La curcuma: un integratore che si crede abbia numerose proprietà benefiche
L’impiego della curcuma, ottenuta dal rizoma di Curcuma longa L. (Famiglia delle Zingiberaceae), è notevolmente incrementato, grazie al passa-parola e anche in seguito al consiglio di alcuni professionisti della salute (medici, dietologi, nutrizionisti). Infatti, studi effettuati su cellule e su animali di laboratorio hanno attribuito a questa pianta, ed in particolare alla curcumina in essa contenuta, effetti antinfiammatori, antiossidanti, antiipertensivi e neuroprotettivi.
Però la curcuma non è un farmaco!
Nonostante queste generiche proprietà, la curcumina non può essere considerata un farmaco e non è stata sottoposta agli studi clinici attraverso i quali viene certificato il corretto uso delle sostanze che poi diventano farmaci. Pertanto, ad oggi, non esistono una posologia o delle indicazioni terapeutiche specifiche e non si sa con precisione se la curcuma faccia veramente bene all’essere umano (né quanto bene faccia).
Nel flacone, viene specificata la dose giornaliera raccomandata?
Nel caso degli integratori a base di curcuma, non essendo richiesti per l’immissione in commercio studi a supporto degli effetti fisiologici, non è stato stabilito un dosaggio univoco e la dose giornaliera raccomandata riportata in etichetta può variare da prodotto a prodotto.
Quindi, quale potrebbe essere una dose “consigliata”?
Nel caso della curcumina, “l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha stabilito che la dose giornaliera massima accettabile (DGA) è di 3 mg/kg (cioè, circa 200-250 mg per una persona di 70-80 chili) nel contesto del suo impiego come colorante nei prodotti alimentari”1.Se assunta come integratore tramite compresse, possiamo ipotizzare un dosaggio non distante dalla DGA, e certamente non molto superiore. Tuttavia, studi clinici hanno dimostrato che la curcumina è generalmente sicura per l’uomo anche a dosi più elevate per brevi periodi di assunzione (4-7 settimane)2. Pertanto, si raccomanda di non utilizzare gli integratori per periodi prolungati di tempo.
I preparati a base di curcuma sono potenzialmente tossici
Sebbene si presuma che gli integratori non diano effetti avversi perché assunti da decenni o, addirittura, secoli da un gran numero di persone attraverso i cibi, ciò non è vero e, negli ultimi anni, si sono moltiplicate le segnalazioni relative ad effetti avversi anche per la curcuma. Il sistema italiano di Fitosorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità ha raccolto più di 28 segnalazioni di epatiti colestatiche insorte in soggetti che avevano assunto integratori contenenti curcuma. Inoltre, casi simili sono stati registrati anche in Francia (15 casi), America (10 casi) e, recentemente, Australia (18 casi)3.
Quindi, i preparati a base di curcuma sono pericolosi?
Il numero di soggetti colpiti è molto piccolo e, quindi, l’effetto avverso sembra essere molto raro se si considera il gran numero di consumatori di curcuma, ma non possiamo escludere che le persone che hanno avuto un qualche problema epatico in seguito all’assunzione di curcuma possano essere molti di più. È possibile, infatti, che il medico che ha curato pazienti con problemi di questo tipo non abbia collegato l’epatite all’assunzione di curcuma. In effetti, la prof. Patrizia Burra (professoressa di Gastroenterologia a Padova) ha recentemente dichiarato che problemi di epatotossicità sono descritti nel 5% circa dei pazienti che usano integratori contenenti curcumina soprattutto a seguito di un uso protratto (superiore a un mese)4.
La tossicità epatica dei preparati di curcuma dipende da contaminanti?
Per capire perché i preparati di curcuma possono dare questo effetto avverso prima di tutto è stato valutato se nei preparati di curcuma che hanno dato problemi epatici ci fossero sostanze tossiche. Ma, spiega la dr.ssa Di Giacomo, “le analisi non hanno rilevato contaminanti e/o adulteranti chimici.”
Il danno da curcuma dipende dalla dose assunta?
La dr. Di Giacomo risponde che nei pazienti con epatite colestatica “frequentemente l’assunzione giornaliera di curcumina era più alta della DGA.” Quindi si può concludere che talvolta tendiamo ad assumere dosi molto alte degli integratori pensando che, anche se esageriamo, gli integratori non possono fare male. Questa storia ci dice il contrario. Infatti, il Ministero della Salute ha sottolineato “l’importanza di impiegare negli integratori un quantitativo tale da espletare l’effetto fisiologico, la cui sicurezza sia stata dimostrata sulla base dell’uso tradizionale.”
È possibile che il danno epatico dipenda da quanto la curcuma viene assorbita dal nostro intestino?
La dr.ssa Di Giacomo spiega che “recentemente sono in commercio formulazioni ad elevata biodisponibilità”. In parole povere, possiamo dire che la quantità di curcuma presente in queste formulazioni non è troppa, ma viene assorbita molto meglio dal nostro intestino e, quindi, quando le assumiamo la concentrazione di sostanza presente nel corpo è più alta.
E se il danno dipendesse dalla curcuma sintetica?
“In molti degli estratti ad alto contenuto di curcumina, responsabili della tossicità epatica, erano del tutto assenti gli altri curcuminoidi (demetossicurcumina e bisdemetossicurcumina)” – spiega la dr. Di Giacomo. Questo si spiega ipotizzando che la curcumina presente in queste preparazioni è stata sintetizzata in laboratorio piuttosto che essere di derivazione naturale. Sebbene ciò non ne giustifichi la tossicità, “è plausibile che la miscela dei diversi curcuminoidi abbia proprietà diverse da quelle di una solo sostanza.”
La tossicità della curcuma dipende solo dalla curcuma o anche dalle caratteristiche di chi la assume?
Si è notato che la presenza di patologie epatiche preesistenti o la concomitante assunzione di farmaci può aumentare il rischio di tossicità da curcuma. Infatti “non è stata stabilita una correlazione tra dose assunta e gravità della reazione avversa”. “Inoltre – sottolinea la dr.ssa Di Giacomo- sembra esistere anche una predisposizione genetica al danno epatico.” Per ulteriori dettagli sulla predisposizione genetica il lettore può leggere il Box 1.
Box 1. Predisposizione genetica alla epatotossicità della curcuma
Ognuno di noi ha geni leggermente diversi dagli altri. Questa differenza si chiama polimorfismo genico. La predisposizione genetica alla epatotossicità da curcuma è dovuta al polimorfismo chiamato HLA-B*35:01. Aggiunge la dr.ssa Di Giacomo che questo stesso polimorfismo aumenta il rischio di epatotossicità anche da altri prodotti naturali, come tè verde, Garcinia cambogia (un estratto assunto per dimagrire) e Polygonum multiflorum (un estratto utilizzato nella medicina cinese)”.
Quali azioni ha intrapreso il Ministero della Salute?
Al fine di tutelare la salute dei cittadini, il Ministero della Salute ha stabilito che gli integratori contenenti curcuma devono riportare in etichetta la seguente avvertenza: “In caso di alterazioni della funzione epatica, biliare o di calcolosi delle vie biliari, l'uso del prodotto è sconsigliato. Non usare in gravidanza e allattamento. Non utilizzare per periodi prolungati senza consultare il medico. Se si stanno assumendo farmaci, è opportuno sentire il parere del medico”. Per ulteriori dettagli il lettore può leggere il Box 2.
Box 2. La risposta del Ministero della Salute alle epatiti colestatiche da curcuma.
Per proteggere il cittadino dai rari danni da curcuma, il Ministero della Salute ha:
- Sconsigliato l’utilizzo di curcuma da parte di soggetti con alterazioni della funzione epatica, biliare o di calcolosi delle vie biliari
- Sconsigliato l’utilizzo in gravidanza e allattamento
- Consigliato di comunicare al proprio medico l’intenzione di utilizzare integratori a base di curcuma, soprattutto se assunti per lungo tempo
- Eliminato dalle linee guida ministeriali gli effetti fisiologici previsti per la Curcuma longa (Circolare del 3 agosto 2022); detto in altri termini, il Ministero non consiglia più di utilizzare la curcuma per ottenere i numerosi benefici dimostrati sui modelli sperimentali animali
- Ha chiarito che negli integratori è ammessa la presenza di estratto del rizoma di Curcuma longa L., contenente fino al 95% di curcuminoidi (detti anche curcumine) sottolineando che curcumina, demetossicurcumina e bisdemetossicurcumina devono essere presenti in proporzione uguale a quella naturalmente presente nella C. longa. In altre parole il Ministero vieta di purificare la curcumina e/o di aggiungere alle preparazioni curcumina sintetica.
- Per quanto riguarda le formulazioni ad elevata biodisponibilità, queste potrebbero essere soggette al regolamento sui nuovi alimenti.
Cosa possiamo raccomandare ai nostri lettori?
“La raccomandazione che possiamo fare – conclude la dr.ssa Di Giacomo- è di utilizzare gli integratori alimentari in modo razionale attenendosi alle dosi raccomandate. Inoltre, è importante ricordare che la funzione degli integratori alimentari è quella di supportare le nostre funzioni fisiologiche e non di svolgere un’azione terapeutica! Pertanto, andrebbero utilizzati con le giuste aspettative. Infine, bisogna tenere a mente che non sempre “naturale” è sinonimo di “sicuro”. Quindi, è opportuno informare il proprio medico sull’impiego di prodotti contenenti preparati vegetali, al fine di evitare possibili effetti avversi e interazioni con farmaci.”
Riferimenti bibliografici e sitografici
1 EFSA – Sicurezza dei tetraidrocurcuminoidi dalla curcuma (Curcuma longa L.) come novel food
2 Br J Clin Pharmacol. 2021 Mar;87(3):741-753. doi: 10.1111/bcp.14460
3 Medicines containing turmeric or curcumin - risk of liver injury