta di organizzare la conferenza in un luogo raccolto come il Collegio Universitario di Urbino. Questa scelta ha facilitato le interazioni tra giovani ricercatori provenienti da diversi gruppi di ricerca farmacologica nazionali e internazionali.
Il secondo è stato quello di aprire l’evento alla partecipazione di farmacologi provenienti da altri Paesi come Turchia, Portogallo, Spagna e Inghilterra, arricchendo il congresso dal punto di vista scientifico e relazionale.
Un ulteriore aspetto positivo è stato l’ampio spazio dedicato ai i partecipanti per discutere argomenti di ricerca, ma anche questioni comuni affrontate nella loro quotidianità.
Quale il valore aggiunto dei Working Group?
Le discussioni nel corso dei working group hanno avuto un ruolo cruciale per far emergere la necessità di una maggiore comunicazione tra colleghi attraverso la condivisione di protocolli sperimentali e con i soci ordinari tramite programmi di mentoring e consulenza sulla stesura di grants e progetti. È inoltre emersa la necessità di armonizzare i database per facilitare ed implementare il lavoro della farmacovigilanza.
In quest’ottica, quali suggerimenti per i prossimi eventi?
È proprio sui Working Group che i giovani farmacologi puntano la loro attenzione, chiedendo un maggiore spazio per questi eventi, includendo le attività di supporto dei giovani ricercatori e aumentando le opportunità di confronto tra i vari soci. I giovani farmacologi ritengono di dare più spazio alla discussione per dare un'identità chiara della figura del farmacologo clinico, in ragione del suo ruolo nella gestione delle terapie innovative e sempre più complesse che vengono messe a disposizione dei pazienti.