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Infezione da Clamidia: sintomi, rischi e cura per proteggere la salute sessuale

15 maggio 2025

Infezione da Clamidia: sintomi, rischi e cura per proteggere la salute sessuale
La clamidia è una delle infezioni sessualmente trasmissibili più diffuse al mondo, insieme alla sifilide e alla gonorrea. Spesso asintomatica, può evolvere silenziosamente, compromettendo la fertilità e causando gravi danni agli organi riproduttivi. Conoscerla è fondamentale per poterla prevenire e riconoscere tempestivamente.

Cos’è la clamidia?

È una malattia sessualmente trasmissibile causata dall’infezione del batterio Chlamydia trachomatis, la cui trasmissione avviene prevalentemente attraverso rapporti sessuali non protetti (vaginali, orali e anali) e/o attraverso trasmissione verticale da madre a figlio durante il parto1. La malattia può interessare sia il sesso maschile che quello femminile, con una maggiore incidenza nelle donne. È anche possibile che la Chlamydia trachomatis possa infettare gli occhi del neonato, del bambino più grande o, più raramente, dell’adulto, anche attraverso l’utilizzo comune di oggetti (ad esempio, gli asciugamani)

 

Quali sono i sintomi?

Nella maggior parte dei casi, l'infezione è asintomatica. Quando presenti, i sintomi possono comparire dopo settimane e includono principalmente bruciore durante la minzione, perdite vaginali, sensazione di irritazione e prurito, ulcere genitali, dolore addominale o pelvico nella donna, e secrezioni uretrali nell’uomo accompagnate da tensione e dolenzia testicolare. Nel neonato, invece, può provocare congiuntivite e/o polmonite1. Nei bambini e negli adulti può provocare congiuntivite acuta e cronica.

 

Come si fa la diagnosi?

La diagnosi di infezione da clamidia si ottiene attraverso l’utilizzo di tamponi vaginali, uretrali, rettali e/o l’analisi di un campione di urine. Per la congiuntivite si eseguono esami di laboratorio sulle secrezioni oculari.

  

Se l’infezione non viene trattata cosa può provocare?

Una tra le principali complicanze della malattia è rappresentata dal rischio di sterilità sia maschile che femminile. Nella donna questo è dovuto all’insorgenza della malattia infiammatoria pelvica, caratterizzata da danni alla mucosa delle tube di Falloppio, dolore pelvico cronico e aumento del rischio di gravidanza extrauterina. Nell’uomo, invece, il rischio è correlato all’insorgenza di prostatite, con danno all’epitelio prostatico. Inoltre, la congiuntivite cronica causata dal batterio, definita tracoma, rappresenta una tra le principali cause di cecità in tutto il mondo.

 

Come si cura l’infezione da Chlamydia trachomatis?

L’infezione è curabile con terapia antibiotica prescritta dal medico. Il trattamento è sempre indicato, anche nei pazienti asintomatici, per fermare la trasmissione. Le linee guida prevedono l’uso di azitromicina o di doxiciclina per via orale come terapia antibiotica di prima linea. In alternativa, se i farmaci di prima linea non sono attivi è possibile usare altri farmaci, come l’eritromicina, la tetraciclina, l’ofloxacina o la levofloxacina, anch’essi per via orale2.

 

Come agiscono questi farmaci?

L’azitromicina e l’eritromicina sono antibiotici appartenenti alla classe dei macrolidi, che interferiscono con la sintesi proteica del microrganismo patogeno e ne bloccano la crescita e la moltiplicazione. La doxiciclina e la tetraciclina sono, invece, antibiotici appartenenti alla classe delle tetracicline e anch’essi inibiscono la sintesi proteica del batterio. Infine, la levofloxacina e l’ofloxacina sono fluorochinoloni che interferiscono con la replicazione del DNA batterico, determinandone la morte.

 

La terapia antibiotica è sempre efficace?

La doxiciclina e l’azitromicina sono solitamente efficaci per l’eradicazione del batterio. La scelta di uno o dell’altro farmaco è determinata dalla situazione clinica del paziente e dalla comodità del dosaggio. Infatti, la terapia con azitromicina prevede la somministrazione orale di 1 g in singola dose e rappresenta la scelta più comoda in caso di problemi di aderenza al trattamento con doxiciclina, che prevede, invece, due somministrazioni giornaliere per 7 giorni.

 

Quali sono gli effetti avversi di tali farmaci?

Si tratta di antibiotici generalmente ben tollerati. Tuttavia, gli effetti avversi più comuni includono disturbi gastrointestinali, tra cui nausea, vomito e diarrea. Nel caso dei macrolidi, inoltre, si segnala ototossicità (rara e, di solito, reversibile), rischio di insorgenza di aritmie, soprattutto nel sesso femmiunile, ed epatotossicità. Nel caso di utilizzo di tetracicline, l’attenzione va rivolta, inoltre, a candidosi, fotosensibilità, epatotossicità ed alterazione del colore dei denti nei bambini3,4,5. È importante, inoltre, sottolineare che la terapia con tetraciclina e ofloxacina è controindicata nelle donne in gravidanza2.

 

Come prevenire l'infezione?

Ad oggi non esistono vaccini per la prevenzione dell’infezione. Come per le altre malattie a trasmissione sessuale, la prevenzione dell’infezione da Chlamydia trachomatis è fondamentale e si ottiene principalmente con l’uso di contraccettivi di barriera come il preservativo. Inoltre, è consigliato eseguire screening periodici, in particolare per i soggetti a rischio a causa di un gran numero di rapporti sessuali e nelle donne in gravidanza per evitare l’infezione nel neonato1.

 

Bibliografia:

  1. WHO. https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/chlamydia
  2. WHO. Linee guida per il trattamento della clamidia - https://www.aifa.gov.it/-/nuove-linee-guida-oms-per-il-trattamento-di-clamidia-gonorrea-e-sifilide
  3. DOI: 10.1002/14651858.CD011825.pub2
  4. DOI: 10.3389/fphar.2024.1413944
  5. DOI: 10.18773/austprescr.2021.035
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