Cosa contiene la cardioaspirina?
La cardioaspirina contiene lo stesso principio attivo dell’aspirina, ovvero l’acido acetilsalicilico. La cardioaspirina è una formulazione di aspirina a basso dosaggio (generalmente tra 75 e 160 mg) specificamente utilizzata nella terapia di prevenzione di eventi cardiovascolari come infarti e ictus.
Qual è lo scopo della cardioaspirina?
Lo scopo dell’acido acetilsalicilico contenuto nella cardioaspirina è di ridurre la capacità delle piastrine di aggregarsi formando trombi che poi possono ostruire i vasi sanguigni e aumentare il rischio di infarto e ictus come conseguenza degli eventi trombotici.
Qual è il meccanismo della cardioaspirina nell’effetto antitrombotico?
E’ lo stesso che sta alla base degli altri effetti dell’acido acetilsalicilico, ovvero l’inibizione permanente di un enzima chiamato cicloossigenasi. In questo caso, l’enzima presente nelle piastrine è responsabile della formazione di trombossano A2, un potente promotore dell’aggregazione piastrinica. Senza il trombossano A2, le piastrine non riescono ad aggregarsi e formare coaguli.
Come può funzionare per un giorno intero a un dosaggio così basso?
Il trucco dell’attività della cardioaspirina sta nella natura delle piastrine. Queste sono piccole cellule senza nucleo. Ne consegue che per riparare il danno causato dall’acido acetilsalicilico sulla cicloossigenasi è necessario eliminare la piastrina danneggiata e rimpiazzarla con una nuova, un processo che richiede grosso modo un giorno.
In commercio si trova anche l’aspirinetta, cosa cambia?
Cambia solo la formulazione. La cardioaspirina, a differenza dell’aspirinetta, presenta un rivestimento gastroprotettivo (impedisce che la compressa si sciolga nello stomaco) che riduce l’irritazione della mucosa gastrica e limita il rischio di effetti collaterali come ulcere o sanguinamenti nello stomaco.
Quali sono gli effetti collaterali correlati all’uso dell’acido acetilsalicilico?
Gli effetti più comuni riguardano il sistema gastrointestinale, con bruciore di stomaco, nausea, vomito e diarrea. In ogni caso, la cardioaspirina, con il suo dosaggio ridotto, ha un rischio di sanguinamento ridotto rispetto alla comune aspirina, mantenendo allo stesso tempo la protezione contro nuovi eventi ischemici.
E i vantaggi?
Cardioaspirina ha rappresentato una svolta nella terapia antiaggregante per pazienti a rischio di eventi trombotici, garantendo un buon equilibrio tra efficacia e sicurezza, particolarmente importante nei pazienti ad alto rischio di sanguinamento, che possono ora beneficiare di una terapia antiaggregante a lungo termine più tollerabile.
Esistono dei limiti nell’assunzione di cardioaspirina?
La cardioaspirina solitamente viene utilizzata nella prevenzione secondaria, ossia con lo scopo di prevenire un secondo episodio di un evento cardiovascolare. Il suo impiego in prevenzione primaria, ossia con lo scopo di prevenire lo sviluppo di malattie cardiovascolari in soggetti predisposti, è molto dibattuto e le evidenze cliniche a supporto sono tuttora oggetto di discussione2.
La cardioaspirina può essere assunta insieme ad altri farmaci?
L’assunzione di cardioaspirina può portare a interazioni con diversi farmaci, potenziando la possibilità di reazioni avverse. In particolare, la cardioaspirina interagisce con farmaci anticoagulanti, antiinfiammatori non steroidei e alcune categorie di farmaci antidepressivi. Per prevenire eventuali interazioni dannose, è essenziale comunicare al proprio medico l’elenco completo dei farmaci in uso.
Bibliografia:
- Chiarito M, et al. Monotherapy with a P2Y12 inhibitor or aspirin for secondary prevention in patients with established atherosclerosis: a systematic review and meta-analysis. Lancet. 2020 May 9;395(10235):1487-1495. doi: 10.1016/S0140-6736(20)30315-9. 2.
- Berger JS. Aspirin for Primary Prevention—Time to Rethink Our Approach. JAMA Netw Open. 2022;5(4):e2210144. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.10144