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Piante allucinogene, ipnotico-sedative o stimolanti: da sostanze d’abuso a farmaci utili?

10 febbraio 2022

Piante allucinogene, ipnotico-sedative o stimolanti: da sostanze d’abuso a farmaci utili?
Il papavero da oppio, la canapa e la coca, sono esempi di piante i cui estratti considerati sostanze d’abuso hanno anche un effetto terapeutico. La morfina, ottenuta dal papavero da oppio, viene oggi usata nel dolore cronico, la cocaina è impiegata come anestetico locale in oftalmologia e, più recentemente, anche per la cannabis è stato approvato l’uso medico. Anche l’area del Mediterraneo vanta piante ricche di sostanze con potere allucinogeno o che agiscono sulle funzioni psichiche e che possono trovare impiego in ambiti curativi.

Piante allucinogene con componenti dotati di importanti attività farmacologiche

Le piante allucinogene sono largamente rappresentate nelle regioni temperate dell’Europa, tra queste lo Stramonio, la Belladonna, il Giusquiamo e la Mandragora.

 

Lo Stramonio (Datura stramonium L.) è una pianta stupefacente che, se fumata, genera allucinazioni, e dalla quale si ottengono composti capaci di effetti analgesici, antivirali, antidiarroici e antinfiammatori1.

 

La Belladonna (Atropa belladonna L.) invece è ricca di atropina e scopolamina, due composti usati in medicina in diversi contesti.

 

Gli estratti di Giusquiamo (Hyoscyamus niger L.) in studi preliminari hanno dimostrato proprietà ipotensive e broncodilatanti. Infine, le piante appartenenti al genere Mandragora, note per la presenza di composti allucinogeni, possiedono anche importanti attività antiossidanti e immunomodulatorie2.

Impieghi in medicina di estratti di piante ad attività ipnotico sedativa.

Nell’area del Mediterraneo è molto diffuso il Mirto (Myrtus communis L.), le cui foglie erano un tempo usate per la produzione di preparati analgesici. Oggi sappiamo che contiene sostanze come l’α-terpineolo, un composto che, analogamente alla morfina ottenuta dal papavero da oppio, riduce la sensibilità al dolore (Leggi anche "Come si cura il dolore? Alla scoperta di morfina, Cannabis e monoclonali").

 

Più recentemente, sono state individuate altre proprietà degli estratti di Mirto, utili in patologie cardiovascolari, ma anche gastrointestinali e cutanee3. Oltre al Mirto anche la Lattuga selvatica (Lactuca virosa L.) ha degli effetti simili all’oppio grazie a due suoi costituenti chiamati lactucina e lactucopicrina, che bloccano la degradazione degli oppioidi endogeni (endorfine) prolungandone l’efficacia.

Composti ad attività stimolante derivati dalle piante ed impiegati in terapia.

L’esempio migliore in questo campo è rappresentato dalle piante del genere Efedra, in Italia la specie più diffusa è l’Ephedra distachya L. (o Ephedra vulgaris Rich.) detta anche uva marina. L’assunzione di foglie induce una maggiore resistenza alla fatica a causa del contenuto di efedrina, potrebbe essere definita una amfetamina vegetale.

 

Questa molecola è in grado di agire come vasocostrittore e broncodilatatore e trova impiego nelle affezioni del tratto respiratorio insieme alla pseudoefedrina (decongestionante nasale). In passato l’efedrina trovava uso anche come anoressizzante in integratori alimentari, in seguito ritirati per i numerosi decessi a seguito di reazioni avverse sia di tipo cardiovascolare che nervose.

Ci sono anche piante del bacino del Mediterraneo con attività antidepressive?

Si certo.

 

Non sono certamente piante d’abuso o con effetti psichici o allucinogeni ma val la pena fare qualche esempio. Uno è la Ruta (Ruta graveolens L.), impiegata in passato per stimolare le mestruazioni e l’aborto (cosiddetto effetto emmenagogo che aumentando l’afflusso di sangue nell'area pelvica e nell'utero favorisce la mestruazione), ma anche come calmante e per alcuni disturbi gastrointestinali. Oggi è stata abbandonata per i suoi effetti tossici soprattutto a livello del fegato.

 

Tuttavia, uno studio recente ha identificato un suo componente, la rutamarina, come potenziale inibitore delle monoamino ossidasi (MAO) di tipo B, enzimi coinvolti nella depressione e anche nel morbo di Parkinson (Leggi anche "Parkinson e Alzheimer, due malattie croniche con gravi disabilità").

 

Un’altra pianta potenzialmente interessante per i suoi effetti sul sistema nervoso è il Calamo aromatico (Acorus calamus L., 1753, detto anche canna odorosa, una pianta erbacea palustre e perenne della famiglia delle Acoraceae). Il rizoma viene utilizzato per preparare un amaro aromatico ed è conosciuto come "stimolante digestivo" in quanto stimola funzioni dell'apparato digerente. La pianta contiene anche due molecole, α- e β-asarone, che posseggono potenzialità terapeutiche in ambiti psichiatrici quali la terapia della depressione e degli stati d’ansia4.

 

Riferimenti bibliografici:


1 Sharma, M.; Dhaliwal, I.; Rana, K.; Delta, A.K.; Kaushik, P. Phytochemistry, Pharmacology, and Toxicology of Datura Species-A Review. Antioxidants (Basel) 2021, 10.

 

2 Monadi, T.; Azadbakht, M.; Ahmadi, A.; Chabra, A. A Comprehensive Review on the Ethnopharmacology, Phytochemistry, Pharmacology, and Toxicology of the Mandragora Genus; from Folk Medicine to Modern Medicine. Curr Pharm Des 2021, 27, 3609-3637.

 

3 Alipour, G.; Dashti, S.; Hosseinzadeh, H. Review of pharmacological effects of Myrtus communis L. and its active constituents. Phytother Res 2014, 28, 1125-1136.

 

4 Chellian, R.; Pandy, V.; Mohamed, Z. Pharmacology and toxicology of alpha- and beta-Asarone: A review of preclinical evidence. Phytomedicine 2017, 32, 41-58.

 

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