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Che si sa dei vaccini anti-SARS-CoV-2 cinese e russo? Saranno disponibili anche da noi?

28 gennaio 2021

Che si sa dei vaccini anti-SARS-CoV-2 cinese e russo? Saranno disponibili anche da noi?
Che differenza c’è tra i vaccini con cui veniamo vaccinati e i vaccini cinese e russo? Come inducono l’immunizzazione? Qual è la loro efficacia? Qualcuno di noi sarà vaccinato anche con questi vaccini?

Mentre, un po’ attoniti e un po’ angosciati, assistiamo al braccio di ferro tra Pfizer e AstraZeneca da una parte e il nostro governo e l’Europa dall’altra relativo al numero di vaccini che Pfizer e AstraZeneca ci forniranno, proviamo a distrarci e allarghiamo lo sguardo. La stampa ha iniziato a parlarcene e, non fosse altro per i protagonisti della storia di cui vi dirò brevemente, vale la pena avere qualche informazione su questi vaccini (anche per non fare brutta figura con chi è più informato di noi e ce ne parla come si potrebbe parlare delle Milanesi in testa al campionato – ma chi l’avrebbe detto?). Due colossi mondiali (Cina e Russia) hanno già il loro vaccino e stanno vaccinando i loro cittadini. Ma, che ne sappiamo di loro? 
Di tutto questo si parlerà ampiamente nel corso di simposi, tavole rotonde e letture di esperti in occasione del prossimo 40° congresso nazionale della Società Italiana di Farmacologia che si terrà dal 9 al 13 marzo 2021.

Come sono fatti il vaccino russo e quello cinese?

Il vaccino russo, denominato Sputnik V, è un vaccino appartenente alla classe dei vaccini a patogeno intatto, basato su un adenovirus innocuo che è stato modificato per esprimere la proteina spike di SARS-CoV-2.

L’adenovirus inoculato infetta le nostre cellule ma non è capace di replicarsi. Possiamo dire grossolanamente che è molto simile al vaccino della AstraZeneca (il cui nome in codice è: ChAdOx1 nCoV-19 o AZD1222) che, molto probabilmente, domani sarà approvato e che quindi arriverà da noi la prossima settimana.

Però, diversamente da AZD1222, Sputnik V utilizza due adenovirus che infettano l’uomo (e non lo scimpanzè, come nel vaccino AstraZeneca), uno utilizzato nella prima somministrazione e l’altro nella seconda. Questi stessi virus sono già stati utilizzati per preparare i vaccini contro Ebola, MERS e rabbia. Le due dosi vanno fatte a 21 giorni di distanza.

Il vaccino cinese (per la verità i vaccini cinesi sono 3, ma io vi parlo solo di quello che sta per sbarcare in Occidente), denominato CoronaVac e prodotto dalla Sinovac, è costituito da virus inattivato.

Insomma, molto semplicemente la Sinovac coltiva SARS-CoV-2 e poi lo “uccide” (uccide è tra virgolette perché anche un virus “vivo”, vivo non lo è, avendo bisogno di una cellula non solo per replicarsi, ma anche per svolgere qualsiasi azione del suo metaboilismo.

Dunque, è più corretto dire che il virus viene inattivato, cioè non è in grado di entrare dentro una cellula e replicarsi. La procedura di produzione di questo vaccino a simile a quella usata per produrre il vaccino contro il virus dell’epatite A o molti vecchi vaccini contro malattie batteriche (ad esempio, colera, tifo, pertosse).

Insomma, questo vaccino è molto differente sia dai vaccini a RNA che dai vaccini AZD1222 e Sputnik V. Gli altri vaccini stimolano la produzione di anticorpi e linfociti T specifici diretti contro una delle proteine di SARS-CoV-2, la proteina spike, quella più importante. Invece, il vaccino cinese stimola una risposta contro il virus nel suo insieme.

La diversità del vaccino cinese è un vantaggio o uno svantaggio?

In teoria, è un vantaggio da certi punti di visa e uno svantaggio per altri.

Il principale vantaggio è che la risposta immunitaria dell’organismo è molto sfaccettata. Per esempio, se il virus cambiasse in modo sostanziale una delle sue proteine (ad esempio, la proteina spike), potrebbe comunque essere riconosciuto dal sistema immunitario del soggetto vaccinato perché questo riconosce anche le altre proteine del virus.

D’altra parte, la risposta contro la proteina più importante può essere più debole rispetto alla risposta indotta dagli altri vaccini. Inoltre, la reazione del sistema immunitario contro diverse proteine potrebbe comportare, sempre in teoria, risposte anomale che interessano anche componenti dell’organismo.

Inoltre, un vaccino di questo tipo prevede l’utilizzo di adiuvanti che possono favorire alcune reazioni avverse.

Che ci dicono gli studi di fase 1-3 effettuati con il vaccino russo?

Gli studi di fase 1 e di fase 2 del vaccino sono stati pubblicati su una rivista scientifica prestigiosa1 e mostrano che gli effetti avversi locali e sistemici sono simili a quelli degli altri vaccini anti-SARS-CoV-2, o, addirittura, meno rilevanti.

Inoltre, il vaccino promuove una rubusta risposta del sistema immunitario.

Lo studio di fase 3, quello che studia l’efficacia, è stato effettuato in Russia ma non è ancora stato pubblicato. Quindi, ci dobbiamo accontentare di quanto riferito dai produttori o dai Paesi che lo stanno utilizzando. Tutti confermano che le reazioni avverse sono poco rilevanti e affermano che l’efficacia del vaccino è superiore al 90%.2,3

Ma, ripeto, non sono stati pubblicati dati di efficacia e sicurezza su un numero significativo, sufficientemente grande di individui.

Che ci dicono gli studi di fase 1-3 effettuati con il vaccino cinese?

Gli studi di fase 1 e di fase 2 del vaccino sono stati pubblicati su una rivista scientifica prestigiosa4 e mostrano che gli effetti avversi locali sono poco rilevanti e quelli sistemici praticamente assenti.

Inoltre il vaccino promuove una risposta anticorpale in circa l’80% dei soggetti.

Da diversi mesi sono in corso 3 studi di fase 3 in Brasile, Indonesia e Turchia.5 L’informazione preliminare più attendibile è quella relativa allo studio brasiliano.6,7,8

L’efficacia del vaccino, relativamente alla sua capacità di prevenire qualsiasi livello di gravità di CoViD-19 sintomatico è del 50,4%. D’altra parte, il vaccino ha una efficacia superiore se consideriamo solo la prevenzione del CoViD-19 grave (78%) e la prevenzione di una forma di CoViD-19 così grave da costringere alla ospedalizzazione (100%).

Quest’ultimo valore potrebbe essere un po’ inferiore dal momento che i pazienti gravi osservati in tutto lo studio sono stati relativamente pochi.

Questi vaccini sono già utilizzati da qualche parte del Mondo?

Sì. Il vaccino russo è già somministrato, oltre che in Russia, in Bielorussia, Serbia, Algeria, Emirati Arabi Uniti, India, Paraguay, Brasile e Argentina. 2,3

Pochi giorni fa, il ministro della sanità russo ha detto che erano già state vaccinate più di 800.000 persone. In Europa, l’Ungheria, che in questi mesi vuole distinguersi dagli altri stati dell’Europa, ha deciso di utilizzarlo e, in questo momento, mancano solo i dettagli relativi alla distribuzione. Il vaccino cinese è già stato autorizzato alla somministrazione di emergenza in diversi Paesi, tra cui Cina, Indonesia, Brasile e Cile.

Quando potremo utilizzare il vaccino cinese in Italia?

L’ente che approva l’utilizzo dei farmaci in Europa (cioè l’EMA) ha avviato i contatti con l’azienda cinese Sinovac Biotech, produttrice del vaccino, rispondendo a quesiti posti dal produttore del farmaco. Quindi, se fossimo in tempi normali, direi che siamo ancora “a carissimo amico”, ma in questi tempi potrebbe non essere così. Inoltre, esiste già una pubblicazione scientifica sugli effetti di questo vaccino.

In ogni caso, i produttori come Pfizer, Moderna e AstraZeneca hanno avuto un atteggiamento molto diverso nei confronti dell’EMA che ha portato avanti con loro la cosidetta “rolling review”.

Questa modalità prevede che il produttore informi costantemente l’EMA relativamente ai risultati ottenuti durante la raccolta degli stessi (cioè mentre sta vaccinando i volontari degli studi clinici e sta esaminando le risposte che essi danno) e raccolga continuamente le obiezioni dell’ente, in modo che l’approvazione possa giungere molto velocemente quando l’intero dossier è presentato all’EMA.

La procedura normale prevede, invece, che il produttore porti tutti i suoi dati all’EMA quando ha completato tutti gli studi clinici e l’ente ci mette molti mesi ad analizzarli e, eventualmente, ad approvare il nuovo farmaco. Ammesso che la Sinovac decida di presentare i dati ad EMA, la loro valutazione sarebbe abbastanza lunga.

E, se lo volessimo, quando potremo utilizzare il vaccino russo?

Anche i produttori russi hanno stabilito contatti con l’EMA. Alcune voci ci dicono però che la rolling review potrebbe attivarsi solo nel prossimo mese.9 Anche in questo caso è difficile fare previsioni, ma volendo provarci potremmo dire che a marzo il vaccino potrebbe arrivare da noi. A meno che questi contatti non siano un modo per fare pressioni su Pfizer, Moderna e AstraZeneca, lasciando loro capire che l’Europa è disposta a procurarsi i vaccini da altri produttori.

 

Riferimenti bibliografici e sitografici:


1 https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)31866-3/fulltext
2 https://quifinanza.it/info-utili/video/vaccino-russo-sputnik-italia/453709/
3 https://www.corriere.it/salute/21_gennaio_23/vaccino-russo-usato-ungheria-primi-contatti-l-ema-ma-quanto-sicuro-sputnik-35d0e666-5cf4-11eb-9977-f37e49990f1d.shtml
4 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33217362/
5 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7816567/
6 https://www.nature.com/articles/d41586-021-00094-z
7 https://www.sciencemediacentre.org/expert-reaction-to-reported-results-of-the-sinovac-covid-19-vaccine-from-a-trial-by-the-butantan-institute-in-brazil/
8 https://brazilian.report/coronavirus-brazil-live-blog/2021/01/12/coronavac-has-overall-efficacy-of-50-4-percent-says-butantan/
9 https://www.ansa.it/sito/notizie/flash/2021/01/22/-vaccini-sputnik-vcontatti-con-ema-per-analisi-scientifica-_b2920859-1c9a-4a3f-8eae-c94757a7f6fc.html

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