Quali farmaci sono oggi disponibili per l’Alzheimer in Europa?
Mentre i farmaci storici, disponibili da diversi decenni (donepezil, rivastigmina, galantamina, memantina), agiscono sui sintomi cognitivi, i nuovi trattamenti , basati su anticorpi monoclonali, puntano invece a modificare l’andamento della malattia, ma affrontano ancora molte incertezze cliniche e regolatorie.
Lecanemab: il nuovo che avanza?
Ad oggi, risulta di fatto approvato in Europa solo lecanemab, anticorpo monoclonale contro la proteina beta amiloide. L’Agenzia europea per i medicinali (EMA), infatti, dopo una prima bocciatura del luglio 2024, ha deciso di approvare questo farmaco a seguito di una rivalutazione dei dati inviati dall’Azienda. In precedenza, EMA aveva respinto aducanumab nel 2021 e più recentemente anche donanemab.
Su quali dati si basa l’approvazione di lecanemab?
L’EMA, sulla base dei dati degli studi clinici, ha stabilito che i benefici di lecanemab nel rallentare il declino cognitivo superano i rischi di comparsa di effetti avversi, ma solo in alcuni pazienti. In particolare, l’uso del farmaco è condizionato alla presenza del gene ApoE4 e sarà necessario eseguire un test genetico prima dell’inizio del trattamento
Quindi lecanemab è stato approvato con alcune limitazioni?
Si. Potrà essere usato solo nei soggetti in cui il gene ApoE4 non è presente o in quelli che hanno una sola copia, mentre i portatori di 2 copie sono esclusi a causa del rischio più alto di insorgenza di danni cerebrali, come edema ed emorragie. Inoltre, sarà necessario effettuare una risonanza magnetica nucleare (RMN) prima dell’inizio del trattamento e successivamente, a cadenza periodica o quando sarà necessario nel caso di comparsa di sintomi neurologici.
Perché EMA ha respinto donanemab?
Anche in questo caso ha pesato sulla decisione il rischio di insorgenza di gravi effetti avversi. Sono state le cosiddette anomalie ARIA, già riscontrate con l’uso degli altri anticorpi, verificate molto più frequentemente nei pazienti trattati con donanemab (36,8%), rispetto a coloro che sono stati trattati con placebo (14,9%). Come per gli altri farmaci, anche per donanemab nella maggior parte dei casi la comparsa di ARIA non era accompagnata da sintomi, ma nell’1,6% dei pazienti ha comportato conseguenze gravi, che hanno portato al decesso in 3 casi. Inoltre, i benefici sono stati ritenuti non sufficienti per giustificare i rischi del trattamento, neppure nei pazienti privi del gene ApoE4.
Cosa succederà adesso per donanemab?
Come già accaduto con lecanemab, l’Azienda farmaceutica che produce donanemab ha richiesto una rivalutazione della decisione, le cui motivazioni saranno valutate da EMA per una decisione definitiva.
Cosa ne pensa la comunità scientifica?
Molti esperti ritengono che questi farmaci, pur rappresentando un'innovazione, non offrano ancora una svolta significativa nel trattamento dell'Alzheimer. I benefici cognitivi sono limitati e accompagnati da rischi neurologici rilevanti, rendendo necessarie ulteriori valutazioni cliniche e studi a lungo termine.
Bibliografia
- · EMA. Refusal of the marketing authorisation for Leqembi (lecanemab). 26/07/2024. https://www.ema.europa.eu/en/documents/smop-initial/questions-answers-refusal-marketing-authorisation-leqembi-lecanemab_en.pdf
- · EMA. Leqembi recommended for treatment of early Alzheimer’s disease. 14/11/2024. https://www.ema.europa.eu/en/news/leqembi-recommended-treatment-early-alzheimers-disease
- · EMA. Refusal of the marketing authorisation for Aduhelm (aducanumab). 17/12/2021. https://www.ema.europa.eu/en/medicines/human/EPAR/aduhelm
- · EMA. Refusal of the marketing authorisation for Kisunla (donanemab). 25/03/2025. https://www.ema.europa.eu/en/medicines/human/EPAR/kisunla
- · Bakchine S et al. Concerns about the approval of lecanemab for Alzheimer's disease. BMJ. 2025