Che caratteristiche assume l'ipertensione nell'anziano?
Negli anziani è generalmente causata da una riduzione dell’elasticità dei vasi sanguigni dovuta all’invecchiamento. Molto spesso si verifica un aumento della pressione arteriosa sistolica mentre quella diastolica rimane su valori normali o bassi (ipertensione sistolica isolata). Se si osserva un aumento anche della pressione arteriosa diastolica è essenziale la somministrazione di un’adeguata terapia farmacologica per ridurre il rischio di eventi come infarto e ictus e complicanze renali, tra le principali cause di morte tra gli anziani.
Quali farmaci sono preferibili per il trattamento dell’ipertensione nell’anziano?
Le principali classi di farmaci utilizzate per trattare l'ipertensione nell'anziano includono ACE-inibitori, sartani, calcio-antagonisti, beta-bloccanti e diuretici tiazidici, questi ultimi impiegati prevalentemente nei pazienti con tendenza all’insufficienza cardiaca o renale. Va comunque tenuto in considerazione che gli anziani sono particolarmente suscettibili agli effetti collaterali dei farmaci e che tutti gli antipertensivi possono causare ipotensione ortostatica. Inoltre, le varie classi hanno anche effetti indesiderati specifici. Vediamo insieme come funzionano e quali effetti avversi caratterizzano queste classi di farmaci.
Gli ACE-inibitori
Gli ACE-inibitori prevengono la formazione dell’angiotensina II inibendo l’attività dell’enzima ACE (enzima che trasforma l’angiotensina I in II). L’angiotensina II è infatti responsabile della contrazione delle arterie e delle arteriole e dell’aumento della frequenza dei battiti cardiaci. Ridurne la produzione causa rilassamento dei vasi e riduzione del lavoro del cuore. Gli ACE-inibitori possono causare tosse stizzosa e secca e anche edema a livello delle labbra, della lingua o della faringe, noto come angioedema, che è un fenomeno grave che richiede un ricovero immediato.
I sartani
I sartani sono farmaci antagonisti del recettore AT1 dell’angiotensina II, un recettore la cui attivazione promuove l’aumento della pressione arteriosa. Pertanto, la sua inibizione favorisce il rilassamento dei vasi e il calo pressorio. I sartani solitamente sono ben tollerati ma possono causare cefalea, vertigini, dolori lombari e disturbi gastro-intestinali.
Calcio-antagonisti.
Per quanto riguarda i calcio-antagonisti, la loro azione si svolge direttamente sui vasi sanguigni, riducendo l’ingresso di calcio nelle cellule dei vasi, un’azione che comporta una riduzione della capacità di contrarsi dei muscoli dei vasi e quindi una riduzione della tensione delle pareti dei vasi. I calcio-antagonisti hanno numerosi effetti collaterali tra cui palpitazioni conseguenti a tachicardia riflessa, bradicardia (eccessiva riduzione dei battiti cardiaci), stipsi, edemi periferici e nausea. Questi effetti sono più comuni e più gravi negli anziani.
I beta-bloccanti.
I beta-bloccanti sono farmaci capaci di bloccare i recettori sui quali agiscono due neurotrasmettitori chiamati adrenalina e noradrenalina. Ne risulta un effetto rilassante sia sulla contrazione del cuore sia sui vasi arteriosi. L’effetto collaterale più comune dei beta-bloccanti nell’anziano è la bradicardia eccessiva, ma possono presentarsi anche squilibrio del metabolismo degli zuccheri e impotenza.
I diuretici tiazidici
I diuretici tiazidici agiscono aumentando l'eliminazione di sodio e acqua attraverso le urine e così facendo riducono il volume del sangue circolante e abbassano la pressione arteriosa ed il sovraccarico a livello cardiaco. Con i diuretici si possono manifestare frequentemente condizioni di squilibri elettrolitici e alterazioni della funzione renale.
Quali sono le evidenze cliniche di efficacia?
Da diversi trials clinici e metanalisi è emerso che tutti i farmaci antipertensivi mostrano una sostanziale parità di efficacia nel ridurre la mortalità per malattie cardiovascolari e l’insorgenza di ulteriori complicanze dovute alla ipertensione. Tuttavia, sono state osservate delle differenze di comportamento delle singole classi di farmaci in base alle caratteristiche dei pazienti e alla presenza di altre patologie. La scelta del farmaco più adatto è sempre a cura del medico dopo una accurata valutazione del paziente.
Come personalizzare il trattamento?
I pazienti in età avanzata presentano spesso condizioni di comorbidità che richiedono un approccio individualizzato, specie quando un anziano si trovi nella condizione di dover assumere altri farmaci per altre patologie. Oggi per strutturare un piano terapeutico adeguato è utile fare riferimento alle linee guida che ci danno utili indicazioni (compelling indication).
Esistono alternative non farmacologiche?
Si certo. Nel caso di ipertensione, anche per gli anziani vengono suggerite delle modifiche allo stile di vita, prima di ricorrere ad una terapia farmacologica. La riduzione del consumo di sodio nella dieta e dell’uso di alcol e tabacco sono gli interventi più efficaci, in aggiunta ad un’attività fisica regolare. Purtroppo, non sempre risultano sufficienti e, specie nei soggetti anziani, è difficile che vi sia una aderenza a lungo termine.
Quali considerazioni per concludere?
L’ipertensione arteriosa rappresenta il principale fattore di rischio cardiovascolare nell’anziano, in considerazione della sua crescente prevalenza con l’aumentare dell’età. Data anche la ridotta compliance ed aderenza dei pazienti, per migliorare la qualità delle cure sono state sviluppate associazioni di farmaci antipertensivi che contengono più principi attivi in una singola pillola. Inoltre, l'utilizzo di tecnologie come la telemedicina potrebbe rivoluzionare il monitoraggio domiciliare della pressione arteriosa.
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