Cos’è la serenoa?
Con il termine serenoa si indicano i frutti maturi di Serenoa repens un piccolo albero di palma, anche nota come saw palmetto, tipico di India occidentale, Florida, Carolina del Sud e California meridionale. Della serenoa si usa l’estratto secco per varie patologie nella medicina tradizionale degli indiani d’America.
Cosa contiene l’estratto?
Oltre agli acidi grassi (esempio, acido oleico, caprilico, stearico, palmitico, linoleico), tra i componenti principali dell’estratto di serenoa, troviamo i fitosteroli (e.g., β-sitosterolo, campestrolo) che sono responsabili delle sue proprietà farmacologiche di inibizione delle azioni del diidro-testosterone a livello prostatico.
Quali usi ha nella tradizione e quali oggi?
Nella medicina tradizionale, si diceva fosse efficace per l’emicrania e le affezioni delle vie respiratorie. Inoltre, veniva usata per aumentare le dimensioni del seno e per il benessere sessuale maschile anche se tali usi non sono supportati da basi scientifiche.
Attualmente, la serenoa è impiegata per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna (IPB) e dell’alopecia androgenetica1.
La serenoa è efficace nell’ipertrofia prostatica?
Se l’ipertrofia è di grado lieve o moderato, si. Gli studi clinici confermano l’efficacia clinica della serenoa. Tuttavia, è necessario un periodo di trattamento di almeno 2 mesi per poter apprezzare un significativo miglioramento. I sintomi sui quali agisce sono la difficoltà della minzione (esempio, frequenza, urgenza, dolore) e la sensazione di incompleto svuotamento vescicale2.
…e nell’alopecia?
Allo stato attuale, non sono presenti studi clinici conclusivi che ne confermino l’efficacia. Pertanto, preparazioni a base di serenoa sono consigliate solo per il trattamento di forme di alopecia androgenetica da lievi a moderate o per pazienti che non possono utilizzare finasteride o preparazioni topiche a base di minoxidil3.
In quali prodotti troviamo la serenoa?
In Italia, i preparati a base di serenoa vengono commercializzati sia come farmaci, che come integratori alimentari, ma ci sono anche dei prodotti erboristici. La dose consigliata giornaliera è di 320 mg da suddividere in due somministrazioni, per un periodo di terapia non inferiore a 30 giorni. Nei prodotti farmaceutici l’estratto lipido-sterolico di S. repens è standardizzato al 92% di acidi grassi.
Negli integratori alimentari la serenoa viene indicata per la funzionalità della prostata e delle vie urinarie. La serenoa può essere impiegata anche come infuso, sebbene tali preparati siano inefficaci nei disturbi prostatici, a causa del basso tenore in principi attivi.
L’uso della serenoa può essere rischioso per la salute?
In generale, la serenoa sembra possedere un profilo di tollerabilità migliore rispetto alla finasteride1. Gli studi clinici hanno evidenziato effetti collaterali di lieve entità, quali cefalea e dolori addominali. Sono stati riportati anche eruzioni cutanee, ginecomastia, vertigini, ipotensione, disfunzione erettile e diminuzione della libido, sebbene con una bassa incidenza.
A causa delle sue capacità di interferire con la sintesi ormonale la serenoa viene sconsigliata durante l’adolescenza in entrambi i sessi e durante la gravidanza.
In letteratura sono presenti alcuni casi di epatotossicità a seguito di assunzione di preparati contenenti serenoa2 suggerendo di evitare il suo impiego nei soggetti affetti da patologie epatiche. Inoltre, c’è una segnalazione di episodi ricorrenti di pancreatite acuta riferibili all’assunzione di serenoa per il controllo dell’ipertrofia prostatica4.
Infine, considerando i casi di sospette interazioni col warfarin, è consigliabile assumere la serenoa sotto controllo medico2.
Cosa possiamo concludere?
Nel complesso, la serenoa sembra essere un valido aiuto per il trattamento dell’IPB di grado lieve o moderato, sebbene tali benefici siano ascrivibili a preparati specifici con un elevato contenuto di acidi grassi e fitosteroli. Di contro, sono necessari ulteriori studi per confermare la sua efficacia nei confronti dell’alopecia androgenetica. Infine, ancora una volta si evince come “naturale” non è sinonimo di “sicuro”. Pertanto, è sempre opportuno informare il personale sanitario sull’impiego di prodotti contenenti serenoa, al fine di evitare possibili effetti avversi e interazioni con farmaci.
Bibliografia
1 Life Sci. 2015;126:42-56. doi: 10.1016/j.lfs.2015.01.023.
2 Vela-Navarrete et al., 2018; BJU Int 122(6):1049-65.
3 Arch Dermatol Res. 2020 Aug;312(6):395-406. doi: 10.1007/s00403-019-02003-x.
4 https://web.archive.org/web/20110320112944/http://www.farmacovigilanza.org/fitovigilanza/servizi-fitovigilanza/articoli/letture_87.asp