Che cos’è lo scompenso cardiaco?
Si parla di scompenso cardiaco o insufficienza cardiaca quando il cuore perde una parte della forza per inviare il sangue nella circolazione sistemica a cui fa seguito ristagno di liquidi negli arti inferiori, nei polmoni e in altri tessuti.
Quanti tipi di scompenso cardiaco conosciamo?
Fondamentalmente, lo scompenso cardiaco può riguardare il ventricolo sinistro, il desto o entrambi e si distinguono tre tipi: con “frazione di eiezione ridotta” in cui vi è una moderata o severa disfunzione sistolica del ventricolo; “con frazione di eiezione preservata” in cui vi è un aumento delle pressioni telediastoliche del ventricolo sinistro e con “frazione di eiezione lievemente ridotta” in cui vi è una lieve riduzione della capacità contrattile del ventricolo sinistro.
Quali sono le cause che determinano lo scompenso cardiaco?
Le cause possono essere diverse: lesione cardiaca (ad esempio in conseguenza di un infarto), ipertensione, fattori genetici predisponenti, diabete, tossicità da farmaci, abuso di alcool o droghe.
Esistono fattori di rischio e si può fare prevenzione?
Non è facile prevedere lo sviluppo dello scompenso cardiaco, ma controllando fattori di rischio 0come Iperlipidemia, ipertensione, diabete, fumo, obesità, anomalie delle valvole cardiache e familiarità per cardiopatie, si può fare prevenzione.
Quali farmaci sono indicati per lo scompenso cardiaco?
La terapia farmacologica per il trattamento dello scompenso cardiaco è complessa e spesso prevede l’uso di più farmaci con meccanismi d’azione differenti. I farmaci raccomandati sono i beta-bloccanti, gli ACE-inibitori, gli antagonisti del recettore dell’angiotensina (ARB), gli antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi (MRA) e gli inibitori del recettore dell’angiotensina e della neprilisina (ARNI). Alcuni farmaci sono utilizzati per limitare i sintomi (gambe gonfie e affanno) e gli edemi causati dalla patologia stessa (diuretici) e la fatica a svolgere attività fisica (digossina).
Quali sono gli ultimi farmaci innovativi proposti?
Recentemente è stato approvato da Aifa l’utilizzo di dapaglifozin, una gliflozina o inibitore di SGLT2. Le gliflozine sono farmaci nati come anti-diabetici. Oggi rappresentano la più importante innovazione terapeutica per lo scompenso cardiaco in quanto, in aggiunta alla terapia abituale, sono capaci di ridurre la mortalità e i ricoveri per rischi cardiovascolari fino al 30% anche nei pazienti non diabetici (1,2).
Da cosa dipende la scelta del farmaco da utilizzare?
La scelta del farmaco dipende dal tipo di scompenso cardiaco e dai fattori di rischio che accompagnano il paziente. Nello scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta, lo standard di cura prevede l’utilizzo di beta-bloccanti, ARNI, gliflozine o MRA a seconda della storia clinica del paziente. Nello scompenso cardiaco con frazione di eiezione preservata, sono spesso utilizzati ACE-inibitori, ARB o MRA.
È possibile guarire in maniera definitiva dallo scompenso cardiaco?
No, nella maggior parte dei casi non si guarisce mai completamente ma si può vivere a lungo. Le terapie mitigano i sintomi e migliorano la funzionalità del cuore. Si deve convivere con la malattia, con controlli periodici per verificare il funzionamento ed eventualmente rimodulare la terapia. È importante condurre uno stile di vita sano, eliminando i fattori di rischio, per ridurre la probabilità che la patologia peggiori nel tempo.
Bibliografia:
- Packer M, Anker SD, Butler J, et al: Cardiovascular and renal outcomes with empagliflozin in heart failure. N Engl J Med 383(15):1413-1424, 2020. doi: 10.1056/NEJMoa2022190. Epub 2020 Aug 28. PMID: 32865377.
- Anker SD, Butler J, Filippatos G, et al: Empagliflozin in heart failure with a preserved ejection fraction. N Engl J Med 385(16):1451-1461, 2021. doi: 10.1056/NEJMoa2107038. Epub 2021 Aug 27. PMID: 34449189.