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Perché agli anziani e ai bambini piccoli é consigliato di fare il vaccino antinfluenzale?

15 ottobre 2020

Perché agli anziani e ai bambini piccoli é consigliato di fare il vaccino antinfluenzale?
Soprattutto quest’anno, il vaccino anti-influenzale, non solo diminuisce il numero di morti dovuti all’influenza, come fa tutti gli anni ma diventa un atto rilevante per tutta la comunità e per la funzionalità del Servizio Sanitario Nazionale che deve fronteggiare la pandemia da SARS-CoV-2.

Quando, all’inizio della pandemia, si ragionava sulla mortalità della CoViD-19 e dell’influenza (l’influenza vera, cioè quella determinata dal virus dell’influenza) ricordo che una collega geriatra mi disse che una differenza importante tra l’una e l’altra malattia è che per la prima non esiste il vaccino e per la seconda sì.

Perché soprattutto gli anziani devono vaccinarsi col vaccino antinfluenzale?

In una stagione invernale, l’influenza uccide lo 0,1-0,2% degli over 65. Se consideriamo che il 50-70% degli anziani è vaccinato contro l’influenza1 possiamo dire che l’influenza uccide circa lo 0,2-1% delle persone over 65 non vaccinate2,3.

Da questi dati ricaviamo due informazioni: 1) l’influenza uccide; 2) la CoViD-19 uccide la stessa fascia di popolazione da 5 a 10 volte di più (pertanto, la CoViD-19 non è uguale ad una semplice “influenza”). Visto che abbiamo il vaccino per l’influenza e non abbiamo ancora il vaccino anti-SARS-CoV-2 (Leggi anche "Perché il vaccino contro SARS-CoV-2 non è ancora disponibile?"), perché non proteggere i nostri anziani (e anche i nostri bambini piccoli – 6 mesi-6 anni) col vaccino antinfluenzale?

Si muore per il virus dell’influenza o con il virus dell’influenza?

Ovviamente si muore sia per il virus dell’influenza che con il virus dell’influenza. Talvolta, addirittura, per il virus dell’influenza senza avere più in corpo il virus dell’influenza (ad esempio, si può morire di polmonite batterica la cui comparsa è favorita dal virus influenzale). In definitiva, credo che la domanda non abbia senso.

Spieghiamo meglio.

Prima o poi, ognuno di noi morirà (per quanto non sia piacevole sentirselo dire) ma io (e, forse, molti di voi) preferisco morire poi piuttosto che prima. Quando la morte non è una morte violenta (ad esempio, omicidio o caduta in un dirupo), molte volte è determinata da una serie di concause patologiche o socioeconomiche (ad esempio la denutrizione).

A titolo esemplificativo, consideriamo la frattura della testa del femore in un anziano. L’evento altera il fragile equilibrio che molti degli anziani (soprattutto i cosiddetti anziani molto anziani) raggiungono grazie alle terapie e ad un corretto stile di vita.

Se l’anziano muore, non ha senso chiedersi se è morto con la gamba rotta o per la gamba rotta perché la situazione è chiara: se non si fosse fratturato il femore molto probabilmente non sarebbe morto.

La frattura del femore, dunque, può anticipare la morte. Il virus dell’influenza (e anche il SARS-CoV-2) uccide più frequentemente i pazienti anziani con altre patologie, ma se quell’anziano con 1-2-3 patologie concomitanti non avesse contratto l’influenza o il SARS-CoV-2 non sarebbe morto e avrebbe vissuto la propria vita per altri 1-2-5-10 anni.

In altre parole, avrebbe visto crescere i nipoti o i bis-nipoti e avrebbe potuto giocare con loro. Un paziente con altre patologie non muore solo per il virus, ma questo è la causa scatenante e che anticipa l’evento.

L’anticipo può essere anche rilevante dal punto di vista quantitativo, perché pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva, con infarto o con metastasi possono sopravvivere per anni/decenni.

E poi, occorre anche capire che cosa s’intende per comorbidità. Io, ad esempio, soffro di una leggera ipertensione e di una aritmia non pericolosa e mi sento sano ma se morissi di CoViD-19 verrei classificato dalle statistiche come portatore di 1 o 2 comorbidità. Detto in altri termini, chi ha comorbidità solo raramente è in fin di vita.

Vaccinarsi per il virus dell’influenza nel 2020 serve “solo” a proteggere sé stessi?

Come ho cercato di spiegare sopra, il vaccino antinfluenzale protegge dal contrarre l’influenza (con i sintomi, talvolta importanti, caratteristici della sindrome determinata dal virus dell’influenza) e dal relativo rischio di morte. In questi mesi, il vaccino serve anche ad altre tre cose:

1)     La vaccinazione crea un effetto barriera (Leggi anche "L'immunità di gregge: riscoprirsi interdipendenti") e diminuisce la probabilità di contagio di chi non può fare il vaccino a causa di malattie intercorrenti;

2)     Abbiamo tutti paura di ammalarci di CoViD-19. Se ci ammaliamo di influenza, i sintomi sono molto simili a quelli da CoViD-19. Dunque, vaccinarci diminuisce lo stress e l’allarme familiare e sociale determinato dalla presenza di sintomi che fanno pensare a CoViD-19;

3)     Vaccinarsi alleggerisce il carico del sistema sanitario nazionale e degli ospedali perché, anche ad un occhio esperto, i sintomi dell’influenza sono potenzialmente indistinguibili da quelli della CoViD-19. Dunque, chi si ammala di influenza deve fare il tampone, appesantendo il sistema sanitario nazionale. Inoltre, potrebbe stare così male da richiedere il ricovero. E il ricovero diminuirebbe i posti letto per gli ammalati di CoViD-19.

In definitiva, vaccinarsi non è solo un atto a favore di sé stessi, ma anche a favore della comunità.

Se mi vaccino per il virus dell’influenza ho la certezza di non avere una “sindrome influenzale” durante l’inverno e di non ammalarmi di CoViD-19?

No. Durante l’inverno ci ammaliamo di influenza determinata dal virus dell’influenza, ma anche di altre patologie simili a quelle dell’influenza (di solito meno gravi) che, impropriamente, chiamiamo “influenza” ma che bisognerebbe chiamare “sindromi similinfluenzali”.

Il soggetto vaccinato per l’influenza non ammala di influenza ma può ammalare di sindromi similinfluenzali e di CoViD-19, perché questo vaccino non protegge da queste malattie.

Da questo punto di vista, però, c’è una bella notizia che viene dall’Australia dove è appena finito l’inverno4,5. In quel Paese si è osservato che, se si usano estesamente e correttamente le mascherine, come previsto anche dal decreto-legge in vigore in Italia e si adottano le altre precauzioni anti-SARS-CoV-2, non solo la popolazione è protetta dalla CoViD-19, ma anche dall’influenza stagionale e dalle sindromi simil-influenzali!

La diminuzione della influenza potrebbe essere anche dovuta a un maggior numero di vaccini antinfluenzali che, in quel Paese, sono stati fatti quest’anno rispetto agli scorsi anni. Una ragione in più per indossare correttamente le mascherine (sulla bocca ma anche sul naso), fare il vaccino antinfluenzale e fare tutto il resto che ci viene consigliato.

 

Riferimenti bibliografici e sitografici

1 https://www.epicentro.iss.it/influenza/coperture-vaccinali

2 https://www.epicentro.iss.it/influenza/sorveglianza-mortalita-influenza

3 https://www.ijidonline.com/article/S1201-9712(19)30328-5/fulltext

4 https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_settembre_12/australia-scomparsa-l-influenza-ad-agosto-107-casi-contro-61-mila-2019-37747b5a-f420-11ea-8510-bc9735e39b6a.shtml

5https://www.ilmessaggero.it/salute/medicina/influenza_mascherine_raffreddore_debellata_covid_coronavirus_cosa_accade_in_australia_17_settembre_2020-5468371.html

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