Cosa è l’ADHD?
L'ADHD è uno dei disturbi più comuni dell’età evolutiva (infanzia e adolescenza) in cui i pazienti manifestano difficoltà a mantenere prolungata l'attenzione, si distraggono facilmente e possono mostrare atteggiamenti impulsivi e iperattività1. Solitamente compare prima dei 12 anni di età, ma può interessare anche gli adulti. Le cause dell’ADHD comprendono fattori ambientali, sociali, biochimici e genetici che alterano il rilascio nel cervello di neurotrasmettitori (dopamina e noradrenalina) responsabili del controllo del comportamento e dell’umore.
Come possiamo intervenire?
Il trattamento dell’ADHD si basa su un approccio multidisciplinare che combina terapie comportamentali e farmacologiche. Gli interventi terapeutici aiutano a migliorare la gestione del tempo, il controllo delle emozioni e la qualità della vita. I farmaci attualmente approvati per la terapia dell’ADHD sono molto efficaci nel ridurre i sintomi e si suddividono in due grandi categorie: farmaci “stimolanti” e “non stimolanti”1,2.
Il metilfenidato: il farmaco di prima linea della terapia ADHD
Il metilfenidato è un farmaco stimolante del sistema nervoso centrale che aumenta i livelli di dopamina e, in parte, della noradrenalina. In questo modo, migliora l'attenzione, la concentrazione e riduce l'impulsività senza creare dipendenza farmacologica.
Quanto è rapida l’insorgenza dell’azione del metilfenidato?
Il metilfenidato ha una elevata rapidità d’azione. In alcuni casi è possibile che i miglioramenti compaiono già dal primo giorno di somministrazione e dopo una settimana si osservano progressi significativi. È disponibile in diverse formulazioni, tra cui compresse a rilascio immediato e prolungato permettendo così una gestione personalizzata dei sintomi3.
Esistono altri farmaci stimolanti?
Oltre al metilfenidato, esistono anche farmaci a base di amfetamine e derivati delle amfetamine (destroamfetamina, lisdexamfetamina) che, in modo analogo al metilfenidato, agiscono aumentando i livelli di neurotrasmettitori nel sistema nervoso centrale, riducendo, così, i sintomi dell’ADHD. Questi farmaci hanno però un rischio maggiore di psicosi e dipendenza soprattutto nei bambini e negli adolescenti2.
Quali sono gli effetti avversi più comuni di questi farmaci?
Gli effetti avversi più comuni dei “farmaci stimolanti” includono diminuzione dell'appetito, insonnia e mal di stomaco. Alcuni pazienti possono mostrare un aumento della pressione sanguigna e del battito cardiaco, tic, ansia o irritabilità.
Come si possono gestire gli effetti collaterali dei farmaci stimolanti?
Gli effetti collaterali sono di solito facilmente gestibili e si manifestano soprattutto a dosi elevate o dopo un uso prolungato del farmaco. Per questo motivo, è raccomandabile iniziare il trattamento con dosaggi bassi da aumentare gradualmente per trovare la dose ottimale e interrompere l’assunzione del farmaco durante la pausa scolare estiva per limitare gli effetti avversi2,3.
L’atomoxetina: una alternativa “non stimolante”
L'atomoxetina agisce bloccando in modo selettivo il trasportatore della noradrenalina, aumentando così i livelli di questo neurotrasmettitore nel cervello. Pertanto, ha un effetto più selettivo, caratterizzato da un migliore profilo di sicurezza e un minore rischio di abuso e dipendenza rispetto ai “farmaci stimolanti”, anche se il raggiungimento dell’efficacia terapeutica può richiedere alcune settimane di trattamento.
…e per quel che riguarda gli effetti avversi?
Gli effetti avversi comuni includono nausea, vomito e secchezza delle fauci, e in rari casi, sintomi epatici e cardiovascolari2. Da settembre 2023, è stata interrotta la commercializzazione di atomoxetina; tuttavia, l’approvvigionamento del farmaco è ancora possibile mediante importazione o l’uso di farmaci equivalenti4,5.
Il trattamento dell’ADHD nei pazienti adulti è differente?
I farmaci “stimolanti” sono raccomandati come farmaci di prima scelta per gli adulti; nello specifico, studi recenti hanno dimostrato che i derivati amfetaminici sono ben tollerati e molto efficaci nel ridurre i sintomi dell’ADHD negli adulti6. Inoltre Nella gestione del paziente adulto, possono talvolta essere utilizzati farmaci off-label, quali il bupropione, il modafinil, o la clonidina.
Cosa possiamo concludere?
Il trattamento dell’ADHD richiede un approccio personalizzato e multidisciplinare basato sull’uso combinato di terapie comportamentali e farmacologiche. La diagnosi e l'intervento precoce sono cruciali per gestire efficacemente i sintomi e migliorare la qualità della vita. È quindi essenziale affidarsi a un medico per determinare il trattamento più adatto.
Bibliografia:
- Manuale MSD. https://www.msdmanuals.com/it/casa/problemi-di-salute-dei-bambini/disturbi-evolutivi-e-dell-apprendimento/disturbo-da-deficit-di-attenzione-iperattivit%C3%A0-adhd
- DOI: 10.1159/000487767
- AIFA. https://www.aifa.gov.it/sites/default/files/bif0106233.pdf
- AIFA. https://www.aifa.gov.it/-/nota-informativa-importante-su-strattera%C2%AE-atomoxetina-
- AIFA. https://www.aifa.gov.it/-/fda-approva-le-prime-versioni-equivalenti-di-strattera-per-il-trattamento-dell-adhd
- DOI: 10.1016/j.eurpsy.2018.11.001