Malaria: i numeri sono ancora spaventosi
Benché la malaria non sia tipicamente una malattia “nostrana”, la notizia è sensazionale e rappresenta una svolta storica nella battaglia contro questa malattia.
I numeri sono ancora impressionanti se pensiamo che ogni anno questa malattia colpisce circa 229 milioni di persone e provoca 409.000 decessi, di cui la maggior parte bambini (67%).
Si calcola che, a causa di questa malattia, nel 2019 soltanto in Africa sono morti circa 274.000 bambini di età inferiore a 5 anni. Con questi numeri impressionanti, è chiaro che, quando il 6 ottobre l’OMS ha raccomandato l’utilizzo del vaccino RTS,S/AS01, ribattezzato Mosquirix, le speranze di poter finalmente contenere questa malattia si sono finalmente riaccese.
Qual è la causa della malaria?
La malaria è causata da un microrganismo parassita del genere Plasmodium di cui esistono quattro specie principali: il Plasmodium falciparum è la più comune. Questo parassita si trasmette all'uomo attraverso la puntura di zanzare del genere Anopheles.
Nel nostro paese la malaria è scomparsa a partire dagli anni '50 e i pochi casi di malattia che si verificano ogni anno in Italia sono legati soprattutto a turisti che rientrano da paesi dove essa è endemica e all'immigrazione da tali Paesi.
Il vaccino
Mosquirix è prodotto dalla azienda farmaceutica GlaxoSmithKline (GSK). È un vaccino a proteine ricombinanti, cioè prodotto mediante la tecnologia del DNA ricombinante. In particolare è composto da alcune proteine che si trovano sulla superficie del principale parassita che provoca la malaria, ossia il Plasmodium falciparum.
Il nostro corpo, quando riceve il vaccino, riconosce queste proteine come estranee e le memorizza così, quando il parassita entrerà nel sangue, in seguito ad una puntura di zanzara, le riconoscerà e produrrà gli anticorpi neutralizzanti che entreranno in azione limitando la capacità del microorganismo di dare corso alla malattia.
Quanto c’è voluto per farlo e quanto è efficace?
RTS,S/AS01 ha iniziato il suo percorso nel 1987, nei laboratori della GSK, ed ha seguito una strada lunga quasi 35 anni per arrivare ad oggi. Nel corso di questo periodo è stato rigorosamente testato mediante diversi trials clinici. Questo lungo percorso è stato necessario allo scopo di validare l’efficacia e di ottimizzare le modalità di somministrazione. I risultati della fase III hanno mostrato che il vaccino è in grado di ridurre del 30% i casi di malaria con esito letale.
Chiariamo subito che, nonostante Mosquirix abbia una efficacia che potrebbe sembrare contenuta, al momento rappresenta il più importante passo fatto, negli ultimi decenni, nella lotta contro la malattia. Ad oggi, infatti, la misura preventiva più diffusa contro la malaria è rappresentata dalle semplici, ma efficaci zanzariere, il cui uso ha permesso di ridurre del 20% circa i decessi tra i bambini sotto i 5 anni.
Su che base l’OMS raccomanda l’uso del vaccino?
La raccomandazione si basa sui risultati di un programma pilota attivo in Ghana, Kenya e Malawi che dal 2019 ha vaccinato più di 800.000 bambini. Il direttore dell’OMS ha dichiarato che l’impiego del vaccino, insieme agli strumenti di prevenzione comunemente impiegati contro la malaria, potrà salvare decine di migliaia di bambini.
L’OMS ha dunque raccomandato una distribuzione del vaccino più ampia possibile. Adesso spetterà ai singoli Stati decidere come inserire il programma di vaccinazione nei piani nazionali di controllo della malaria. Secondo le linee guida dell’OMS, il vaccino andrà somministrato in quattro dosi a partire dai cinque mesi di età.
La seconda e la terza a distanza di un mese ciascuna e l’ultima a 18 mesi. Infatti il vaccino genera una immunità transitoria poiché viene degradato dall’organismo nell’arco di poche settimane e per questo richiede almeno 4 dosi.
Riferimenti sitografici: