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COVID-19 e consumo di alcol: rischi e impatto durante la pandemia

27 aprile 2020

COVID-19 e consumo di alcol: rischi e impatto durante la pandemia
Durante l'emergenza sanitaria per COVID-19, l'isolamento sociale e il marcato stress psicologico a cui è sottoposta l'intera popolazione possono favorire l'incremento del consumo di alcolici in differenti modalità, con multipli risvolti negativi nella gestione clinica e socio-sanitaria dei pazienti a maggior rischio di intraprendere comportamenti non salutari.

Consumo di alcolici: come, quando e perché?

Nel 2016 oltre 35 milioni di italiani hanno dichiarato di assumere bevande alcoliche, con una prevalenza maggiore tra gli uomini rispetto alle donne1.

Questo dato significativo è il risultato della facile fruibilità della sostanza, delle influenze culturali e degli stili di vita della popolazione italiana, che spesso associano l'utilizzo di alcolici a momenti ricreativi in situazioni conviviali.

Il consumo di alcol può comunque diventare patologico, nel momento in cui viene assunto in quantità sempre maggiori, anche con finalità ansiolitiche, con ripercussioni sulla vita lavorativa, sociale e familiare2.

Si possono quindi riscontrare diverse tipologie di consumatori a seconda della modalità di assunzione (occasionali, binge-drinkers, etilisti cronici).

L'isolamento sociale ha influenzato il consumo di alcolici?

Pur in assenza di dati ufficiali, basandosi sull'incremento della vendita di alcolici3 e sui recenti numerosi accessi in pronto soccorso per intossicazione alcolica acuta, possiamo affermare come il consumo di alcolici sia particolarmente frequente in questo periodo.

La diffusione di "fake news" riguardo a supposti effetti preventivi dell'alcol nei confronti del virus SARS-CoV-2 e l'incoraggiamento anche attraverso i social di festeggiamenti virtuali potrebbero avere un ruolo in questo andamento in crescita del consumo.

Non bisogna dimenticare come questo periodo di calamità possa slatentizzare o aggravare patologie psichiatriche, molto spesso erroneamente autogestite dai pazienti con l'alcol.

Il consumo di alcol occasionale è esente da rischi?

È noto come l'alcol abbia un impatto non solo a livello fisico ma anche a livello psico-comportamentale, anche nel consumatore occasionale, con possibili episodi di aggressività fisica e verbale.

Per questo l'organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda, in particolar modo durante l'emergenza COVID-19, di non favorire situazioni sociali a rischio attraverso il consumo di alcolici4.

L’infezione da Sars-Cov2 può essere più grave per gli etilisti cronici?

Il disturbo da uso cronico di alcol espone il consumatore ad un maggior rischio di numerose patologie cliniche (come disturbi cardio-vascolari, insufficienza epatica, sindrome metabolica, immunosoppressione, decadimento cognitivo per encefalopatia alcol-correlata e disturbi psichiatrici)5 influenzando negativamente anche il metabolismo dei farmaci.

È noto come le co-morbilità rendano il paziente più soggetto a complicazioni in caso di COVID-19: questo può essere particolarmente vero per l'etilista, in quanto spesso trascurato anche per lo stigma sociale che lo caratterizza.

Come si può intervenire nelle situazioni più severe?

Nonostante il momento di difficoltà sanitaria e riduzione di alcuni dei servizi ambulatoriali e territoriali per le dipendenze, rimane necessario indirizzare precocemente i pazienti più fragili verso percorsi dedicati per supporto psicologico, psichiatrico e tossicologico.

I famigliari devono essere informati sulla necessità di non procrastinare l'intervento dopo l'emergenza, rivolgendosi ai servizi territoriali disponibili (SERD e Centri Alcologici).

In conclusione: alcolici durante l'emergenza COVID-19, si o no?

Al fine di vivere con più tranquillità e svago questo momento di isolamento sociale, rimane ovviamente consentito il moderato e responsabile consumo di alcol giornaliero6 compatibile con la propria vita privata e sociale, nei limiti di quanto consigliato dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Viene sconsigliata invece un'assunzione eccessiva di alcolici, al fine di evitare intossicazioni acute e prevenire evitabili accessi in pronto soccorso, in particolar modo durante la pandemia.

 

Riferimenti bibliografici:

1 Emanuele Scalfato et al. Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia e nelle regioni, Rapporto 2018.
2 Diagnostic and statistical manual of mental disorders 5th edition (DSM-5). American Psychiatric Association, 2014.
5 Kevin D Shield et al. Chronic Diseases and Conditions Related to Alcohol Use. Alcohol Res. 2014; 35(2): 155–171.

Sitografia:

3 https://www.ilsole24ore.com/art/effetto-coronavirus-parafarmaci-l-alcol-vendite-del-347percento-AD3OdTB?refresh_ce=1
4 http://www.euro.who.int/en/health-topics/disease-prevention/alcohol-use/news/news/2020/04/alcohol-does-not-protect-against-covid-19-access-should-be-restricted-during-lockdown
6 http://old.iss.it/binary/ofad/cont/parte1.1113473004.pdf

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