Perché si usano farmaci contro l’infiammazione?
La domanda non è banale. Contrariamente a come si potrebbe pensare, l’infiammazione non è un processo negativo dell’organismo. Tutt’altro, è un meccanismo di difesa che il nostro organismo attiva quando c’è un danno a carico di un tessuto, e l’infiammazione serve a limitare il danno e favorire la guarigione. Talvolta però il processo infiammatorio perdura a lungo, diventa cronico, e quindi patologico. Ecco allora che i farmaci diventano necessari per ridurre l’intensità del fenomeno e recuperare la funzionalità del tessuto.
Cosa sono i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)?
Questa classe di farmaci è tra le più utilizzate al mondo e deve il proprio nome alla distinzione che si fa sulla base della struttura chimica tra gli antinfiammatori che derivano dal cortisone (detti anche cortisonici o steroidei) e quelli, appunto, che hanno una struttura non-steroidea. Esistono diversi principi attivi che rientrano nella categoria dei FANS, tutti quanti sono accomunati dallo stesso meccanismo di azione.
Come funzionano i FANS?
I FANS hanno un effetto antiinfiammatorio, analgesico ed antipiretico, tutti relativi alla loro interazione con la cascata dell’acido arachidonico. L’acido arachidonico è una molecola presente nelle membrane delle nostre cellule che grazie ad un enzima, chiamato ciclossigenasi o COX, viene trasformato in prostaglandine. Queste sono le vere responsabili dell’attivazione della infiammazione, dell’aumento della temperatura corporea e della percezione del dolore.
I FANS agiscono inibendo la COX bloccando l’interazione e quindi la trasformazione dell’acido arachidonico nelle prostaglandine, vengono così arrestati i processi infiammatori e così anche gli effetti che ne derivano.
Nel nostro organismo non esiste un solo tipo di COX ma tre diverse “versioni” di questo enzima: COX-1, COX-2 e COX-3. Il ruolo della COX-3 non è stato ancora del tutto chiarito, mentre esistono alcune differenze tra la COX-1 e la COX-2:
- La COX-1 viene espressa sempre in tutti i tipi di tessuti del nostro organismo
- La COX-2 invece viene indotta soltanto in presenza di uno stato infiammatorio
Come si comportano i FANS riguardo alle due forme della COX?
Esistono differenti tipologie di FANS, che si distinguono in base al particolare tipo di COX su cui agiscono. Esistono i FANS non selettivi, ovvero i farmaci antinfiammatori non steroidei che agiscono su entrambe le tipologie di COX-1 e 2, ed i FANS selettivi, cioè quelli che inibiscono soltanto la COX-2. Questi ultimi farmaci prendono il nome di COXIB. I FANS non selettivi e i COXIB hanno gli stessi effetti antinfiammatori.
Che principi attivi distinguono i due gruppi di FANS?
Nel gruppo dei FANS non selettivi, quelli cioè che bloccano in varia misura la COX-1 e la COX-2, troviamo l’acido acetilsalicilico (normalmente conosciuto con il nome di aspirina), il naprossene, l’ibuprofene, il diclofenac, la nimesulide, il ketoprofene, l’indometacina, il ketorolac, il piroxicam, meloxicam, il dexketoprofene. Mentre in quello dei FANS attivi quasi esclusivamente sulla COX-2, troviamo i farmaci chiamati, celecoxib, etoricoxib, firocoxib, mavacoxib, robenacoxib.
Cosa hanno di diverso i FANS non selettivi ed i COXIB?
I COXIB sono stati sviluppati nell’intento di agire selettivamente sull’infiammazione e risparmiare alcuni effetti collaterali dei FANS non selettivi.
Infatti, i FANS non selettivi agendo anche sulla COX-1 annullano gli effetti benefici che le prostaglandine hanno sui tessuti dove sono espresse normalmente, come ad esempio nelle cellule dello stomaco dove svolgono un effetto gastroprotettivo sulla mucosa gastrica, favorendo la produzione di muco e l’aumento del flusso sanguigno. Inibendo la produzione di prostaglandine, i FANS non selettivi impattano negativamente sulla mucosa gastrica con un effetto gastrolesivo.
I COXIB invece, agendo soltanto sulla COX-2 nei tessuti infiammati, hanno un basso potenziale di gastrolesività. Per contro, lo squilibrio che si crea tra COX-2 (inibita) e COX-1 (attiva) fa si che i COXIB possano modificare alcuni parametri della coagulazione del sangue.
Quali sono quindi gli effetti collaterali dei FANS selettivi?
Gli studi clinici e l’utilizzo dei FANS selettivi nella pratica clinica hanno mostrato che questi farmaci possono avere effetti negativi sul sistema cardiovascolare. In particolare, sono stati associati con un rischio più elevato di sviluppare ictus e infarto acuto del miocardio a causa dello squilibrio che si viene a creare tra le prostacicline (la cui produzione è stimolata dalla COX-2) e i trombossani (la cui produzione è stimolata dalla COX-1). Le prostacicline hanno un’azione vasodilatatoria mentre i trombossani sono vasocostrittori e promuovono la formazione di trombi, evento particolarmente problematico nei pazienti affetti da aterosclerosi. Infatti, il processo aterosclerotico causa un aumento della produzione di trombossano e il ruolo della COX-2 diventa molto importante con la produzione di prostaciclina che previene la formazione di trombi nei vasi sanguigni.
Per questo motivo l’uso dei FANS selettivi, laddove necessario, va attentamente monitorato dal medico prescrittore e valutato in base al rischio cardiovascolare del paziente.
La scoperta di nuove modalità di azione dei FANS e la promessa per nuovi utilizzi
Recentemente sono emerse alcune novità sul meccanismo di azione di alcuni FANS come l’indometacina e l’ibuprofene. Queste molecole, oltre a inibire la COX, agirebbero su un fattore di trascrizione chiamato NRF2. Questa molecola è coinvolta nell’infiammazione e nello stress ossidativo, ma anche nel metabolismo e nel processo di invecchiamento.
Questa nuova osservazione pone le basi per un impiego nuovo e più mirato delle terapie con i FANS nel trattamento delle patologie in cui sono implicati il processo infiammatorio e lo stress ossidativo, come la malattia di Alzheimer ed alcuni tumori.